Il Vangelo del Giorno, 27 Agosto 2016, Mt 25, 14-30

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Il testo ed il commento al Vangelo del 27 agosto 2016 – Mt 25, 14-30

XXI Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Mt 25, 14-30

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  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Prima settimana del Salterio
  • Venerdรฌ – 21.a Tempo Ordinario
  • Santo del giorno: S. Monica (m)
  • Beato il popolo scelto dal Signore
  • Liturgia: 1 Cor 1, 26-31; Sal 32; Mt 25, 14-30

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Mt 25, 14-30
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli questa parabola:
ยซAvverrร  come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamรฒ i suoi servi e consegnรฒ loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacitร  di ciascuno; poi partรฌ.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andรฒ a impiegarli, e ne guadagnรฒ altri cinque. Cosรฌ anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnรฒ altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andรฒ a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.

Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornรฒ e volle regolare i conti con loro.
Si presentรฒ colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portรฒ altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone โ€“, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentรฒ poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone โ€“, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Si presentรฒ infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciรฒ che รจ tuo”.

Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e cosรฌ, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perchรฉ a chiunque ha, verrร  dato e sarร  nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrร  tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; lร  sarร  pianto e stridore di denti”ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commenti al Vangelo di Mt 25, 14-30

Commento a cura dei Monaci Benedettini

[ads2]I talenti, doni da fruttificare…

Nell’attesa del Signore che viene non dobbiamo restare inoperosi e sfaccendati. Non ci รจ lecito neanche nascondere, con il pretesto di una falsa umiltร , nascondere il prezioso talento che il buon Dio ci ha affidato. Sin dalla creazione egli ha dotato l’uomo di doni particolari affinchรฉ diventi il custode e il continuatore della sua opera.

Oltre perรฒ a quest’impegno che riguarda tutta l’umanitร , ad ognuno di noi ha dato un certo numero di talenti, secondo un suo arcano disegno. I talenti sono i doni di anima e di corpo che ci rendono concretamente capaci di operare per la gloria di Dio e per il bene nostro e del nostro prossimo. Ai suoi occhi non รจ importante che noi stiamo ad arrovellarci il cervello per valutare quali e quanti sono i suoi doni, ciรฒ che conta che tutti, pochi o tanti, siano messi doverosamente a frutto e ciรฒ anche perchรฉ egli ci premia con la stessa misura, sia se abbiamo fatto fruttificare un solo talento, sia se ne abbiamo moltiplicati cinque: “Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darรฒ autoritร  su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.

Il premio รจ la gioia, che ha una duplice manifestazione: sulla terra รจ la gratificazione che sgorga dall’operare il bene, nel cielo รจ la beatitudine eterna. Scopriamo poi che ancora una volta la fedeltร  al Signore trae origine dall’amore che abbiamo verso di lui, come l’infedeltร  ha le sue radici nel concezione erronea che abbiamo del nostro Dio e Signore: “Signore, – sono le parole del servo infedele – so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso.

Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciรฒ che รจ tuo”. Forse sono ancora tanti che pensano a Dio come un “uomo” duro e troppo esigente per cui nei suoi confronti nutrono solo paura, e non invece amore figliale.

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