Cari Confratelli, portiamo tutti nel cuore la gioia per lโincontro โ fraterno, franco e prolungato โ che abbiamo avuto ieri sera con il Santo Padre. Sentiamo nostra la sua preoccupazione per la crisi delle vocazioni โ non a caso, ha parlato di ยซemorragiaยป โ e vedremo come concretizzare il suo suggerimento a ยซuna piรน concreta e generosa condivisione fidei donumยป tra le nostre Diocesi. La riconoscenza che ha espresso per ยซil molto che nella CEI si รจ fatto negli ultimi anni sulla via della povertร e della trasparenzaยป, ci stimola tutti a una gestione dei beni e a una testimonianza che siano davvero esemplari. Allo stesso tempo, non intendiamo nemmeno sottrarci alla terza questione, sollevata dal Papa, relativa alla riduzione delle Diocesi italiane.
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A mia volta, sento una grazia davvero grande quella di vivere con tutti voi questโAssemblea Generale. ร un appuntamento scandito certo dagli argomenti allโordine del giorno, ma a cui mi avvicino animato da una ricchezza di suggestioni, legata allโesperienza di questo primo anno da Presidente della CEI.
Desidero, innanzitutto, salutare i nuovi membri che abbiamo accolto nella nostra Conferenza: S.E. Claudio Palumbo (Vescovo di Trivento), S.E. Gian Franco Saba (Arcivescovo di Sassari), S.E. Derio Olivero (Vescovo di Pinerolo), S.E. Gianni Sacchi (Vescovo di Casale Monferrato), S.E. Ciro Fanelli (Vescovo di Melfi – Rapolla โ Venosa), S.E. Giacomo Cirulli (Vescovo di Teano โ Calvi), S.E. Rocco Pennacchio (Arcivescovo di Fermo), S.E. Egidio Miragoli (Vescovo di Mondovรฌ), S.E. Luciano Paolucci Bedini (Vescovo di Gubbio), S.E. Leonardo DโAscenzo (Arcivescovo di Trani – Barletta โ Bisceglie), S.E. Daniele Libanori (Vescovo ausiliare di Roma), S.E. Paolo Ricciardi (Vescovo ausiliare di Roma), S.E. Michele Fusco (Vescovo di Sulmona โ Valva), S.E. Luigi Testore (Vescovo di Acqui), S.E. Livio Corazza (Vescovo di Forlรฌ โ Bertinoro), S.E. Gianpiero Palmieri (Vescovo ausiliare eletto di Roma).
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Rinnovo, a nome di tutti, lโaugurio ai nuovi Cardinali, tra cui Mons. Angelo De Donatis, Vicario Generale di Roma, Mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato eย Mons. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo de LโAquila. Accogliamo in spirito di fraternitร il Nunzio Apostolico in lโItalia e i Confratelli di Conferenze Episcopali estere.
Un pensiero, altrettanto cordiale, lo rivolgo ai Vescovi divenuti emeriti: S.E. Mons. Paolo Mario Virgilio Atzei (Sassari), S.E. Mons. Alceste Catella (Casale Monferrato), S.E. Mons. Mario Ceccobelli (Gubbio), S.E. Mons. Luigi Conti (Fermo), S.E. Mons. Domenico Umberto DโAmbrosio (Lecce), S.E. Mons. Pier Giorgio Debernardi (Pinerolo), S.E. Mons. Vincenzo Manzella (Cefalรน), S.Em. Card. Edoardo Menichelli (Ancona โ Osimo), S.E. Mons. Pier Giorgio Micchiardi (Acqui), S.E. Mons. Luciano Monari (Brescia), S.E. Mons. Luciano Pacomio (Mondovรฌ), S.E. Mons. Lino Pizzi (Forlรฌ โ Bertinoro), S.Em. Card. Angelo Scola (Milano), S.E. Mons. Domenico Angelo Scotti (Trivento), S.E. Mons. Domenico Sigalini (Palestrina), S.Em. Card. Agostino Vallini (Vicario Generale emerito di Roma).
