Humana communitas
[La comunitร umana]
La comunitร umana รจ il sogno di Dio fin da prima della creazione del mondo (cfr Ef 1,3-14). In essa il Figlio eterno generato da Dio ha preso carne e sangue, cuore e affetti. Nel mistero della generazione la grande famiglia dellโumanitร puรฒ ritrovare sรฉ stessa. Infatti, lโiniziazione famigliare alla fraternitร tra le creature umane puรฒ essere considerata come un vero e proprio tesoro nascosto, in vista del riassetto comunitario delle politiche sociali e dei diritti umani, di cui oggi si sente forte necessitร . Per questo occorre crescere nella consapevolezza della nostra comune discendenza dalla creazione e dallโamore di Dio. La fede cristiana confessa la generazione del Figlio come il mistero ineffabile dellโunitร eterna di โfar essereโ e di โvoler beneโ che sta nellโintimitร di Dio Uno e Trino. Il rinnovato annuncio di questa trascurata rivelazione puรฒ aprire un capitolo nuovo nella storia della comunitร e della cultura umane, che oggi invocano โ come โgemendo per dolori del partoโ (cfr Rm 8,22) โ una nuova nascita nello Spirito. Nel Figlio Unigenito si rivela la tenerezza di Dio e la sua volontร di riscatto di ogni umanitร che si sente perduta, abbandonata, scartata, condannata senza remissione. Il mistero del Figlio eterno, fattosi uno di noi, sigilla una volta per tutte questa passione di Dio. Il mistero della sua Croce โ ยซper noi e per la nostra salvezzaยป โ e della sua Risurrezione โ come ยซprimogenito di molti fratelliยป (Rm 8,29) โ dice fino a che punto questa passione di Dio รจ rivolta alla redenzione e al compimento della creatura umana.
Dobbiamo restituire evidenza a questa passione di Dio per lโumana creatura e il suo mondo. Essa fu fatta da Dio a sua โimmagineโ โ โmaschio e femminaโ la creรฒ (cfr Gen 1,27) โ come creatura spirituale e sensibile, consapevole e libera. La relazione tra lโuomo e la donna costituisce il luogo eminente in cui lโintera creazione diventa interlocutrice di Dio e testimone del suo amore. Questo nostro mondo รจ la dimora terrena della nostra iniziazione alla vita, il luogo e il tempo nel quale possiamo giร iniziare a gustare la dimora celeste alla quale siamo destinati (cfr 2 Cor 5,1), ove vivremo in pienezza la comunione con Dio e con tutti. La famiglia umana รจ una comunitร di origine e di destinazione, la cui riuscita ยซรจ nascosta, con Cristo, in Dioยป (Col 3,1-4). In questo nostro tempo, la Chiesa รจ chiamata a rilanciare con forza lโumanesimo della vita che erompe da questa passione di Dio per la creatura umana. Lโimpegno a comprendere, promuovere e difendere la vita di ogni essere umano prende slancio da questo incondizionato amore di Dio. ร la bellezza e lโattrattiva del Vangelo, che non riduce lโamore del prossimo allโapplicazione di criteri di convenienza economica e politica nรฉ ad ยซalcuni accenti dottrinali o morali che procedono da determinate opzioni ideologicheยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 39).
Una storia appassionata e feconda
1. Questa passione ha animato lโattivitร della Pontificia Accademia per la Vita fin dal momento della sua istituzione venticinque anni fa, da parte di San Giovanni Paolo II, dietro suggerimento del Servo di Dio e grande scienziato Jรฉrรดme Lejeune. Questi, lucidamente convinto della profonditร e della rapiditร dei cambiamenti in atto nel campo biomedico, ritenne opportuno sostenere un impegno piรน strutturato e organico su questo fronte. LโAccademia ha potuto cosรฌ sviluppare iniziative di studio, formazione e informazione con lโobiettivo di rendere ยซmanifesto che scienza e tecnica, poste al servizio della persona umana e dei suoi diritti fondamentali, contribuiscono al bene integrale dellโuomo e allโattuazione del progetto divino di salvezza (cfr Gaudium et spes, 35)ยป (Giovanni Paolo II, Motu proprio Vitae mysterium, 11 febbraio 1994, 3). Rinnovato slancio ha impresso alle attivitร dellโAccademia lโelaborazione del nuovo Statuto (18 ottobre 2016). Lโintento รจ di rendere la riflessione su questi temi sempre piรน attenta al contesto contemporaneo, in cui il ritmo crescente dellโinnovazione tecnoscientifica e la globalizzazione moltiplicano le interazioni, da una parte, tra culture, religioni e saperi diversi, dallโaltra, tra le molteplici dimensioni della famiglia umana e della casa comune che essa abita. ยซร urgente, perciรฒ, intensificare lo studio e il confronto sugli effetti di tale evoluzione della societร in senso tecnologico per articolare una sintesi antropologica che sia allโaltezza di questa sfida epocale. Lโarea della vostra qualificata consulenza non puรฒ quindi essere limitata alla soluzione delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico, sociale o giuridico. Lโispirazione di condotte coerenti con la dignitร della persona umana riguarda la teoria e la pratica della scienza e della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla vita, al suo senso e al suo valoreยป (Discorso allโAssemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, 5 ottobre 2017).
