Il Vangelo del Giorno, 9 novembre 2016, Gv 2, 13-22

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Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
9 Novembre 2016 – Gv 2, 13-22

XXXII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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 Gv 2, 13-22

  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Quarta settimana del Salterio
  • Mercoledì – 32.a Tempo Ordinario
  • Il Santo di oggi: DEDICAZIONE BASILICA LATERANENSE (f)
  • Un fiume rallegra la città di Dio
  • Letture del giorno: Ez 47, 1-2.8-9.12; Sal 45; Gv 2, 13-22

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Gv 2, 13-22
Dal Vangelo secondo Giovanni

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.

Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

IN ALTERNATIVA: Gv 4, 19-24

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Commento al Vangelo del giorno – Gv 2, 13-22

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Sia glorificato il nome di Dio

Archbasilica of St. John LateranOggi festa è la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del Papa. Nel vangelo sentiamo Gesù che è modello di ogni virtù, perfettissimo nella sua natura umano – divina, si propone a tutti noi particolarmente per la sua mitezza e per la sua umiltà.

Oggi però, preso da santo zelo per la casa del Padre, ridotta ad una spelonca di ladri e infestata da venditori e cambiavalute, mostra la sua giusta ira e il suo santo sdegno.

L’evangelista ci racconta: «Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». Il tempio era ritenuto la dimora di Dio con gli uomini, il luogo dove più viva era la sua presenza, era anche il segno visibile di un’unica fede, nell’unico Dio, del popolo eletto, luogo di preghiera e di culto e non di mercato.

Gesù, sollecitato poi dai soliti suoi nemici, che vogliono comprendere con quale autorità egli si permetta di agire in tal modo, fa un passaggio dal tempio fatto di pietre e il tempio del suo corpo e lancia loro una sfida: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». È evidente per noi oggi l’allusione alla sua morte e risurrezione. È mirabile per la nostra fede la certezza che il corpo di Cristo è il tabernacolo di Dio.

È gratificante e sublime quanto ci ricorda san Paolo: «Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?». Ecco, visto l’andazzo del mondo forse tante volte anche noi ce lo dimentichiamo. Prendiamone coscienza e proviamo a vivere la nostra vita con la forza dello Spirito Santo che non solo quando Dio creava l’universo era li’… ma anche quando risuscitò Gesù Cristo, e quando inviò i discepoli nel mondo nel Suo nome.

Siamo tempio dello Spirito Santo che in noi abita.

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