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Il testo ed il commento al Vangelo del 29 giugno 2016 – Mt 16, 13-19
XIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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Colore liturgico: rosso
Le letture del giorno: At 12, 1-11; Sal. 33; 2 Tm 4,6-8.17.18; Mt 16, 13-19
Prima settimana del Salterio
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
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Mt 16, 13-19
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesรน, giunto nella regione di Cesarรจa di Filippo, domandรฒ ai suoi discepoli: ยซLa gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?ยป. Risposero: ยซAlcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elรฌa, altri Geremรฌa o qualcuno dei profetiยป.
Disse loro: ยซMa voi, chi dite che io sia?ยป. Rispose Simon Pietro: ยซTu sei il Cristo, il Figlio del Dio viventeยป.
E Gesรน gli disse: ยซBeato sei tu, Simone, figlio di Giona, perchรฉ nรฉ carne nรฉ sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che รจ nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherรฒ la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darรฒ le chiavi del regno dei cieli: tutto ciรฒ che legherai sulla terra sarร legato nei cieli, e tutto ciรฒ che scioglierai sulla terra sarร sciolto nei cieliยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Mt 16, 13-19
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]Le colonne della Chiesa.
La liturgia di questa festa ci sollecita a riflettere sulla fedeltร e sulla testimonianza delle due colonne portanti della Chiesa. Ci mostra Pietro con le chiavi del regno, primo e principe degli apostoli. Ascoltiamo la sua confessione che ormai ci appartiene come seguaci della stessa fede. Percepiamo con gioia l’origine della nostra appartenenza a Cristo, la fonte da cui abbiamo sorbito lo stesso credo, l’impegno che ci pone a nostra volta come testimoni. ร anche il giorno della gratitudine a Dio, a Cristo Gesรน e ai suoi apostoli, i fattori della Chiesa, nostra madre. Ci viene da ripercorrere la storia della Chiesa fino ai nostri giorni per rivivere un percorso, dove le umane fragilitร sono state come spente dalla forza dello Spirito. Siamo certi di poggiare ancora sulla roccia che รจ Cristo stesso e sulla Pietra che รจ il romano pontefice.
Le porte degli inferi, anche quando hanno infierito con violenza contro di noi, non hanno prevalso. La promessa di Cristo si รจ realizzata in pienezza. La storia di Pietro, prima debole, spavaldo e pauroso, poi intrepido assertore della veritร e martire come Cristo per testimoniare la propria fedeltร , รจ diventato sostanzialmente la storia della nostra Chiesa e di tanti cristiani. ร stato determinate in questo faticoso percorso l’apporto di Paolo, il convertito sulla via di Damasco, l’Apostolo delle genti. Egli per primo ha valicato i confini del mondo ebraico per rivolgere il messaggio della salvezza ai pagani, a tutti noi che da quel mondo proveniamo. La seconda lettura d’oggi risuona come un gioioso testamento che Paolo confida al suo amico e collaboratore Timoteo: “io sto giร per essere versato in offerta ed รจ giunto il momento che io lasci questa vita. .
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta soltanto la corona di giustizia che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerร in quel giorno; non solo a me, ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione”. Vedere sparso in offerta il proprio sangue รจ la suprema aspirazione dell’Apostolo, dopo le dure fatiche del suo intensissimo apostolato. Egli brama il martirio per essere totalmente assimilato a Cristo e dare cosรฌ la suprema testimonianza di fedeltร e d’amore. Ambedue gli apostoli in modo diverso tracciano il cammino della Chiesa e di ciascuno di noi: anche noi deboli come Pietro, prima della Pentecoste, ma anche noi irrorati dallo stesso Spirito. Noi pure forse lontani coma Paolo, ma poi folgorati dalla grazia. Chi sa se anche noi siamo disposti e realmente pronti a dare la vita per Cristo?