Degrado dellโumano e paradosso del โprogressoโ
- Pubblicitร -
2. In questo momento della storia la passione per lโumano, per lโintera umanitร , รจ in grave difficoltร . Le gioie delle relazioni familiari e della convivenza sociale appaiono profondamente logorate. La diffidenza reciproca dei singoli e dei popoli si nutre di una smodata ricerca del proprio interesse e di una competizione esasperata, che non rifugge dalla violenza. La distanza fra lโossessione per il proprio benessere e la felicitร dellโumanitร condivisa sembra allargarsi: sino a far pensare che fra il singolo e la comunitร umana sia ormai in corso un vero e proprio scisma. NellโEnciclica Laudato siโ ho posto in luce lo stato di emergenza in cui si trova il nostro rapporto con la storia della terra e dei popoli. ร un allarme provocato dalla poca attenzione accordata alla grande e decisiva questione dellโunitร della famiglia umana e del suo futuro. Lโerosione di questa sensibilitร , ad opera delle potenze mondane della divisione e della guerra, รจ in crescita globale, con una velocitร ben superiore a quella della produzione dei beni. Si tratta di una vera e propria cultura โ anzi, sarebbe meglio dire di unโanti-cultura โ dellโindifferenza per la comunitร : ostile agli uomini e alle donne e alleata con la prepotenza del denaro.
3. Questa emergenza rivela un paradosso: come รจ potuto accadere che, proprio nel momento della storia del mondo in cui le risorse economiche e tecnologiche disponibili ci consentirebbero di prenderci sufficientemente cura della casa comune e della famiglia umana, onorando la consegna di Dio stesso, proprio da esse, dalle risorse economiche e tecnologiche, vengono le nostre divisioni piรน aggressive e i nostri incubi peggiori? I popoli avvertono acutamente e dolorosamente, per quanto spesso confusamente, lโavvilimento spirituale โ potremmo dire il nichilismo โ che subordina la vita a un mondo e a una societร succubi di questo paradosso. La tendenza ad anestetizzare questo profondo disagio, attraverso una cieca rincorsa al godimento materiale, produce la malinconia di una vita che non trova destinazione allโaltezza della sua qualitร spirituale. Dobbiamo riconoscerlo: gli uomini e le donne del nostro tempo sono spesso demoralizzati e disorientati, senza visione. Siamo un poโ tutti ripiegati su noi stessi. Il sistema del denaro e lโideologia del consumo selezionano i nostri bisogni e manipolano i nostri sogni, senza alcun riguardo per la bellezza della vita condivisa e per lโabitabilitร della casa comune.
