Giorno liturgico: Sabato 26 agosto 2017, XX settimana del Tempo Ordinario

Data:

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Contemplare il Vangelo

(Mt 23,1-12): In quel tempo, Gesรน si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: ยซSulla cattedra di Mosรจ si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciรฒ che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perchรฉ essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattรจri e allungano le frange; si compiacciono dei posti dโ€™onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati โ€œrabbรฌโ€ dalla gente.

Ma voi non fatevi chiamare โ€œrabbรฌโ€, perchรฉ uno solo รจ il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate โ€œpadreโ€ nessuno di voi sulla terra, perchรฉ uno solo รจ il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare โ€œguideโ€, perchรฉ uno solo รจ la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi รจ piรน grande, sarร  vostro servo; chi invece si esalterร , sarร  umiliato e chi si umilierร  sarร  esaltato.

Commento: Rev. D. Antoni CAROL i Hostench (Sant Cugat del Vallรจs, Barcelona, Spagna)

ยซChi si esalterร , sarร  umiliato e chi si umilierร  sarร  esaltatoยป

Oggi, Gesรน Cristo ci rivolge nuovamente un richiamo allโ€™umiltร , un invito a metterci nel ruolo che ci corrisponde: ยซMa voi non fatevi chiamare “rabbรฌ” (…); non chiamate nessuno “padre” (…); non fatevi chiamare “maestri”ยป (Mt 23,8-10). Prima di appropriarci di tutti questi titoli, procuriamo ringraziare Dio per tutto ciรฒ che abbiamo e che da Egli abbiamo ricevuto.

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Come dice San Paolo, ยซCosa avete che non abbiate ricevuto?ยป E se lโ€™avete ricevuto, ….? (1 Cor 1,7). Di modo che, quando abbiamo coscienza di avere reagito in modo corretto, faremo bene a ripetere: ยซSiamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fareยป (Lc 17,10).

Lโ€™uomo moderno soffre di una lamentevole amnesia: viviamo e attuiamo come se noi stessi fossimo stati gli autori della vita e i creatori del mondo. Per contrasto, causa ammirazione Aristotele, il quale โ€”nella sua teologia naturaleโ€” sconosceva il concetto della โ€œcreazioneโ€ (nozione conosciuta in quei tempi soltanto per Rivelazione divina), perรฒ almeno, comprendeva che questo mondo dipendeva dalla Divinitร  (la โ€œcausa incausataโ€). Giovanni Paolo II ci chiama a conservare la memoria del debito che abbiamo contratto con nostro Dio: ยซรˆ preciso che lโ€™uomo onori il creatore offrendo in un atto di gratitudine e di elogio, tutto ciรฒ che da Egli ha ricevuto. Lโ€™uomo non puรฒ perdere il senso di questo debito, che soltanto lui, fra tutte le realtร  terrestri, puรฒ riconoscereยป.

Inoltre, pensando alla vita sopra-naturale, la nostra collaborazione โ€”Egli non farร  nulla senza il nostro permesso, senza il nostro sforzo!โ€” consiste in non interferire il lavoro dello Spirito Santo: Lasciare che Dio faccia!; che la santitร  non la โ€œfabbrichiamoโ€ noi, ma viene otorgata da Lui, che รจ il Maestro, Padre e Guida. In ogni caso, se crediamo di essere e di avere qualcosa, sforziamoci per metterli al servizio degli altri: ยซIl piรน grande tra voi sia vostro servoยป (Mt 23,11).

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