
L’abito rattoppato di Francesco getta sรฌ luce sul ruolo di Chiara nel prendersi cura dell’altro, del ยซfratelloยป, ma ci dice anche quanto sia necessario, oggi in particolare, riparare. Nella figura e nelle proporzioni, la tonaca francescana, scelta dal Santo perchรฉ quotidiana veste da lavoro dei contadini del suo tempo, ricorda, con le due larghe maniche cucite perpendicolarmente alla linea delle spalle, il disegno della croce. Tanto da spingere il pensiero a un’altra ยซtonacaยป, anzi a una ยซtunicaยป: quella che i soldati, dopo aver crocifisso Gesรน, si giocano ai dadi sul Golgota e di cui restano due reliquie illustri, l’una a Treviri e l’altra ad Argenteuil. Quella tunica, tessuta tutta d’un pezzo, รจ considerata un simbolo dell’unitร dei cristiani.
La comparazione proposta in questo libro altro non รจ che il confronto tra il Maestro e il suo discepolo, ovvero tra Gesรน di Nazaret e Francesco d’Assisi: un parallelismo fatto attraverso i loro indumenti e le loro spogliazioni, che sottolinea, oltre all’immensa grandezza di questi due personaggi, l’affinitร elettiva esistente tra loro. Possono due abiti essere emblema di una storia e incarnare la Parola di coloro che li indossano? ร certamente cosรฌ: la tunica di Gesรน e la tonaca di san Francesco sono simboli di fragilitร , ma al tempo stesso di dignitร , di unitร e di condivisione; emblemi dell’universale messaggio cristiano, che significa amore, e dello spirito francescano, precursore della cura per il pianeta. Per questo “La tunica e la tonaca” รจ un viaggio tra Gesรน e Francesco, due figure straordinarie che – l’uno deriso e spogliato a forza, l’altro spogliandosi spontaneamente – hanno cambiato il mondo.
Qui il video della presentazione su Facebook del libro da parte di padre Enzo.
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Prefazione del cardinale Gualtiero Bassetti
(Arcivescovo di Perugia – Cittร della Pieve e Presidente della Conferenza episcopale italiana)
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ยซUna donna … gli si avvicinรฒ da dietro e gli toccรฒ il lembo del mantelloยป (Lc 8,43-44). Quella donna, di cui parla il Vangelo di Luca, aveva intuito che nel mantello di Gesรน era racchiusa una forza di salvezza. La sua fede venne premiata: non solo fu guarita, ma Gesรน la chiamรฒ con il nome di ยซfigliaยป e le disse: ยซLa tua fede ti ha salvata. Vaโ in pace!ยป. ร con lo stesso atteggiamento, pieno di rispetto e di fiducia, che ancora oggi possiamo avvicinarci alla tunica di Gesรน.
Per questo motivo cโรจ da essere grati a padre Enzo Fortunato per questo suo studio sugli abiti del Signore e del Santo di Assisi. La lettura ci fa conoscere molti aspetti legati al vestito e al vestire, e alle loro molteplici implicazioni esistenziali, spirituali, ecclesiologiche. Il vestiario non รจ un accessorio, ma si rivela una porta dโingresso feconda nella vicenda e nella missione terrena di Gesรน e dellโAlter Christus. Anche da questo punto di vista, infatti, risalta la scelta di san Francesco di uniformarsi in tutto e per tutto al suo Signore e al Vangelo, a cominciare dallโepisodio della ยซspogliazioneยป, nel quale la restituzione dei vestiti al padre biologico รจ per il poverello fonte di gioia, per la libertร che il distacco dalle preoccupazioni della ยซvita precedenteยป restituisce al suo cuore.
Il volume ripercorre pure le vicissitudini della tunica di Gesรน e della tonaca di Francesco lungo le vicende della storia e per le strade del mondo, per giungere fino a noi ed essere occasione di pellegrinaggio, preghiera, riflessione, conversione, similmente alla sacra Sindone di Torino. Le pagine del libro suscitano infatti il desiderio โ in quanti ancora non lo avessero fatto โ di vedere di persona, di avvicinarsi a questa preziosa reliquia.
La scelta di Francesco รจ scelta di povertร e di libertร : ยซNessuno puรฒ servire due padroni, perchรฉ o odierร lโuno e amerร lโaltro, oppure si affezionerร allโuno e disprezzerร lโaltro. Non potete servire Dio e la ricchezzaยป (Mt 6,24). La tonaca รจ un vestito povero, che deve segnalare immediatamente la decisione di servire Dio e non la ricchezza, e manifestare lโadesione alla proposta rivolta da Gesรน ai discepoli e a tutti nel versetto successivo: ยซNon preoccupatevi … per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse piรน del cibo e il corpo piรน del vestito?ยป (Mt 6,25).
