XXIX Settimana del Tempo Ordinario – Anno I
Colore liturgico: bianco
Le letture del giorno: Rm 4, 20-25; Sal.da Lc 1; Lc 12, 13-21.
Lc 12, 13-21
Dal Vangelo secondoย Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesรน: ยซMaestro, di’ a mio fratello che divida con me l’ereditร ยป. Ma egli rispose: ยซO uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?ยป.
E disse loro: ยซFate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perchรฉ, anche se uno รจ nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciรฒ che egli possiedeยป.
Poi disse loro una parabola: ยซLa campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sรฉ: “Che farรฒ, poichรฉ non ho dove mettere i miei raccolti? Farรฒ cosรฌ – disse โ: demolirรฒ i miei magazzini e ne costruirรฒ altri piรน grandi e vi raccoglierรฒ tutto il grano e i miei beni. Poi dirรฒ a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripรฒsati, mangia, bevi e divรจrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarร richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarร ?”. Cosรฌ รจ di chi accumula tesori per sรฉ e non si arricchisce presso Dioยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commento al Vangelo
(a cura dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT) )
Accumulare tesori senza arricchire dinanzi a Dio.
[ads2]I desideri umani, se non guidati dalla sapienza dello Spirito, sfociano inevitabilmente nella cupidigia; le necessitร della vita, sull’onda della umana insaziabilitร , si moltรฌplicano senza limite, fino a farci credere di dover vivere sempre e soltanto nella situazione terrena. Ci convinciamo anche di essere noi soltanto i padroni del tempo e della vita e i destinatari delle nostre cose, chiudendoci in un insanabile egoismo. Siamo anche noi tentati di pensare come l’uomo ricco di cui ci parla il Vangelo di oggi, una volta acquisite le nostre sicurezze, i nostri beni, riempiti i granai delle nostre bramosรฌe, diciamo a noi stessi: “hai a disposizione molti beni per molti anni; riposati, mangia e bevi e dร tti alla gioia”. Il Signore dร un giudizio completamente diverso della felice situazione in cui crede di essere quell’uomo. Egli lo definisce “stolto” perchรฉ ha sbagliato completamente i conti: ha saputo misurare l’entitร delle sue ricchezze, ma non ha valutato la caducitร del tempo e la vera destinazione di quei beni. Ha pensato ad una felicitร solo terrena e si รจ dimenticato dell’eternitร . Ecco perchรฉ il Signore non intende immischiarsi in faccende di ereditร . Troppo spesso, proprio in quelle circostanze, emergono in modo violento l’attaccamento al denaro e agli interessi solo umani. Dovremmo ricordarci che la nostra vera vita non รจ quaggiรน, dove tutto perisce, ma nell’eternitร di Dio, dove le vere ricchezze si tramutano in gioia perenne. Viviamola quaggiรน questa gioia, la gioia che vivremo un dรฌ, con Dio in eternitร .

