Le storie di Suor Sandra per i bambini.
In diretta Facebook dal Monastero di Santa Cristiana – Santa Croce sull’Arno.
La storia di cui parla suor Sandra รจ “il naso che scappa” di Gianni Rodari
Il signor Gogol ha raccontato la storia di un naso di Leningrado, che se ne andava a spasso in carrozza e ne combinava di tutti i colori.
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Una storia del genere รจ accaduta a Laveno, sul Lago Maggiore. Una mattina un signore che abitava proprio di fronte al pontile dove si prendono i battelli si alzรฒ, andรฒ in bagno per farsi la barba e nel guardarsi allo specchio gridรฒ:
โAiuto! Il mio naso!โ
Il naso, in mezzo alla faccia, non cโera piรน, al suo posto cโera tutto un liscio. Quel signore, in vestaglia come stava, corse sul balcone, giusto in tempo per vedere il naso che usciva sulla piazza e si avviava di buon passo verso il pontile, sgusciando tra le automobili che si stavano imbarcando sulla motonave traghetto per Verbania.
โFerma, ferma!โ gridรฒ il signore. โIl mio naso! Al ladro, al ladro!โ
La gente guardava in su e rideva:
โLe hanno rubato il naso e le hanno lasciato la zucca? brutto affareโ.
A quel signore non rimase che scendere in strada e inseguire il fuggitivo, e intanto si teneva un fazzoletto davanti alla faccia come se avesse il raffreddore. Purtroppo arrivรฒ appena in tempo per vedere il battello che si staccava dal pontile. Il signore si buttรฒ coraggiosamente in acqua per raggiungerlo, mentre passeggeri e turisti gridavano: Forza! Forza! Ma il battello aveva giร preso velocitร e il capitano non aveva nessuna intenzione di tornare indietro per imbarcare i ritardatari.
โAspetti lโaltro traghettoโ, gridรฒ un marinaio a quel signore, โce nโรจ uno ogni mezzโora!โ
Il signore, scoraggiato, stava tornando a riva quando vide il suo naso che, steso sullโacqua un mantello, come San Giulio nella leggenda, navigava a piccola velocitร .
โDunque non hai preso il battello? Eโ stata tutta una finta?โ gridรฒ quel signore.
Il naso guardava fisso davanti a sรฉ, come un vecchio lupo di lago, e non si degnรฒ neanche di voltarsi.
Il mantello ondeggiava dolcemente come una medusa.
โMa dove vai?โ gridรฒ il signore.
Il naso non rispose, e il suo disgraziato padrone si rassegnรฒ a raggiungere il porto di Laveno e a passare in mezzo a una folla di curiosi per tornare a casa, dove si tappรฒ, dando ordine alla domestica di non lasciar entrare nessuno, e passava il tempo a guardarsi nello specchio la faccia senza naso.
Qualche giorno dopo un pescatore di Ranco, tirando su la rete, si trovรฒ il naso fuggitivo, che aveva fatto naufragio in mezzo al lago perchรจ il mantello era pieno di buchi, e pensรฒ di portarlo al mercato di Laveno.
La serva di quel signore, che era andata al mercato per comprare il pesce, vide subito il naso, esposto in bella vista in mezzo alle tinghe e ai lucci.
โMa questo รจ il naso del mio padrone!โ esclamรฒ inorridita. โDatemelo subito che glielo portoโ.
โDi chi sia non soโ, dichiarรฒ il pescatore, โio lโho pescato e lo vendoโ.
โA quanto?โ
โA peso dโoro, si sa. Eโ un naso, non รจ mica un pesce persicoโ.
La domestica corse a informare il suo padrone.
โDagli quello che domanda! Voglio il mio naso!โ.
La domestica fece il conto che ci voleva un sacco di denaro, perchรจ il naso era piuttosto grosso: ci volevano tremendamila lire, tredici tredicioni e mezzo. Per mettere insieme la somma dovette vendere anche i suoi orecchini, ma siccome era molto affezionata al suo padrone li sacrificรฒ con un sospiro.
Comprรฒ il naso, lo avvolse in un fazzoletto e lo portรฒ a casa. Il naso si lasciรฒ ricondurre buono buono, e non si ribellรฒ nemmeno quando il suo padrone lo accolse tra le mani tremanti.

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