Cari confratelli,
apriamo un nuovo anno e lo iniziamo insieme: รจ grazia questo nostro riunirci, che ci vede convergere da tutte le regioni del Paese. Portiamo nel cuore le fatiche e le speranze della nostra gente, delle nostre Chiese e dei nostri territori, coinvolti come siamo dalla loro domanda di vita: domanda che ci interpella in prima persona, rispetto alla quale avvertiamo la responsabilitร di non far mancare il contributo sostanziale di quellโesperienza cristiana che passa dallโannuncio credente e dalla testimonianza credibile del Vangelo.

Io sono anziano e sono il primo a sentirmi a volte inadeguato, ma intuisco che in questo contesto dobbiamo โ a maggior ragione โ impegnarci a lavorare meglio, appassionati e concentrati sullโessenziale. Se la confusione รจ grande, non dobbiamo essere noi ad aumentarla; se ci sentiamo provocati o criticati, dobbiamo cercare di capirne le ragioni; se siamo ignorati, dobbiamo tornare a bussare con rispetto e convinzione; se veniamo tirati per la giacca, dobbiamo riflettere prima di acconsentire e fare.
Personalmente, non temo tanto le difficoltร , quanto lo scoraggiamento e la sfiducia, che costituiscono il terreno sul quale il male attecchisce e cresce. Temo lโindifferenza con cui il male si impadronisce delle nostre paure per trasformarle in rabbia. Temo lโastuzia che si serve dellโignoranza. Temo la vanitร che avvelena gli arrivisti. Temo lโorizzonte angusto dei luoghi comuni, delle risposte frettolose, dei richiami gridati. Il male ama lโordine fine a se stesso, la potenza, la ricchezza; lo Spirito, invece, รจ fuoco, รจ libertร vigile, รจ sorpresa e incontro. Il male invecchia, arrabbiato e stanco; il bene รจ una giovane primavera. La relazione cristiana non รจ un galateo o una lezione di buone maniere, bensรฌ una disposizione del cuore e della mente, una scoperta di quanto sia possibile affrontare anche i problemi piรน impegnativi quando si ha amore. Per questo preghiamo: per pensare meglio e agire con discernimento e concretezza, criteri a cui piรน volte il Santo Padre ci richiama.
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Del resto, quando il popolo รจ confuso, il modo migliore per rispondere al nostro dovere non รจ quello di proporre facili rassicurazioni, lasciando capire che poi tutto sโaggiusta o che, comunque, altri sono quelli che devono pensarci. Siamo chiamati, piuttosto, a saperci confrontare con franchezza e ad assumere con determinazione le scelte necessarie, cosรฌ da essere non solo piรน efficienti, ma soprattutto piรน chiari e uniti. Quanto รจ triste osservare chi รจ intento ad andare per la sua strada e, al piรน, si ferma per commentare e criticare! Quanto รจ bello poter fare tesoro dellโesperienza di una comunitร , poter contare sulla creativitร di alcuni e sulla saggezza di altri, entrambe poste a servizio del bene. Intorno a Cristo non si sta sparsi e sdegnosi, ma insieme; con Maria si prega insieme; davanti a chi soffre ci si dร una mano.
Le nostre decisioni devono seguire un metodo, supportato da unโidea forte e da continue verifiche, da un luogo di elaborazione culturale che non sia semplicemente una vetrina per proporre se stessi. Ci serve metodo anche per utilizzare al meglio le risorse materiali e finanziarie che i cittadini e i fedeli mettono a disposizione della Chiesa; ci serve metodo per interagire con le Istituzioni, in modo distinto e collaborativo; ci serve metodo per guardare avanti con fiducia e impegno. Non possiamo, infatti, limitarci a rincorrere lโattualitร con comunicati e interviste; non possiamo perdere la capacitร di costruire autonomamente la nostra agenda, aperti a ciรฒ che accade โ a partire dalle emergenze che bussano ogni giorno alla porta โ ma fedeli a un nostro programma pastorale, che รจ poi il Vangelo di nostro Signore, incarnato in questo tempo.
Al riguardo, non presumo di avere grandi riforme da proporre, nรฉ vedo il bisogno di pensare cose per le quali non siamo attrezzati. Sento, invece, come sia il momento di sperimentare con rinnovata convinzione la forza della nostra comunione; di fare in modo che le singole Conferenze Episcopali Regionali siano rese maggiormente protagoniste; di studiare le singole questioni con lโaiuto dei molti che possono darci una mano; di stimolare e valorizzare lโoperositร degli Uffici della nostra Segreteria generale. Con lโarrivo di Mons. Stefano Russo i nostri assetti sono ristabiliti in piena funzionalitร : disponibilitร e competenze non mancano, aiutiamoci quindi a maturare quellโarte del governo che rende tutti responsabili e gratifica chi compie al meglio il proprio dovere.