La nostra preghiera abbraccia, infine, i Vescovi defunti nel corso dellโultimo anno: S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri (Arcivescovo di Trani – Barletta โ Bisceglie), S.E. Mons. Giovanni Benedetti (Vescovo emerito di Foligno), S.E. Mons. Raffaele Calabro (Vescovo emerito di Andria), S.Em. Card. Dionigi Tettamanzi (Arcivescovo emerito di Milano), S.Em. Card. Carlo Caffarra (Arcivescovo emerito di Bologna), S.E. Mons. Sotir Ferrara (Vescovo emerito di Piana degli Albanesi), S.E. Mons. Antonio Riboldi (Vescovo emerito di Acerra), S.E. Mons. Serafino Sprovieri (Arcivescovo emerito di Benevento), S.E. Mons. Lino Bortolo Belotti (Vescovo giร ausiliare di Bergamo), S.E. Mons. Michele Castoro (Arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo).
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Cari Confratelli, la fiducia che tanto voi quanto il Santo Padre avete voluto esprimermi, mi ha portato in questi mesi a uscire sempre piรน frequentemente dalla โmiaโ Perugia, per un ministero dellโascolto e dellโincontro, della consolazione e dellโincoraggiamento. Ho cercato di prendere sul serio il mandato che mi avete affidato, senza altra ambizione che non sia quella di servire la Chiesa.
La frequentazione sistematica della Segreteria Generale della CEI, il tempo speso per la conoscenza diretta di responsabili e dipendenti, la condivisione di problemi e le attese di cambiamento che dal territorio si riversano sul centro, mi hanno reso ancora piรน consapevole della necessitร di un impegno puntuale e condiviso.
ร con questo sguardo che insieme ci aiuteremo ad affrontare il tema principale della nostra assise: Quale presenza ecclesiale nellโattuale contesto comunicativo. Si tratta di un argomento inserito a pieno titolo nella prospettiva del decennio. Penso, in particolare, a dove i nostri Orientamenti pastorali evidenziano che ยซlโimpegno educativo sul versante della nuova cultura mediatica dovrร costituire negli anni a venire un ambito privilegiato per la missione della Chiesaยป. Lโobiettivo di fondo che ci siamo dati in questa Assemblea รจ quello di mettere a fuoco una lettura dello scenario della comunicazione in funzione della nostra presenza e del nostro impegno missionario ed educativo. A tale orizzonte rinviano anche gli ambiti che approfondiremo nei lavori di gruppo.
Rientra nella medesima prospettiva anche lโaltra tematica su cui la nostra Assemblea รจ chiamata a fare il punto, ossia il cammino verso il Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre, dedicato a I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Visitando diverse delle vostre Diocesi, constato come lโintuizione del Santo Padre si stia rivelando unโopportunitร , che vede le nostre Chiese impegnate in un importante lavoro di ascolto delle nuove generazioni e, allo stesso tempo, di dialogo con le istituzioni locali. Anche il Sinodo non fa che confermare lโimportanza dellโimpegno educativo: nel concreto, significa mettere lโaccento, innanzitutto, sulla responsabilitร di noi adulti nel testimoniare ai giovani ragioni di vita, coinvolgendoli nellโesperienza cristiana; quindi, sulla centralitร dei legami e degli affetti, a cui dร un contributo essenziale lโappartenenza ecclesiale; infine, sulla consapevolezza che la maturitร , verso la quale le nuove generazioni sono incamminate, cresce in misura proporzionale alla loro disponibilitร a restituire, a prendersi cura, a donare qualcosa di sรฉ agli altri.
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A questo nostro convenire di pastori, che amano il popolo in mezzo al quale sono stati posti, guarda sicuramente con attenzione lโintero Paese, specie in una fase delicata come lโattuale.
