LA FANTASCIENZA E LA SENSIBILITÀ CATTOLICA (abstract)

Data:

- Pubblicità -

foto: iStock/Choreograph

Chi scrive è uno scienziato, e un gesuita, appassionato di fantascienza, che proprio grazie a quest’ultima è divenuto uno scienziato. Da qui il mio tentativo di inquadrare la letteratura fantasy e di fantascienza da una prospettiva cattolica, e anche di proporre uno sguardo particolare sul rapporto tra scienza e religione.

In questa analisi, una questione particolarmente interessante è come mai tra i più noti e amati scrittori di fantascienza ci siano «insospettabilmente» tanti cattolici. Perché se è vero che gli scrittori di avventure, cattolici o meno, hanno successo solo se sono capaci di raccontare belle storie, è un dato che molti eccezionali scrittori di fantascienza e fantasy sono cattolici. John R. R. Tolkien e Gene Wolfe sono soltanto gli esempi più eclatanti del fatto che essere cattolico sembra essere un vantaggio in questo campo. Perché? Ad esempio, la concezione cattolica di un’umanità peccatrice comporta la presenza di personaggi che possono essere amati anche quando commettono errori e si comportano male. Superman, alla fin fine, è una noia; Frodo ci piace proprio perché sappiamo che può soffrire e fallire. E ancora trionfare.

D’altra parte, va rilevato che gli scrittori cattolici di maggior successo di rado introducono apertamente elementi religiosi nelle loro storie. Il cattolicesimo non è acqua santa e venerdì di magro: è un insieme di princìpi circa l’universo, al di là di ciò che possono dirci gli astronomi. E le buone storie vengono spesso dallo scontro tra visioni del mondo contrapposte. Essere cattolici in un mondo laico significa vivere quella tensione: si è già a buon punto.

La nostra sfida, e in effetti la nostra vocazione, è proprio quella di essere cattolici nel senso originario della parola: promuovere un’immagine che sia davvero abbastanza grande da essere «universale». In questo senso, l’obiettivo degli scrittori cattolici sembra essere, in fondo, quello di trovare nuovi modi per dire «Dio», pur restando fedeli a quello vero.

Adstract dell’articolo di Guy J. Consolmagno (Direttore della Specola Vaticana, l’Osservatorio Astronomico della Santa Sede)  su La Civiltà CattolicaAcquista il quaderno qui.

- Pubblicità -

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedì 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 – Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

«Un bambino è nato per noi» (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedì 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...