Ripartiamo, fratelli, da questo stile sinodale, viviamolo sul campo, tra la gente, per consigliare, sostenere, consolare. Sarร , allora, piรน facile distinguere le buone idee dalle cattive, adottare i provvedimenti piรน incisivi, scegliere i collaboratori piรน validi.
Vorrei arrivare allโAssemblea di maggio con un progetto condiviso, cosรฌ che si possa dire: la Chiesa italiana non si lamenta, ma si prepara a fare di piรน e meglio. Vorrei che sapessimo mostrare al Paese che noi cattolici non disertiamo le sfide impegnative di questo nostro tempo, convinti come siamo che possono essere affrontate e superate.
ร con questo spirito che iniziamo i lavori di questa sessione del Consiglio Permanente, dove siamo chiamati a confrontarci innanzitutto sugli Orientamenti pastorali con cui costruire condivisione di sguardo e dโimpegno tra le Chiese che sono in Italia. In questi giorni, inoltre, approveremo il Regolamento del Servizio nazionale a tutela dei minori e degli adulti vulnerabili; in questo ambito daremo pure gambe ai Servizi regionali, fino allโindividuazione dei referenti diocesani e delle necessarie iniziative formative.
Il nostro ritrovarci come Consiglio Permanente ci offre lโopportunitร anche per una disanima delle principali questioni che interessano il Paese: la faremo insieme, per chiarire innanzitutto a noi stessi le modalitร con cui come Chiesa intendiamo abitare questo tempo, al fine di contribuire a renderlo migliore per tutti.
Concludo con un duplice ringraziamento e un appello.
Il primo grazie lo rivolgo agli abitanti di Torre di Melissa. Mentre sul migrante e sulla persona fragile stentiamo perfino a confrontarci con serenitร , pronti come siamo a scaricare su di loro un malcontento sociale che โ come sostiene Papa Francesco โ ยซenfatizza i rischi per la sicurezza nazionale o lโonere dellโaccoglienzaยป, la piccola comunitร sulla costa crotonese ha scritto una pagina di segno contrario. A fronte di quella cinquantina di profughi abbandonati in balรฌa delle onde, sindaco, forze dellโordine, volontari e semplici cittadini hanno saputo esprimere una solidarietร corale. Sui poveri non ci รจ dato di dividerci, nรฉ di agire per approssimazione: la stessa posizione geografica del nostro Paese e, ancor piรน, la nostra storia e la nostra cultura, ci affidano una responsabilitร nel Mediterraneo come in Europa.
Il secondo grazie lo voglio rivolgere a quanti โ non da ultimo le testate giornalistiche โ si sono adoperati per evitare il raddoppio della tassazione sugli enti che svolgono attivitร non profit. Sono grato al Presidente del Consiglio dei Ministri โ che giร aveva sottolineato il ruolo determinante del Terzo settore โ di aver annunciato questo pomeriggio che lโagevolazione sarร ripristinata. ร il riconoscimento di un mondo di valori e progetti, di uno spazio educativo e formativo allโinsegna della gratuitร e del servizio; spazio di impegno civile, teso alla costruzione del bene comune. Piรน di ieri cโรจ bisogno di questa societร civile organizzata, cโรจ bisogno dei corpi intermedi, di quella sussidiarietร che risponde alle povertร e ai bisogni con la forza dellโesperienza e della creativitร , della professionalitร e delle buone relazioni.
ร lโorizzonte su cui il 18 gennaio di centโanni fa don Luigi Sturzo fondava il Partito Popolare Italiano, con lโattenzione a coniugare lโintegralitร del Cristianesimo con il rispetto della laicitร della politica, anche per evitare โ come diceva lo stesso Sturzo โ che ยซla religione venga compromessa in agitazioni politiche e in ire di parteยป.
Va in questa medesima direzione anche lโappello con cui concludo: governare il Paese significa servirlo e curarlo come se lo si dovesse riconsegnare in ogni momento. Ai liberi e forti di oggi dico: lavorate insieme per lโunitร del Paese, fate rete, condividete esperienza e innovazione. Come Chiesa assicuro che faremo la nostra parte con pazienza e coraggio, senza cercare interessi di bottega, per meritarci fino in fondo la considerazione e la stima del nostro popolo.
