Il Vangelo del Giorno, 3 maggio 2016, Gv 14, 6-14

Data:

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Il testo ed il commento al Vangelo del 3 maggio 2016 – Gv 14, 6-14 – VI Settimana del Tempo di Pasqua.

https://youtu.be/r4rGJbIQyZg

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  • Colore liturgico: bianco

Le letture del giorno: 1 Cor 15, 1-8; Sal 18; Gv 14, 6-14

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Gv 14, 6-14
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesรน a Tommaso: ยซIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete vedutoยป.
Gli disse Filippo: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป.
Gli rispose Gesรน: ยซDa tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre รจ in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre รจ in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In veritร , in veritร  io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirร  le opere che io compio e ne compirร  di piรน grandi di queste, perchรฉ io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farรฒ, perchรฉ il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farรฒยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commento al Vangelo di Gv 14, 6-14

Commento a cura dei Monaci Silvestrini

[ads2]Io sono la via…

Al di lร  dei dati storici, l’apostolo Filippo si รจ reso famoso per una audace richiesta rivolta a Gesรน, mentre parlava della sua identitร  con il Padre: ยซSignore, mostraci il Padre e ci bastaยป. Richiesta audace, l’abbiamo definita, ma anche emblematica perchรฉ l’apostolo esprimeva in quella sua domanda, l’ansia di Dio, racchiusa da sempre nel cuore dell’uomo. Il figlio senza padre, si sente orfano e stenta a comprendere la sua vera identitร ; l’uomo senza Dio si sente smarrito, disorientato e solo.

Dobbiamo perciรฒ gratitudine a questo apostolo perchรฉ ha offerto a Gesรน l’occasione, sia di ribadire la sua divinitร , sia di indicarci la sua persona come icona perfetta del Padre: ยซChi ha visto me ha visto il Padreยป. Non ci sfugga poi che dentro la sua curiositร  si nasconde un bisogno autentico di spirituale ascensione verso le veritร  ultime: un bell’esempio per tutti noi, forse piรน superficiali nelle nostre ricerche e meno autentici nei nostri desideri. In quest’ansia di bene e nel comune desiderio di comprendere e testimoniare le ยซcoseยป di Dio, vediamo accomunato l’altro apostolo, Giacomo detto il minore, per distinguerlo dall’altro apostolo dallo stesso nome.

Anch’egli รจ stato un seguace di Cristo, anch’egli nel volto del Salvatore ha saputo rimirare il volto stesso di Dio, anch’egli รจ stato un eroico testimone del vangelo. Ha scritto una lettera, che ce lo fa riconoscere come profondo conoscitore della scrittura e dei detti del Signore. Egli mostra una predilezione per i poveri e per gli umili, che ritiene favoriti da Dio. Pare egli voglia commentare le beatitudini pronunciate dal Signore. Altro tema caro a Giacomo รจ la concretezza della fede, che non puรฒ esaurirsi in un credo sterile, ma esige espressioni da attuare nella vita. Davvero i santi si assomigliano e si integrano vicendevolmente: Filippo ci sollecita a rimirare nel volto di Cristo l’immagine stessa del Padre; Giacomo ci fa intendere che anche una vita semplice ed umile, se alimentata dalla fede operosa, รจ accetta a Dio. Abbiamo molti motivi per invocarli entrambi.

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