Jubilate! Torino Spiritualità 30 settembre 2012 – Paolo Curtaz

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Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Sal 41

JUBILATE!

Torino Spiritualità 30 settembre 2012 – Paolo Curtaz

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Premessa

Una riflessione che esclude coloro che vivono situazioni di croce perenne.

Da dove partiamo?

“Ci viene fatta, spesso e a ragione, la critica di essere i becchini di un Dio morto e non i testimoni del Dio vivente. Dobbiamo riconoscere il valore di questa critica e chiederci se la nostra mancanza di gioia dipenda dal fatto che siamo cristiani o non piuttosto dal fatto che non lo siamo veramente” (Paul Tillich)

  • Visione cupa del cristianesimo, crocefissa

Il tema che trattiamo è quello della gioia che non è un tema molto gettonato nella spiritualità cristiana. Siamo eredi di una tradizione spirituale tetra, pessimista, dove le parole gioia, felicità, non vi dico il piacere, venivano viste con sospetto. È una spiritualità dove c’era più il dolore, la sofferenza, – gementi e piangenti in questa valle di lacrime – Quanto piace alle persone pie usare questa espressione! Si vedono già che sguazzano nella loro piscina personale, – gementi e piangenti in questa valle di lacrime -. Oppure si sente dire che la felicità non è di questo mondo e siamo nati per soffrire, la felicità è nell’aldilà  Il tema che trattiamo è un tema, poco gettonato nella spiritualità cristiana tutta imperniata di dolore, di sofferenza; voi sapete che se a certi teologi, a certi preti togliete il dolore, la sofferenza, non sanno più di che cosa parlare. Ed è il tema della gioia. Ma non la gioia, la gioia promessa come un premio nell’aldilà  la felicità futura. La gioia che è possibile avere qui, in pienezza in questa esistenza. Ma che cosa interessa a noi la promessa di una felicità futura se qui siamo infelici? Ma cosa volete che ci conforti sapere che un domani nell’aldilà saremo nella pienezza della gioia, quando la gioia ci manca qui in questa esistenza? (Alberto Maggi)

  • Dove si siamo persi?

Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.      Gv 15,11

Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. Fil 4,4-6

La ricerca della felicità?

L’uomo cerca la felicità ma in cosa la cerca?

È ancora possibile che l’uomo sia consapevole dell’eccedenza che dimora in lui?

Da dove deriva la felicita cristiana?

Gesù mi svela il volto di Dio e il volto dell’uomo.

Dio: personale, libero, che sa gioire, che ha un progetto di bene, che si incarna e redime, che dona salvezza.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Gv 6,39

L’uomo: creato a immagine di Dio (la somiglianza la deve fare lui), colmo di dignità, collaboratore di Dio nel suo progetto, che vive nella famigliarità divina

Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. 2Cor 1,24

In questa prospettiva gli aspetti di dolore e sofferenza vengono letti in chiave prospettica, di crescita, di doglie del parto, di scelte sbagliate dell’uomo. Siamo già e non ancora, proiettati ad una dimensione di pienezza già iniziata ma mai finita. Da qui nasce la gioia cristiana, tristezza superata (cfr cammino degli apostoli)

Convertirsi alla gioia

La gioia cristiana, allora, coinvolge non solo l’emozione ma anche e soprattutto intelligenza e volontà, speranza e operosità. Ci si educa alla gioia!

Siate sempre lieti,  pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. 1Ts 5,16-21

Ci sarebbe anche bisogno di un paziente sforzo di educazione per imparare o imparare di nuovo a gustare semplicemente le molteplici gioie umane che il Creatore mette già sul nostro cammino: gioia esaltante dell’esistenza e della vita; gioia dell’amore casto e santificato; gioia pacificante della natura e del silenzio; gioia talvolta austera del lavoro accurato; gioia e soddisfazione del dovere compiuto; gioia trasparente della purezza, del servizio, della partecipazione; gioia esigente del sacrificio. Il cristiano potrà purificarle, completarle, sublimarle: non può disdegnarle. La gioia cristiana suppone un uomo capace di gioie naturali. Molto spesso partendo da queste, il Cristo ha annunciato il Regno di Dio. 

(Paolo VI, Gaudete in Domino, 1)

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