Un ascolto responsabile
4. Il popolo cristiano, raccogliendo il grido delle sofferenze dei popoli, deve reagire agli spiriti negativi che fomentano la divisione, lโindifferenza, lโostilitร . Deve farlo non soltanto per sรฉ, ma per tutti. E deve farlo subito, prima che sia troppo tardi. La famiglia ecclesiale dei discepoli โ e di tutti gli ospiti che cercano in essa le ragioni della speranza (cfr 1Pt 3,15) โ รจ stata seminata sulla terra come ยซsacramento [โฆ] dellโintima unione con Dio e dellโunitร di tutto il genere umanoยป (Lumen gentium, 1). La riabilitazione della creatura di Dio alla lieta speranza della sua destinazione deve diventare la passione dominante del nostro annuncio. ร urgente che gli anziani credano di piรน ai loro โsogniโ migliori; e che i giovani abbiano โvisioniโ capaci di spingerli a impegnarsi coraggiosamente nella storia (cfr Gl 3,1). Una nuova prospettiva etica universale, attenta ai temi del creato e della vita umana, รจ lโobiettivo al quale dobbiamo puntare sul piano culturale. Non possiamo continuare sulla strada dellโerrore perseguito in tanti decenni di decostruzione dellโumanesimo, confuso con una qualsiasi ideologia della volontร di potenza. Dobbiamo contrastare una simile ideologia, che si avvale dellโappoggio convinto del mercato e della tecnica, in favore dellโumanesimo. La differenza della vita umana รจ un bene assoluto, degno di essere eticamente presidiato, prezioso per la cura di tutta la creazione. Lo scandalo รจ il fatto che lโumanesimo contraddica sรฉ stesso, invece di prendere ispirazione dallโatto dellโamore di Dio. La Chiesa per prima deve ritrovare la bellezza di questa ispirazione e fare la sua parte, con rinnovato entusiasmo.
Un compito difficile per la Chiesa
5. Siamo consapevoli di avere incontrato difficoltร , nella riapertura di questo orizzonte umanistico, anche in seno alla Chiesa. Per primi, dunque, ci interroghiamo sinceramente: le comunitร ecclesiali, oggi, hanno una visione e danno una testimonianza allโaltezza di questa emergenza dellโepoca presente? Sono seriamente concentrate sulla passione e sulla gioia di trasmettere lโamore di Dio per lโabitare dei suoi figli sulla Terra? O si perdono ancora troppo nei propri problemi e in timidi aggiustamenti che non superano la logica del compromesso mondano? Dobbiamo seriamente domandarci se abbiamo fatto abbastanza per offrire il nostro specifico contributo come cristiani a una visione dellโumano capace di sostenere lโunitร della famiglia dei popoli nelle odierne condizioni politiche e culturali. O se addirittura ne abbiamo perso di vista la centralitร , anteponendo le ambizioni della nostra egemonia spirituale sul governo della cittร secolare, chiusa su sรฉ stessa e sui suoi beni, alla cura della comunitร locale, aperta allโospitalitร evangelica per i poveri e i disperati.
Costruire una fraternitร universale
6. ร tempo di rilanciare una nuova visione per un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli. Noi sappiamo che la fede e lโamore necessari per questa alleanza attingono il loro slancio dal mistero della redenzione della storia in Gesรน Cristo, nascosto in Dio fin da prima della creazione del mondo (cfr Ef 1,7-10; 3,9-11; Col 1,13-14). E sappiamo anche che la coscienza e gli affetti della creatura umana non sono affatto impermeabili, nรฉ insensibili alla fede e alle opere di questa fraternitร universale, seminata dal Vangelo del Regno di Dio. Dobbiamo rimetterla in primo piano. Perchรฉ una cosa รจ sentirsi costretti a vivere insieme, altra cosa รจ apprezzare la ricchezza e la bellezza dei semi di vita comune che devono essere cercati e coltivati insieme. Una cosa รจ rassegnarsi a concepire la vita come lotta contro mai finiti antagonisti, altra cosa รจ riconoscere la famiglia umana come segno della vitalitร di Dio Padre e promessa di una destinazione comune al riscatto di tutto lโamore che, giร ora, la tiene in vita.
7. Tutte le vie della Chiesa conducono allโuomo, come ha solennemente proclamato il santo Papa Giovanni Paolo II nella sua Enciclica inaugurale (Redemptor hominis, 1979). Prima di lui San Paolo VI aveva ricordato, anchโegli nellโEnciclica programmatica e secondo la lezione del Concilio, che la familiaritร della Chiesa si estende per cerchi concentrici ad ogni uomo: persino a chi si ritiene estraneo alla fede e allโadorazione di Dio (cfr Enc. Ecclesiam suam, 1964). La Chiesa ospita e custodisce i segni della benedizione e della misericordia che sono destinati da Dio per ogni essere umano che viene in questo mondo.
