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Il testo ed il commento al Vangelo del 12 settembre 2016 – Lc 7, 1-10
XXIV Settimana del Tempo Ordinario – Anno II
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- Pubblicitร -
- Colore liturgico: Verde
- Periodo: Terza settimana del Salterio
- Lunedรฌ – 24.a Tempo Ordinario
- Santo del giorno: Ss. Nome di Maria (mf)
- Annunciate la morte del Signore, finchรฉ egli venga
- Liturgia: 1 Cor 11, 17-26; Sal 39; Lc 7, 1-10
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Lc 7, 1-10
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesรน, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrรฒ in Cafร rnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciรฒ, avendo udito parlare di Gesรน, gli mandรฒ alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesรน, lo supplicavano con insistenza: ยซEgli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano โ, perchรฉ ama il nostro popolo ed รจ stato lui a costruirci la sinagogaยป.
Gesรน si incamminรฒ con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandรฒ alcuni amici a dirgli: ยซSignore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarร guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo faยป.
All’udire questo, Gesรน lo ammirรฒ e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: ยซIo vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede cosรฌ grande!ยป. E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Commenti al Vangelo di Lc 7, 1-10
Commento a cura dei Monaci Benedettini
[ads2]Comanda con una parola…
Nel vangelo odierno riascoltiamo le parole del centurione rivolte a Gesรน e che noi ripetiamo, con piccole varianti, immediatamente prima di accedere alla Santa Eucaristia: ยซSignore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarร guaritoยป. ร una bella espressione di fede e di umiltร .
Ci sorprende particolarmente perchรฉ viene da un pagano e da un uomo posto in autoritร nell’ambito militare, una categoria che รจ piรน abituata a comandare che a compiere atti di sottomissione. Egli riconosce la potenza e la dignitร del Cristo per cui non osa andare da Lui ed รจ convinto che non occorra che si scomodi a raggiungere la sua casa. Gesรน con la forza della sua parola puรฒ guarire anche a distanza. Altra sorpresa deriva dal fatto che l’umile implorazione del centurione non riguarda la guarigione di un suo familiare, ma di un suo servo, che egli aveva molto caro.
Quel militare pagano merita non solo la guarigione dell’infermo, ma anche un bell’elogio da parte del Signore: ยซIo vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede cosรฌ grande!ยป. Possiamo trarre da questo episodio salutari ed utilissimi insegnamenti: l’umiltร รจ il presupposto indispensabile della preghiera, ma questa deve essere sopportata dalla fede intensa.
Quando rivolgiamo a Dio la nostra preghiera per gli altri esprimiamo concretamente il nostro amore verso il prossimo e, lo sappiamo, l’amore apre il cuore di Dio alle grazie che imploriamo.

