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Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
8 Novembre 2016 – Lc 17, 7-10
XXXII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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- Pubblicitร -
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Quarta settimana del Salterio
- Lunedรฌ – 32.a Tempo Ordinario
- Il Santo di oggi: S. S. Goffredo vescovo
- La salvezza dei giusti viene dal Signore
- Letture del giorno: Tt 2,1-8.11-14; Sal 36; Lc 17, 7-10
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Lc 17, 7-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน disse:
ยซChi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirร , quando rientra dal campo: โVieni subito e mettiti a tavolaโ? Non gli dirร piuttosto: โPrepara da mangiare, strรฌngiti le vesti ai fianchi e sรฉrvimi, finchรฉ avrรฒ mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tuโ?
Avrร forse gratitudine verso quel servo, perchรฉ ha eseguito gli ordini ricevuti?
Cosรฌ anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi รจ stato ordinato, dite: โSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareโยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commento al Vangelo del giorno – Lc 17, 7-10
Commento a cura dei Monaci Benedettini
Siamo servi inutili.
ร innato nell’essere umano attendersi una ricompensa ed una gratificazione, dopo aver adempiuto ad un proprio dovere. Tutto il lavorio dell’uomo รจ orientato infatti al conseguimento di un giusto salario e ad una adeguata ricompensa. Non รจ cosรฌ nei confronti del Signore: da Lui, fonte di ogni bene, Signore dell’universo, nulla possiamo pretendere, anche se tutto speriamo da Lui.
Il rapporto infatti che instauriamo con Dio non รจ confrontabile con quello che viviamo nei confronti del nostro prossimo. “Essere servi del Signore, significa regnare”, garantirsi cioรจ l’accesso al regno di Dio e godere della sua ineffabile presenza santificante giร in questo mondo. Non puรฒ essere quindi oggetto di un baratto e ancor meno una pretesa. Ridurremmo il buon Dio ad un semplice buon padrone se lo pensassimo come un datore di lavoro con tutti quei vincoli e obblighi reciproci che li regolano.
ร per questo che il Signore oggi ci dice che: “Quando avrete fatto tutto quello che vi stato ordinato, dite “siamo servi inutili”. Non รจ l’esortazione ad un semplice gesto di umiltร , ma il riconoscimento del primato di Dio nell’amore e la consapevolezza che non saremo mai in grado di offrirgli un servizio adeguato alla sua divina maestร . Senza la sua grazia nessuna azione umana, per quanto giusta, potrebbe meritare un premio eterno, la cui essenza รจ lo stesso amore di Dio, di cui saremo riempiti per l’eternitร . Tuttavia in altre parti del Vangelo lo stesso Signore non manca di esortarci al bene anche in vista del premio finale.
Ai suoi apostoli egli dice: “In veritร vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarร seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribรน di Israele”. Ci parla ripetutamente del premio riservato a coloro che gli rimangano fedeli, ma tutto questo ci conferma che solo dalla bontร divina sgorga l’incommensurabile premio.
Lo stesso San Paolo, prossimo ormai a concludere la sua buona battaglia, afferma: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerร in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”. E quel premio ci spetta, non per merito ma per amore, nonostante siamo solo servi, tanto piรน servi inutili…
