ยซVieni e vediยป (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono
Cari fratelli e sorelle,
lโinvito a โvenire e vedereโ, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesรน con i discepoli, รจ anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la veritร della vita che si fa storia (cfr Messaggio per la 54ยช Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2020) รจ necessario uscire dalla comoda presunzione del โgiร saputoโ e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtร , che sempre ci sorprenderร in qualche suo aspetto. ยซApri con stupore gli occhi a ciรฒ che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vitaยป, consigliava il Beato Manuel Lozano Garrido[1] ai suoi colleghi giornalisti. Desidero quindi dedicare il Messaggio, questโanno, alla chiamata a โvenire e vedereโ, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. โVieni e vediโ รจ il modo con cui la fede cristiana si รจ comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.
Consumare le suole delle scarpe
Pensiamo al grande tema dellโinformazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in โgiornali fotocopiaโ o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dellโinchiesta e del reportage perdono spazio e qualitร a vantaggio di una informazione preconfezionata, โdi palazzoโ, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la veritร delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa piรน cogliere nรฉ i fenomeni sociali piรน gravi nรฉ le energie positive che si sprigionano dalla base della societร . La crisi dellโeditoria rischia di portare a unโinformazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza piรน โconsumare le suole delle scarpeโ, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo allโincontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacitร di metterci davanti a una realtร aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento รจ utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.
Quei dettagli di cronaca nel Vangelo
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Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesรน risponde: ยซVenite e vedreteยป (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli โdi cronacaโ che rivelano la sua presenza nel luogo e lโimpatto che quellโesperienza ha avuto nella sua vita: ยซEra circa lโora decimaยป, annota, cioรจ le quattro del pomeriggio (cfr v. 39). Il giorno dopo โ racconta ancora Giovanni โ Filippo comunica a Natanaele lโincontro con il Messia. Il suo amico รจ scettico: ยซDa Nazaret puรฒ venire qualcosa di buono?ยป. Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: ยซVieni e vediยป, gli dice (cfr vv. 45-46). Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia. La fede cristiana inizia cosรฌ. E si comunica cosรฌ: come una conoscenza diretta, nata dallโesperienza, non per sentito dire. ยซNon รจ piรน per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perchรฉ noi stessi abbiamo uditoยป, dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesรน si era fermato nel loro villaggio (cfr Gv 4,39-42). Il โvieni e vediโ รจ il metodo piรน semplice per conoscere una realtร . ร la verifica piรน onesta di ogni annuncio, perchรฉ per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga.
Grazie al coraggio di tanti giornalisti
Anche il giornalismo, come racconto della realtร , richiede la capacitร di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiositร , unโapertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e allโimpegno di tanti professionisti โย giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi โ se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita non solo per lโinformazione, ma per tutta la societร e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanitร .
Numerose realtร del pianeta, ancor piรน in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione lโinvito a โvenire e vedereโ. Cโรจ il rischio di raccontare la pandemia, e cosรฌ ogni crisi, solo con gli occhi del mondo piรน ricco, di tenere una โdoppia contabilitร โ. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni piรน indigenti. Chi ci racconterร lโattesa di guarigione nei villaggi piรน poveri dellโAsia, dellโAmerica Latina e dellโAfrica? Cosรฌ le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare lโordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei piรน fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertร resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri.
Opportunitร e insidie nel web
La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, puรฒ moltiplicare la capacitร di racconto e di condivisione: tanti occhi in piรน aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze. La tecnologia digitale ci dร la possibilitร di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. ร uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Potenzialmente tutti possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali, dare un nostro contributo civile, far emergere piรน storie, anche positive. Grazie alla rete abbiamo la possibilitร di raccontare ciรฒ che vediamo, ciรฒ che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze.
Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso giร da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacitร di discernimento e a un piรน maturo senso di responsabilitร , sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della veritร : ad andare, vedere e condividere.
Nulla sostituisce il vedere di persona
Nella comunicazione nulla puรฒ mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesรน su chi lo incontrava dipendeva dalla veritร della sua predicazione, ma lโefficacia di ciรฒ che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare. Infatti in Lui โ il Logos incarnato โ la Parola si รจ fatta Volto, il Dio invisibile si รจ lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (cfr 1 Gv 1,1-3). La parola รจ efficace solo se si โvedeโ, solo se ti coinvolge in unโesperienza, in un dialogo. Per questo motivo il โvieni e vediโ era ed รจ essenziale.
Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. ยซSa parlare allโinfinito e non dir nulla. Le sue ragioni sono due chicchi di frumento in due staia di pula. Si deve cercare tutto il giorno per trovarli e, quando si son trovati, non valgono la pena della ricercaยป.[2] Le sferzanti parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani. La buona novella del Vangelo si รจ diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore. Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: โVieni e vediโ, e sono rimaste colpite da un โdi piรนโ di umanitร che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesรน Cristo. Tutti gli strumenti sono importanti, e quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua caritร a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui, di vederlo durante unโassemblea o in un colloquio individuale. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse lโannuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove questo collaboratore di Dio non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava (cfr 1 Cor 4,17).
ยซNelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fattiยป, affermava SantโAgostino,[3]ย esortando a riscontrare nella realtร il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Cosรฌ il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita รจ stata cambiata dallโincontro con Gesรน. Da piรน di duemila anni รจ una catena di incontri a comunicare il fascino dellโavventura cristiana. La sfida che ci attende รจ dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono.
Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi,
e a incamminarci alla ricerca della veritร .
Insegnaci ad andare e vedere,
insegnaci ad ascoltare,
a non coltivare pregiudizi,
a non trarre conclusioni affrettate.
Insegnaci ad andare lร dove nessuno vuole andare,
a prenderci il tempo per capire,
a porre attenzione allโessenziale,
a non farci distrarre dal superfluo,
a distinguere lโapparenza ingannevole dalla veritร .
Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo
e lโonestร di raccontare ciรฒ che abbiamo visto.
Roma, San Giovanni in Laterano, 23 gennaio 2021, Vigilia della Memoria di San Francesco di Sales.
Franciscus
[1] Giornalista spagnolo, nato nel 1920 e morto nel 1971, beatificato nel 2010.
[2] W. Shakespeare, Il mercante di Venezia, Atto I, Scena I.
[3] Sermo 360/B, 20.
