Francesco di Sales comunicatore

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In occasione del IV centenario della morte di San Francesco di Sales (1622-2022) questo saggio intende offrire una nuova luce su colui che Pio XI ha proclamato Patrono degli Scrittori cattolici. Le attuali dinamiche comunicative pongono nuovi interrogativi sul modo di comunicare dell’uomo e rappresentano una sfida per la missione evangelizzatrice della Chiesa.

In un contesto ben diverso da quello odierno, ma non meno problematico, Francesco di Sales ha saputo farsi comunicatore esemplare. Con la sua dolcezza e il suo stile amorevole è stato capace di accogliere ed entrare in relazione con chiunque ha incrociato il suo cammino, lasciando in eredità dei criteri e degli insegnamenti ancora validi per il nostro tempo.

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L’autore, Vincenzo Marinelli, ha conseguito la licenza in Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologia Pugliese e il dottorato in Teologia Pastorale (specializzazione in Teologia della Comunicazione) presso la Pontificia Università Lateranense.

Studioso di San Francesco di Sales e delle odierne dinamiche comunicative e relazionali, soprattutto della loro dimensione teologica ed ecclesiale, è autore di articoli e sussidi pastorali con particolare riferimento ai temi della liturgia, della catechesi e della comunicazione. Per la “Lateran University Press” ha pubblicato il saggio “Socialitude. Comunicazione come prossimità”.

Leggi l’introduzione

È con sentimenti di profondo ossequio a questo eminente Dottore della Chiesa universale di cui ricorre il IV centenario dalla morte che ho deciso di pubblicare questo saggio. Sono certo che le idee qui raccolte sono ben poca cosa dinanzi all’eccellenza dei suoi insegnamenti, allo splendore della sua testimonianza cristiana. Eppure non sarebbe stato giusto non condividere questa nuova lettura del suo ministero e della sua vita, sia con quanti nutrono intensa stima della sua esemplare santità, sia con tutti coloro che leggendo queste pagine potranno cominciare a conoscere e ad amare il santo Vescovo di Ginevra. Pertanto, pur consapevole dei numerosi limiti a cui questo lavoro è soggetto, sono certo di confidare nella benevolenza del lettore che si introduce a leggere queste pagine. Che sia uno studioso di Francesco di Sales, o che sia tra la moltitudine di coloro che in diverso modo attingono alla sapienza dei suoi insegnamenti spirituali, o che si ritrovi tra quelli che senza un preciso motivo si accingono a leggere queste pagine, sono certo che non potrà non rimanere edificato dalla profondità con cui egli ha saputo essere comunicatore.

Il contesto sociale in cui siamo immersi ci espone ad un continuo flusso di informazioni che non sempre siamo in grado di gestire non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto sotto il profilo relazionale. Le dinamiche comunicative a volte più che avvicinarci sembrano isolarci, confonderci, o addirittura metterci in contrasto. Gli strumenti di comunicazione pur offrendoci possibilità inedite rispetto ai secoli precedenti, tuttavia ci trovano in alcuni casi impreparati alle potenzialità offerte. Comunicare non si può più considerare una capacità naturale dell’uomo, ma è divenuta un’attività “settoriale” che richiede un “addestramento” specifico in funzione del ruolo che si assume, dei destinatari da raggiungere, dei luoghi in cui si pratica, delle finalità da perseguire. In questa foresta di comunicazioni si rischia di rimanere disorientati. Occorre ripartire allora da che cosa significhi “comunicare” per l’uomo, dal riscoprire qual è il valore e il fine della comunicazione umana.

Per rispondere a questi interrogativi più che percorrere gli incerti sentieri della via argomentativa, ho desiderato intraprendere quelli più solidi della via testimoniale, ovvero attingere a colui che ha dato prova di conoscere in profondità il valore della comunicazione umana e di saper trarre attraverso di essa abbondanti frutti. È per tale motivo che in queste pagine intendo presentare Francesco di Sales comunicatore. Pio XI lo ha dichiarato per la Chiesa universale patrono degli scrittori cattolici, riconoscendo in modo vincolante e rassicurante il suo carisma di comunicatore.