Non sarebbe difficile, probabilmente, dar fiato a una serie di preoccupazioni, a fronte delle difficoltร in cui si dibatte la nostra gente, a causa di una crisi economica decennale che ha profondamente inciso sulla stessa tenuta sociale.
Non sarebbe difficile nemmeno osservare come a tale stato di prostrazione sia venuto associandosi un clima di smarrimento culturale e morale, che ha prodotto un sentimento di rancore diffuso, di indifferenza alle sorti dellโaltro, di tensioni e proteste neanche troppo larvate.
Non sarebbe, infine, difficile riconoscere pure che un simile disagio sociale ha avuto effetti pesanti anche in politica, effetti visibili nella situazione di stallo e di confusione di ruoli che ha segnato lโavvio di questa Legislatura.
Ma non credete, cari Confratelli, che anche nel contesto attuale ci siano ragioni fondate per dire che la partita non รจ persa?ย Non credete che le radici siano buone e il Paese piรน sano di come spesso lo si dipinga? Non credete che, non solo non siamo semplicemente allo sbando o alla deriva, ma ci sia ancora tanta disponibilitร per il bene comune?
Tra pochi mesi celebreremo il centenario dellโappello ai Liberi e Forti, lanciato da un gruppo di tenaci democratici, riuniti intorno a don Luigi Sturzo. Fu lโinizio di una storia, quella del cattolicesimo politico italiano, che ha segnato la nostra democrazia e che ci ha dato una galleria di esempi alti di dedizione, di umiltร , di intelligenza. Abbiamo vissuto momenti gloriosi e momenti dolorosi, sperimentato la forza ma anche la debolezza, la meschineria, il tradimento, la diaspora. Vecchi partiti si sono sgretolati, nuovi soggetti sono venuti sulla scena, ma nessuno puรฒ negare che nelle migliaia di Comuni italiani ci sono persone che senza alcuna visibilitร e senza guadagno reggono le sorti della nostra fragile democrazia. Chi si impegna nellโamministrare la cosa pubblica deve ritornare ad essere un nostro figlio prediletto: dobbiamo mettere tutta la forza che ci resta al servizio di chi fa il bene ed รจ davvero esperto del mondo della sofferenza, del lavoro, dellโeducazione. Quello che ha sempre guidato i cattolici italiani โ penso, ad esempio, al beato Giuseppe Toniolo โ รจ stato un grande bisogno di distinguersi e di portare alta la divisa evangelica pure in politica. La storia della Chiesa italiana รจ stata una storia importante anche per la particolare sensibilitร per lโaspetto politico dellโevangelizzazione: nessuna Conferenza episcopale come la nostra possiede un tesoro cosรฌ ricco di documenti e di testimonianze. Dobbiamo esserne fieri, ma soprattutto รจ venuto il momento di interrogarci se siamo davvero eredi di quella nobile tradizione o se ci limitiamo soltanto a custodirla, come talvolta si rischia che avvenga perfino per il Vangelo.
Dove sono le nostre intelligenze, dove sono le nostre passioni?ย Perchรฉ il dibattito tra noi รจ cosรฌ stentato? Di che cosa abbiamo timore? Gli spazi che la dottrina e il magistero papale ci hanno aperti sono enormi โ come ribadiva ieri sera il Santo Padre โ ma sono spazi vuoti se non li abitiamo. E spazi dottrinali vuoti o pieni di pia retorica non sono sufficienti a contenere le tragedie di questa umanitร in mezzo alla quale la misericordia del Signore ci ha posto.
Cari amici, la fede non puรฒ essere fumo, ma fuoco nel cuore delle nostre comunitร . Credo che, con lo spirito critico di sempre, sia giunto il momento di cogliere la sfida del nuovo che avanza nella politica italiana per fare un esame di coscienza e, soprattutto, per rinnovare la nostra pedagogia politica e aiutare coloro che sentono che la loro fede, senza lโimpegno pubblico, non รจ piena. Sono molti, sono pochi? Ancora una volta, non รจ questione di numero, ma di luce, lievito e sale: ogni societร vive e progredisce se minoranze attive ne animano la vita spirituale e si mettono al servizio di chi nemmeno spera piรน.
