Il testo ed il commento al Vangelo del 10 marzo 2016 – Gv 5, 31-47, ย Tempo di Quaresima – Quarta settimana del Tempo di Quaresima.
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- Colore liturgico: viola
- Le letture del giorno: Es 32, 7-14; Sal.105; Gv 5, 31-47
Gv 5, 31-47
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesรน disse ai Giudei:
ยซSe fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’รจ un altro che dร testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dร di me รจ vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla veritร . Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perchรฉ siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io perรฒ ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce nรฉ avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarรฒ io ad accusarvi davanti al Padre; vi รจ giร chi vi accusa: Mosรจ, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosรจ, credereste anche a me; perchรฉ egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?ยป.
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C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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La quaresima. Un’occasione da non perdere
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Commento al Vangelo di Gv 5, 31-47
Commento a cura dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)
[ads2]Vi accusa Mosรจ, nel quale riponete la vostra speranza.
Il Vangelo odierno ci presenta il dialogo aspro e contraddittorio che Gesรน ha con alcuni giudei a proposito della sua divinitร . Gesรน afferma con forza e con passione che egli ha motivo di essere creduto. Dalla sua parte, oltre le opere, che sta compiendo, ha anche la testimonianza di Giovanni Battista. E’ chiaro che essi dovrebbero credere… eppure rimane la realtร misteriosa della loro incredulitร . Io – dice – ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni, le opere stesse che il Padre mi ha dato da compiere, le sto facendo e testimoniano di me; ma voi non avete mai udito la sua voce e non avete la sua Parola che dimora in voi, perchรฉ non credete a Colui che egli ha mandato. Ogni nostro male viene dal non riconoscere la nostra vera identitร di figli. In pratica vogliamo essere pienamente autonomi, padri, di noi stessi, del nostro esistere. Questi giudei, custodi della santitร di Dio, non “hanno la parola di Dio che dimora in loro”. Eppure “Voi scrutate le Scritture, credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, che danno testimonianza di me”. Il rifiuto che gli avversari gli oppongono, viene dal fatto che non hanno accolto la rivelazione delle Scritture alle quali, pur si appellano. Infatti chi non ha in sรฉ l’amore di Dio non capisce le Scritture che parlano dell’amore tra il Padre e il Figlio, comunicato agli uomini. Queste parole di Gesรน fanno venire alla luce le nostre non poche resistenze. All’origine della nostra incredulitร religiosa, c’รจ il male radicato nell’uomo, che cerca la gloria dagli altri o dalle cose, i nuovi idoli, invece che da Dio. Non si puรฒ credere in Dio e affidarsi al suo amore di Padre, cercando in sรฉ o in altri la propria identitร . Gesรน non accusa nessuno: resta sempre la porta aperta per il ritorno di chiunque. E’ la stessa legge, alla quale si appellano i suoi oppositori, che li accusa per la loro incredulitร , perchรฉ, pur leggendo Mosรจ, non accettano Cristo.


