La Celebrazione Eucaristica inizia con il segno di croce e il saluto del celebrante.
Giunto al suo posto e terminato il canto d’ingresso, il sacerdote e lโassemblea fanno il segno della croce. Poi il sacerdote saluta i fedeli: questo saluto, insieme con la risposta del popolo, manifesta il mistero della Chiesa riunita attorno al suo Signore.
Il segno della croce, strumento del supplizio di Gesรน รจ diventato il simbolo della Redenzione, segno perfetto dellโamore di Dio e dellโamore del Figlio incarnato per il Padre.
Innalzato da terra sul legno della croce, Cristo attira tutto a sรจ (cf. Gv 12,32).
La liturgia si fonda interamente sul mistero della Croce e della Risurrezione: si tratta di uno sguardo pasquale, illuminato dal realismo dellโamore che non cessa di salvarci, non eliminando la sofferenza e la morte, ma trasfigurando entrambe attraverso la morte che porta alla Vita.
I fedeli, in piedi, si segnano assieme al sacerdote pronunciando parole che evocano il battesimo, e tutti rispondono Amen, espressione di assenso e di partecipazione.
Questo semplice gesto riassume lโintero mistero della nostra salvezza, poichรจ รจ espressione allo stesso tempo, della Santissima Trinitร e dellโIncarnazione redentrice del Cristo.
Per questo รจ necessario che i cristiani lo facciano bene, con fede e con amore, senza precipitazione ma con consapevolezza.
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Fare bene il segno della croce รจ unโatto di fede viva. Senza tale convinzione i gesti della liturgia sono vuoti.
Al segno di croce segue il saluto del celebrante.
โIl Signore sia con voiโ รจ il saluto piรน semplice, piรน comune ed รจ il piรน bellโaugurio che si possa fare a un cristiano: Dio ponga in te la sua dimora, ti accompagni e ti guidi.
Il gesto con cui il sacerdote accompagna il saluto โ allargando le braccia e le mani โ rende presente il dono della presenza divina.La risposta dei fedeli, “e con il tuo spirito” non รจ meno suggestiva, perchรจ รจ un atto di fede.
Questo semplice dialogo rivela la natura della liturgia: Dio si dona attraverso la mediazione dei suoi ministri e a tale dono risponde la fede del popolo.
A cura di don Domenico Bruno