Poiché il contesto storico in cui è vissuto il Vescovo di Ginevra è ben lontano dalle odierne dinamiche comunicative, nel primo capitolo ho voluto anzitutto mettere in luce le ragioni che hanno indotto il Pontefice a questa significativa attestazione delle capacità comunicative di Francesco di Sales.

In seguito, per poter offrire una maggiore evidenza della capacità di comunicare del patrono degli scrittori cattolici, ho preso in esame il modo con cui egli ha esercitato ciascuna delle dimensioni di cui è costituita la comunicazione: quella verbale, quella non verbale e quella scritta. Il lettore comprenderà fin da subito l’ampiezza della ricerca e per certi versi anche i limiti e le difficoltà in essa contenuti. Pertanto sin d’ora intendo indicare il metodo con il quale ho affrontato questo studio e la selezione delle fonti. Il criterio che più di ogni altro ha determinato il modo di comunicare di Francesco di Sales non è stata una particolare ricerca stilistica, o l’uso di singolari espedienti tecnici o letterari. A dar forma alle diverse dimensioni della comunicazione salesiana vi è una sola ragione: quella teologica. Ogni atto comunicativo in lui è stato guidato dal suo desiderio di essere in comunione con Dio e di portare il suo amore al prossimo. Pertanto ho cercato di mettere in luce i diversi criteri che egli aveva presenti per rendere possibile questo fine. La comunicazione salesiana infatti non può essere compresa senza la ragione teologica che le fa da sfondo.

Il terzo capitolo si ripropone dunque di “sistematizzare” la teologia salesiana della comunicazione, ovvero di individuare la cornice di riferimento da cui essa ha preso vita, i soggetti coinvolti e i luoghi primari in cui essa è stata praticata. Tra questi luoghi figura anzitutto la chiesa, luogo di annuncio e ascolto della parola di Dio e di comunione fraterna; le amicizie, luogo in cui attraverso il dialogo gli uomini intrecciano legami e sono chiamati a correggersi per crescere vicendevolmente nell’amore di Dio; le conversazioni, luoghi di comunicazione per antonomasia in cui possono attuarsi dinamiche comunicative tanto virtuose per l’edificazione del prossimo, quanto pericolose per la maldicenza e la lesione della buona fama.

Ma l’opera sarebbe rimasta incompiuta se i preziosi insegnamenti raccolti durante la trattazione non fossero riconsegnati al lettore per rendere evidente l’attualità dei principi che hanno guidato la comunicazione salesiana. In particolare ne ho indicati tre che, a mio parere, compendiano l’amabilità della comunicazione salesiana e consentono di rileggere le dinamiche comunicative contemporanee.

Mi auguro che questo saggio possa contribuire ad accrescere, nel già ampio panorama degli studi sulla vita di Francesco di Sales, la consapevolezza che la grande eredità che ci ha consegnato è ancora ricca di preziosi contributi per il nostro tempo.

Inoltre è mio desiderio che quanto ho cercato di porre in evidenza, del suo prezioso insegnamento sulla comunicazione, possa ispirare in qualche modo una riflessione teologica più sistematica sulla comunicazione umana e le sue dinamiche, affinchè la prassi ecclesiale e la missione di evangelizzazione della Chiesa nel contesto contemporaneo possano essere sempre più adeguate al cambiamento d’epoca che stiamo attraversando.

In ultimo il mio ringraziamento va a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a questa pubblicazione, attraverso lo scambio di idee e il tempo dedicato alla sua revisione.

Con l’auspicio che il lettore possa trovare un qualche frutto dalla lettura di queste pagine, lo affido alla luminosa testimonianza di Francesco di Sales comunicatore e ai suoi sapienti insegnamenti. Buona Lettura.

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