Il saio, nella sua semplicitร , non รจ perรฒ segno di pauperismo, nรฉ allโindossarlo si deve accompagnare un giudizio o il disprezzo verso quanti non compiono la stessa scelta. Come nota padre Fortunato, ยซla tonaca e il cingolo … erano comuni tra i contadini e dunque assimilavano i Minori agli altri poveri del tempoยป. Francesco non voleva un abito che ponesse distanze tra sรฉ e la folla di umili che gremiva il mondo della sua epoca, ma al contrario una veste popolare, diffusa, che conferisse a lui e ai suoi frati ยซlโodore delle pecoreยป. Dโaltro canto, come ricordano le fonti, se Francesco sceglie una veste che ยซriproduce lโimmagine della croceยป ed รจ ยซruvidissima, per crocifiggere la carne e tutti i suoi vizi e peccati, e talmente povera e grossolana che il mondo non avrebbe mai potuto desiderarlaยป (Tommaso da Celano, Vita prima, IX, FF 356-357), al contempo esorta i suoi frati ยซa non disprezzare e a non giudicare gli uomini che vedono vestiti di abiti morbidi e colorati, … ma piuttosto ciascuno giudichi e disprezzi se stessoยป (Francesco dโAssisi, Regola bollata, II, FF 81).
Quella relativa allโabbigliarsi รจ tra le prime scelte che ogni uomo e ogni donna, almeno quelli che possono permetterselo โ chรฉ purtroppo a milioni di esseri umani tale scelta รจ preclusa dalle ristrettezze โ, compie quotidianamente. La tunica e la tonaca aiutano a ricordare che la scelta per il Signore e la sua povertร si rinnova, e deve ripetersi consapevolmente, ogni giorno. Non รจ fatta una volta per tutte, cosรฌ come quotidiana deve essere la scelta di nutrirsi della Parola di Dio e di incontrare il Padre nel dialogo della preghiera.
A proposito della povertร di chi non ha da vestirsi, รจ utile ricordare che oggi i capi di abbigliamento costituiscono per alcuni un bene disponibile in abbondanza (sino allo spreco), ma un lusso inaccessibile per altri. Vestire chi รจ nudo รจ una delle opere di misericordia sulle quali saremo giudicati (Mt 25,36). Le fonti riferiscono della premura mostrata in molti frangenti da san Francesco dโAssisi verso quei poveri che non avevano di che vestirsi, e della sua abitudine di scucire parti della sua tonaca e donarle, esponendosi al freddo e alla malattia. Quello di rivestire chi รจ nudo รจ un gesto che restituisce dignitร allโuomo e alla donna e li rende nuovamente persone. Fu Dio stesso il primo a compiere tale gesto: ยซIl Signore Dio fece allโuomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestรฌยป (Gn 3,21).
Con il pensiero rivolto ai sempre piรน numerosi anziani che popolano le nostre societร , approfitto per segnalare unโaltra esigenza: per vestirsi occorre avere qualcuno per cui farlo. Quando si รจ soli, isolati, ยซscartatiยป โ tale รจ, per esempio, la condizione di molti che abitano in strutture assistenziali โ, si perde facilmente la motivazione che muove alla cura di sรฉ e allโabbigliarsi in maniera propria. ร la visita, di un familiare o di un amico, la medicina per questa patologia diffusa. Vestire chi รจ nudo, dunque, puรฒ significare anche offrire con lโaffetto motivi per farlo.
Tunica e tonaca non hanno nulla di casuale o privo di senso. ร noto come la veste inconsutile di Gesรน, ovvero non cucita e formata da un unico pezzo di stoffa, che la tradizione vuole essere stata tessuta dalla Madre del Signore, e che dopo la crocifissione i soldati non osarono dividere anche dopo essersene impadroniti (Gv 19,23-24), sia segno dellโunitร e indissolubilitร della Santa Madre Chiesa di Dio, e come ogni divisione arrechi danno alla bellezza di questa veste.
La tonaca francescana racchiude anchโessa simbologie e suggestioni, a partire dal colore, quello della terra, che richiama lโintera creazione divina, lodata in maniera tanto commovente nel celebre Cantico delle creature, da cui papa Francesco ha tratto il titolo della sua enciclica Laudato siโ sulla cura della casa comune. Quel colore e quella tonaca debbono sempre ricordarci lโurgenza di soccorrere il nostro pianeta sofferente, senza coltivare la folle pretesa di proseguire ยซimperterriti pensando di rimanere sani in un mondo malatoยป, come il papa ha detto nel corso del Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, il 27 marzo 2020.
La tonaca di Francesco รจ tutta intessuta di rattoppi e riparazioni, eseguiti con maestria da santa Chiara dโAssisi, che volle utilizzare un frammento della propria veste per restaurare quella dellโamico. Un gesto che ci ricorda la vocazione del rammendare, del ricucire, ovvero quelle attivitร che la mistica ebraica della Kabbalah racchiude in unโespressione mirante a significare la riparazione del mondo precipitato nel caos. Caos dei conflitti, delle lacerazioni, degli strappi aperti tra popoli e generazioni. Tale impegno di riparazione non รจ appannaggio di grandi macchinari industriali, ma specialitร artigiana, di quanti sono capaci di seminare gratuitamente quella gentilezza amorevole che ricuce e ritesse.
A tutti noi, dai giovani agli anziani, il compito di lavorare ogni giorno per ritessere quei lembi del mantello strappato o lacerato nelle nostre societร , affinchรฉ tutti vivano in pace e in fraternitร .
Auguro a tutti noi, che grazie a queste pagine, come la donna guarita del Vangelo di Luca, ยซtoccheremoยป il mantello โ la tunica e la tonaca โ, di divenire artisti della riparazione del mondo, attraverso la pratica paziente e amorevole del rammendo.