In questo momento cruciale della nostra storia, esprimiamo con convinzione la nostra stima al Presidente della Repubblica per la guida saggia e paziente con cui sta facendo di tutto per dare un governo allโItalia.
Nel contempo, ricordiamo a tutti come non basti nemmeno avere un governo per poter guidare il Paese. Occorre โ questo Paese โ conoscerlo davvero, conoscerne e rispettarne la storia e lโidentitร ; bisogna conoscere il mondo di cui siamo parte e nel quale la nostra Repubblica โ cofondatrice dellโEuropa unita โ รจ desiderosa di ritornare a svolgere la sua responsabilitร di Paese libero, democratico e solidale. Anche la nostra Chiesa รจ attraversata da un respiro europeo e chi frequenta i nostri confratelli sa quanto le Chiese del Continente siano alla ricerca di idee e di entusiasmi per educare e favorire la crescita di unโetica pubblica.
Questi principi fanno parte integrante della nostra cultura. A questi principi intendiamo dare un contributo reale, convinti che โ come dicevo a inizio dโanno โ questo sia un tempo in cui ยซoccorre ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la societร ยป.
Prendiamo, dunque, le distanze dal disincanto, dalla prepotenza e dalla sciatteria morale che ci circondano. Prendiamo le distanze dalle nostre stesse paure. Facciamolo in nome del Vangelo e sempre con il sorriso e a voce bassa. Ci troveremo a condividere la strada con tante persone buone, sincere e oneste.
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Con analogo respiro e disponibilitร intendiamo volgerci anche al Mediterraneo.
Davanti agli occhi โ e soprattutto nel cuore โ abbiamo le tante situazioni di estrema instabilitร politica e di forte criticitร dal punto di vista umanitario. Dalla Libia alla Siria, dallโIraq a Israele โ solo per esemplificare โ il Mediterraneo รจ teatro di conflitti e tragedie, di scelte disperate e di minacce dalle conseguenze incalcolabili.
Quando tutto precipita nel fanatismo e nel fondamentalismo tornano decisive parole e segni che non alimentino lโodio e la violenza, ma la riconciliazione e il dialogo.
Su questa strada โ confortato sia dal Santo Padre che dai membri del Consiglio Permanente โ ho maturato la convinzione circa la bontร e lโurgenza di dar vita a un Incontro di riflessione e spiritualitร per la pace nel Mediterraneo.
In fondo, si tratta di un ritorno a casa. Non dimentichiamo, infatti, che lโarea del Mare nostrum รจ quella che ha visto il nascere e il diffondersi dellโesperienza cristiana con la presenza della Chiesa fin dalle origini. ร una Chiesa dalla forte spiritualitร martiriale, che โ in chiave ecumenica e di dialogo interreligioso โ puรฒ offrire un contributo importante, in pensieri e azioni, a una cultura della pace. Nel proporre questa occasione di incontro fra i Vescovi del Mediterraneo sono convinto che โ in forza della comunione ecclesiale e della nostra capacitร di inculturazione โ si aiuti a maturare quello sguardo incrociato e complessivo che spesso รจ assente nellโoperato delle singole nazioni o allโinterno delle organizzazioni internazionali.
Il confronto tra noi puรฒ e deve approfondire ipotesi e modalitร con cui promuovere e organizzare lโiniziativa, arrivando a breve anche alla costituzione di un Comitato operativo. La nostra attenzione si focalizza sullโincontro che Papa Francesco vivrร a Bari il prossimo 8 luglio, dal quale non mancheremo di trarre spunti e indicazioni per il nostro cammino.
