Il Vangelo del Giorno, 16 novembre 2016, Lc 19, 11-28

Data:

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Il testo ed il commento al Vangelo di oggi,
16 Novembre 2016 – Lc 19, 11-28

XXXIII Settimana del Tempo Ordinario – Anno II

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Lc 19, 11-28ย 

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  • Colore liturgico: Bianco
  • Periodo: Prima settimana del Salterio
  • Mercoledรฌ – 33.a Tempo Ordinario
  • Il Santo di oggi: S. Margherita di Scozia (mf); S. Geltrude (mf)
  • Santo, santo, santo il Signore Dio, lโ€™Onnipotente
  • Letture del giorno: Ap 4, 1-11; Sal 150; Lc 19, 11-28

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Lc 19, 11-28
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesรน disse una parabola, perchรฉ era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro.

Disse dunque: ยซUn uomo di nobile famiglia partรฌ per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnรฒ loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornรฒ e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.

Si presentรฒ il primo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene, servo buono! Poichรฉ ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci cittร ”.
Poi si presentรฒ il secondo e disse: “Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque cittร ”.

Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perchรฉ allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha giร  dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarร  dato; invece a chi non ha, sarร  tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”ยป.

Dette queste cose, Gesรน camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Commento al Vangelo del giorno – Lc 19, 11-28

Commento a cura dei Monaci Benedettini

Impiegatele fino al mio ritorno.

Non รจ difficile ravvisare in questo uomo di nobile stirpe che parte per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi tornare, lo stesso Cristo. Domenica prossima, a conclusione dell’anno liturgico, celebreremo Cristo, Re dell’universo!

La parabola delle mine o monete (nella nuova traduzione italiana), ci esorta ancora una volta, piรน che a smaniare di vana curiositร  per le future manifestazioni, a far tesoro dei beni che il Signore gratuitamente ci ha dato e a perseverare nella fedeltร  e nella vigilanza.

Abbiamo una triste storia alle spalle: con il nostro peccato abbiamo lanciato un grido blasfemo contro il nostro Re e Signore: ยซNon vogliamo che costui venga a regnare su di noiยป. รˆ stata ed รจ la radice di ogni male, la premessa della peggiore infedeltร  e la manifestazione della piรน assurda infedeltร .

Ribellarsi a chi tutto ci dona soltanto per amore e per la nostra migliore felicitร , รจ il peccato nella sua รฌnfima espressione. La vita stessa, il primo dono, la nostra intelligenza e la nostra volontร  che ci rendono somiglianti a Dio, ci devono servire per moltiplicare ed accrescere quei doni, dando cosรฌ lode a Colui che รจ la fonte del bene e la felicitร  piena vuole donarci come premio alla nostra fedeltร .

Non importa valutare quanti talenti abbiamo ricevuto. Saremmo giudicati secondo giustizia e con misericordia, ma non potremmo accampare scuse. Tutti siamo in grado di raggiungere la santitร , di impiegare al meglio quanto abbiamo ricevuto. Leggendo le vite dei santi ci accorgiamo che spesso quei nostri fratelli non erano particolarmente dotati, molti di loro forse avevano soltanto una mina…

Eppure con eroica fortezza hanno saputo moltiplicarla e ricevere per questo il premio e la gloria. Troppo spesso ci cร pita di rassegnarci alla mediocritร , immรจmori delle dure parole del Signore: ยซConosco le tue opere: tu non sei nรฉ freddo nรฉ caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poichรฉ sei tiepido, non sei cioรจ nรฉ freddo nรฉ caldo, sto per vomitarti dalla mia boccaยป.

Chiediamo oggi al Signore di poter riconoscere in noi i doni ricevuti e farli moltiplicare per poter ricavarne il cento per uno. Anche con una mina sola si puรฒ guadagnare il mondo intero.

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