Riconoscere i segni di speranza
8. In questa missione ci sono di incoraggiamento i segni dellโoperare di Dio nel tempo attuale. Essi vanno riconosciuti, evitando che lโorizzonte venga oscurato dagli aspetti negativi. In questa ottica San Giovanni Paolo II registrava i gesti di accoglienza e di difesa della vita umana, il diffondersi di una sensibilitร contraria alla guerra e alla pena di morte, una crescente attenzione alla qualitร della vita e allโecologia. Egli indicava anche fra i segni di speranza la diffusione della bioetica, come ยซriflessione e dialogo โ tra credenti e non credenti, come pure tra credenti di diverse religioni โ su problemi etici, anche fondamentali, che interessano la vita dellโuomoยป (Enc. Evangelium vitae, 25 marzo 1995, 27). La comunitร scientifica della Pontificia Accademia per la Vita ha mostrato, nei suoi venticinque anni di storia, di inscriversi precisamente in questa prospettiva, offrendo il proprio apporto alto e qualificato. Ne sono testimonianza lโimpegno per la promozione e la tutela della vita umana in tutto lโarco del suo svolgersi, la denuncia dellโaborto e della soppressione del malato come mali gravissimi, che contraddicono lo Spirito della vita e ci fanno sprofondare nellโanti-cultura della morte. Su questa linea occorre certamente continuare, con attenzione ad altre provocazioni che la congiuntura contemporanea offre per la maturazione della fede, per una sua piรน profonda comprensione e per piรน adeguata comunicazione agli uomini di oggi.
Il futuro dellโAccademia
9. Dobbiamo anzitutto abitare la lingua e le storie degli uomini e delle donne del nostro tempo, inserendo lโannuncio evangelico nellโesperienza concreta, come il Concilio Vaticano II ci ha indicato autorevolmente. Per cogliere il senso della vita umana, lโesperienza a cui riferirsi รจ quella che si puรฒ riconoscere nella dinamica della generazione. Si eviterร cosรฌ di ridurre la vita o a un concetto solamente biologico o a un universale astratto dalle relazioni e dalla storia. Lโappartenenza originaria alla carne precede e rende possibile ogni ulteriore consapevolezza e riflessione, scongiurando la pretesa del soggetto di essere origine a sรฉ stesso. Possiamo solo diventare consapevoli di essere in vita una volta che giร lโabbiamo ricevuta, prima di ogni nostra intenzione e decisione. Vivere significa necessariamente essere figli, accolti e curati, anche se talvolta in modo inadeguato. ยซAppare allora ragionevole gettare un ponte tra quella cura che si รจ ricevuta fin dallโinizio della vita, e che ha consentito ad essa di dispiegarsi in tutto lโarco del suo svolgersi, e la cura da prestare responsabilmente agli altri. [โฆ] Questo prezioso legame sta a presidio di una dignitร , umana e teologale, che non cessa di vivere, neppure con la perdita della salute, del ruolo sociale e del controllo sul proprio corpoยป (Lettera del Cardinale Segretario di Stato in occasione del Convegno sulle cure palliative, 28 febbraio 2018).
10. Noi sappiamo bene che la soglia del rispetto fondamentale della vita umana รจ violata oggi in modi brutali non solo da comportamenti individuali, ma anche dagli effetti di scelte e di assetti strutturali. Lโorganizzazione del profitto e il ritmo di sviluppo delle tecnologie offrono inedite possibilitร di condizionare la ricerca biomedica, lโorientamento educativo, la selezione dei bisogni, la qualitร umana dei legami. La possibilitร di indirizzare lo sviluppo economico e il progresso scientifico allโalleanza dellโuomo e della donna, per la cura dellโumanitร che ci รจ comune e per la dignitร della persona umana, attinge certamente a un amore per la creazione che la fede ci aiuta ad approfondire e a illuminare. La prospettiva della bioetica globale, con la sua visione ampia e lโattenzione allโimpatto dellโambiente sulla vita e sulla salute, costituisce una notevole opportunitร per approfondire la nuova alleanza del Vangelo e della creazione.
