Il Vangelo del Giorno, 6 ottobre 2016, Lc 11, 5-13

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Il testo ed il commento al Vangelo del
6 Ottobre 2016 – Lc 11, 5-13

XXVII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Lc 11, 5-13ย ย ย 

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  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Terza settimana del Salterio
  • Giovedรฌ – 26.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Bruno (mf)
  • Benedetto il Signore, Dio dโ€™Israele, perchรฉ ha visitato il suo popolo
  • Liturgia: Gal 3, 1-5; Sal da Lc 1; Lc 11, 5-13

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Lc 11, 5-13
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesรน disse ai discepoli:

ยซSe uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perchรฉ รจ giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta รจ giร  chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerร  a darglieli perchรฉ รจ suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerร  a dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarร  dato, cercate e troverete, bussate e vi sarร  aperto. Perchรฉ chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarร  aperto.

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darร  una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darร  uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto piรน il Padre vostro del cielo darร  lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Lc 11, 5-13

Commento a cura dei Monaci Benedettini

La perseveranza nella preghiera.

Se la preghiera รจ essenzialmente comunione di amore con Dio, non possiamo mai e poi mai desistere dal praticarla, resteremmo privi di ciรฒ che รจ essenziale per il nostro esistere e vivere. Alcuni si interrogano come mai dobbiamo reiterare le nostre richieste al Signore, se lui tutto vede e tutto conosce.

La risposta รจ รฌnsita nella nostra natura umana, corrotta dal peccato: dobbiamo colmare con la preghiera la distanza che noi, colpevolmente, abbiamo stabilito dal nostro Padre celeste, lasciando la casa paterna per vagare nell’illusione della libertร , sperperando tutti i nostri beni piรน preziosi. Nel dialogo possiamo stabilire la comunione, nell’umiltร  della preghiera, possiamo manifestare a Lui le nostre debolezze e implorare la su forza.

Non possiamo dimenticare poi la nostra fragilitร  e il bisogno estremo di conoscere la volontร  di Dio, il suo piano di salvezza per tutti noi. Noi, istintivamente aneliamo al bene, ma non siamo piรน capaci nรฉ di conoscerlo, nรฉ di amarlo, nรฉ di praticarlo. Bisogna allora chiedere, cercare, bussare affinchรฉ il nostro cuore si riapra a Dio e il suo al nostro. Cosรฌ rinasce l’amore, cosรฌ riscopriamo il vero bene, cosรฌ, pregando senza stancarci mai, impariamo l’arte sublime della preghiera. L’approdo a cui la preghiera ci conduce รจ la certezza di essere amati e di essere capaci di amare come Dio vuole.

Scopriamo di essere suoi figli, di essere fratelli, di dover seguire le sue vie, di essere finalmente capaci di comprendere i valori della vita presente e quelli della vita futura. Rientriamo in sintonia con il nostro Padre celeste, con i nostri simili, con noi stessi. Impariamo a vivere dei beni semplici ed umili della vita, senza lasciarci soffocare dagli affanni e dalle eccessive preoccupazioni. Impariamo ad elevarci varcando senza fatica la soglia del tempo.

Diventiamo cittadini del cielo ed eredi dei beni di Dio. รˆ la piรน grande conquista che possiamo realizzare con la nostra fugace esistenza.

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