Fra le esperienze faticose e a volte anche dolorose che segnano il mio essere viandante sulle strade del mondo cโรจ anche quella della comunicazione tra amici, fratelli e sorelle, persone che incontro per brevi o lunghi tratti di strada. Non che la comunicazione sia impossibile o cattiva: sovente รจ mancante. Siamo in una cultura caratterizzata dal primato della parola e dellโimmagine, innanzitutto della parola, che vogliamo appropriata, chiara, mite razionale, onesta. Siamo tutti convinti che per allontanare violenza e aggressivitร occorra โparlarsiโ, ascoltare lโaltro ed essere ascoltati. Psicoanalisi ed etica hanno conferito un valore pressochรฉ esclusivo alla parola e cosรฌ ci siamo esercitati ad ascoltare, interpretare, misurare la parola.
Ma cโรจ anche il piรน recente primato dellโimmagine, perchรฉ ormai nella nostra societร le immagini formano il nostro panorama visivo quotidiano e non sono piรน confinate in quello che, appunto, chiamiamo โimmaginarioโ. Nei secoli passati, lโimmagine come rappresentazione si presentava come unโoccasione rara: le uniche immagini erano quelle che gli occhi potevano catturare nella realtร , lร dove si era fisicamente presenti. Oggi immagini virtuali di ogni tipo dominano e catturano la nostra attenzione.
Ora, in questa situazione di comunicazione verbale e immaginativa, mi chiedo dove si situa la corporeitร , il mio corpo e quello degli altri. Il corpo infatti รจ sรฌ presente quando si parla di sofferenza, malattia, morte o quando รจ implicato lโesercizio della sessualitร , ma pare dimenticato nella sua ordinaria quotidianitร . Eppure io sperimento di capire meglio lโaltra e di essere capito piรน in profonditร quando ci stringiamo la mano, quando dono o ricevo una carezza, quando sediamo accanto condividendo il cibo che non in un dialogo o un coloquio. La vita non puรฒ essere ridotta a scambio di parole perchรฉ oltre la parola e al di lร delle immagini cโรจ il corpo, la carne.
Aspetto specifico e dirimente nella fede cristiana รจ lโincarnazione: Dio si รจ fatto carne (sarx), corpo di un uomo. Gesรน di Nazareth era un uomo, vero uomo, carne della nostra carne, e Dio ha voluto mettere la sua tenda, la sua presenza in mezzo a noi. E se Gesรน ci ha salvato, รจ proprio attraverso questa carne, questo corpo che ha incontrato corpi umani e che ha conosciuto la sofferenza e la morte. Nel corpo di una donna Gesรน รจ stato concepito e plasmato, il suo corpo รจ stato oggetto di sollecitudini materne e paterne, con il suo corpo ha incontrato coloro che ha amato, ha servito, ha guarito, ha consolato. ร morto come corpo nudo appeso a un legno, come altri due corpi nudi di condannati come lui. ร il suo corpo che le donne sono venute a cercare al sepolcro, senza trovarlo perchรฉ risorto! Dovremmo ricordare non solo le parole di Gesรน, non solo i suoi sguardi, ma anche i suoi gesti umanissimi che toccavano corpi di malati e si lasciavano toccareโฆ Alcuni pensano che ci sia โun problema del cristianesimo con il corpoโ, ma nei vangeli il corpo di Gesรน รจ โingombranteโ e non lascia posto a immagini celestiali, spiritualizzate, incorporee di Gesรน. Egli รจ il โnuovo Adamoโ anche nel suo essere adam, โterrestreโ.
Per questo nella nostra vita quotidiana la comunicazione con lโaltro deve impegnare anche la dimensione corporale dei due interlocutori: mano nella mano, occhio contro occhio, guancia a guancia affinchรฉ lโincontro avvenga, al di qua e al di lร delle parole, anche attraverso il gesto. Dovremmo leggere e interpretare in modo piรน approfondito e fecondo i gesti di Gesรนย che tocca il lebbroso, quasi lo abbraccia โ come farร san Francesco, il somigliantissimo โ e lo fa non per penitenza ma con gioia, sapendo che la sua santitร guarisce e purifica; dovremmo meditare il gesto di Gesรน durante lโultima cena: in ginocchio davanti a ciascuno dei discepoli, prende i loro piedi tra le sue mani, li lava e li asciuga per dire loro a nome di Dio: Lasciati amare e servire! Nessuna parola accompagna questi gesti, eloquenti di per se stessi: sono gesti compiuti da un corpo verso altri corpi.
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Vorrei davvero che la comunicazione non fosse monca, perchรฉ al di lร delle parole โ troppo spesso non chiare, confuse, irritanti, contraddittorie โ si riuscisse ad ascoltare il corpo dellโaltro: la comunicazione vedrebbe dissipati molti malintesi e si rivelerebbe piรน autentica ed efficace, una comunicazione incarnata.
Pubblicato su: Jesus – Rubrica La bisaccia del mendicante – Gennaio 2018