11. La comunanza nellโunico genere umano impone un approccio globale e chiede a noi tutti di affrontare le domande che si pongono nel dialogo tra le diverse culture e societร che, nel mondo di oggi, sono sempre piรน strettamente a contatto. Possa lโAccademia per la Vita essere luogo coraggioso di questo confronto e dialogo a servizio del bene di tutti. Non abbiate paura di elaborare argomentazioni e linguaggi che siano spendibili in un dialogo interculturale e interreligioso, oltre che interdisciplinare. Partecipate alla riflessione sui diritti umani, che costituiscono uno snodo centrale nella ricerca di criteri universalmene condivisibili. ร in gioco la comprensione e la pratica di una giustizia che mostri il ruolo irrinunciabile della responsabilitร nel discorso sui diritti umani e la loro stretta correlazione con i doveri, a partire dalla solidarietร con chi รจ maggiormente ferito e sofferente. Papa Benedetto XVI ha molto insistito sullโimportanza di ยซsollecitare una nuova riflessione su come i diritti presuppongano doveri senza i quali si trasformano in arbitrio. Si assiste oggi a una pesante contraddizione. Mentre, per un verso, si rivendicano presunti diritti, di carattere arbitrario e voluttuario, con la pretesa di vederli riconosciuti e promossi dalle strutture pubbliche, per lโaltro verso, vi sono diritti elementari e fondamentali disconosciuti e violati nei confronti di tanta parte dellโumanitร ยป, fra i quali il Papa emerito menziona ยซla mancanza di cibo, di acqua potabile, di istruzione di base o di cure sanitarie elementariยปย (Enc. Caritas in veritate, 43).
12. Un ulteriore fronte su cui occorre sviluppare la riflessione รจ quello delle nuove tecnologie oggi definite โemergenti e convergentiโ. Esse includono le tecnologie dellโinformazione e della comunicazione, le biotecnologie, le nanotecnologie, la robotica. Avvalendosi dei risultati ottenuti dalla fisica, dalla genetica e dalle neuroscienze, come pure della capacitร di calcolo di macchine sempre piรน potenti, รจ oggi possibile intervenire molto profondamente nella materia vivente. Anche il corpo umano รจ suscettibile di interventi tali che possono modificare non solo le sue funzioni e prestazioni, ma anche le sue modalitร di relazione, sul piano personale e sociale, esponendolo sempre piรน alle logiche del mercato. Occorre quindi anzitutto comprendere le trasformazioni epocali che si annunciano su queste nuove frontiere, per individuare come orientarle al servizio della persona umana, rispettando e promuovendo la sua intrinseca dignitร . Un compito assai esigente, data la complessitร e lโincertezza sugli sviluppi possibili, che richiede un discernimento ancora piรน attento di quanto รจ abitualmente auspicabile. Un discernimento che possiamo definire come ยซil sincero lavoro della coscienza, nel proprio impegno di conoscere il bene possibile in base a cui decidersi responsabilmente nel corretto esercizio della ragione praticaยป (Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani, Documento finale, 27 ottobre 2018, 109). Un percorso di ricerca e di valutazione che avviene quindi attraverso le dinamiche della coscienza morale e che per il credente si svolge allโinterno e alla luce della relazione con il Signore Gesรน, assumendo la sua intenzionalitร nellโagire e i suoi criteri di scelta (cfr Fil 2,5).
13. La medicina e lโeconomia, la tecnologia e la politica che vengono elaborate al centro della moderna cittร dellโuomo, devono rimanere esposte anche e soprattutto al giudizio che viene pronunciato dalle periferie della terra. Di fatto, le molte e straordinarie risorse messe a disposizione della creatura umana dalla ricerca scientifica e tecnologica rischiano di oscurare la gioia della condivisione fraterna e la bellezza delle imprese comuni, dal cui servizio ricavano in realtร il loro autentico significato. Dobbiamo riconoscere che la fraternitร rimane la promessa mancata della modernitร . Il respiro universale della fraternitร che cresce nel reciproco affidamento โ allโinterno della cittadinanza moderna, come fra i popoli e le nazioni โ appare molto indebolito. La forza della fraternitร , che lโadorazione di Dio in spirito e veritร genera fra gli umani, รจ la nuova frontiera del cristianesimo. Ogni dettaglio della vita del corpo e dellโanima in cui lampeggiano lโamore e il riscatto della nuova creatura che si va formando in noi, sorprende come il vero e proprio miracolo di una risurrezione giร in atto (cfr Col 3,1-2). Il Signore ci doni di moltiplicare questi miracoli! La testimonianza di San Francesco dโAssisi, con la sua capacitร di riconoscersi fratello di tutte le creature terrestri e celesti, ci ispiri nella sua perenne attualitร . Il Signore vi conceda di essere pronti per questa nuova fase della missione, con le lampade cariche di olio dello Spirito, per illuminare la strada e guidare i vostri passi. I piedi di coloro che portano il lieto annuncio dellโamore di Dio per la vita di ciascuno e di tutti coloro che abitano la terra, sono bellissimi (cfr Is 52,7; Rm 10,15).
Dal Vaticano, 6 gennaio 2019
FRANCESCO
