I cristiani che vogliono vivere quotidianamente e concretamente il Vangelo di Gesรน sanno che una delle difficoltร piรน grandi che incontrano รจ la pratica del perdono. Gesรน รจ stato molto chiaro al riguardo: โAmate i vostri nemici, perdonate a chi vi ha fatto del male, pregate per i vostri persecutoriโ
Un proverbio arabo recita: โOgni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare attraverso tre porte. Sulla prima cโรจ scritto: ร vera? Sulla seconda cโรจ la domanda: ร necessaria? Sulla terza porta รจ scolpita la scritta: ร buona?โ. Cโรจ molta sapienza in questo detto. Dalla parola, infatti, dipende la comunicazione e da questa la possibilitร della comunione e quindi della qualitร della vita umana. Quanto meglio uno comunica, tanto piรน si umanizza. Nella parola cโรจ la possibilitร piรน decisiva per uscire da se stessi e raggiungere lโaltro, gli altri. Per questo il nostro Dio รจ un Dio che parla, e tutta la Bibbia รจ una testimonianza di questa Parola rivolta allโumanitร in tempi e luoghi diversi fino a farsi โcarneโ in Gesรน, uomo che ha parlato e vissuto con noi.
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Eppure la parola non รจ facile, nรฉ garantita, nรฉ spontanea. Occorre generarla ricevendo un seme di parola da altri, permettendo in noi una gestazione lunga, in cui la parola prenda forma e cresca, e poi occorre partorirla nella fatica, facendola venire al mondo. Non cโรจ parola senza una gravidanza di silenzio e disciplina che la preceda. Non cโรจ parola nostra che non nasca dalla parola di altri. Lungo mestiere quello di imparare a parlareโฆ Nelle relazioni che si affacciano alla vita appare lโimpulso a parlare, a esprimersi, insieme allโimpulso a vivere: impulso animale, cosรฌ prepotente che ci chiede di vivere anche senza gli altri ed eventualmente contro gli altri.
E in questo mortifero impulso a vivere contro gli altri la parola diventa menzogna: nella bibbia il demonio รจ chiamato โomicida fin da principio โฆ menzognero e padre della menzognaโ (Gv 8,44), perchรฉ la menzogna non riconosce lโaltro e apre la strada allโomicidio che abolisce lโaltro. Lo dobbiamo confessare: noi sentiamo il desiderio di non riconoscere gli altri, sentiamo un impulso alla violenza che nega lโaltro, e quando parliamo siamo tentati di essere menzogneri, di non fermarci al โโSรฌ, sรฌโ, โNo, noโโ (Mt 5,37). Con la parola menzognera cerchiamo di fare credere allโaltro ciรฒ che noi non crediamo, di fuorviare o di manipolare chi ci sta di fronte, di dire solo ciรฒ che piace al nostro interlocutore, di tacere ciรฒ che pensiamo: ecco la menzogna, che uccide la fiducia e indebolisce ogni rapporto.
Non รจ un caso che in ebraico veritร -sinceritร , โemetโ, significhi anche fedeltร ? Nella Scrittura la fedeltร รจ la veritร sincera, e la veritร sincera รจ sempre fedeltร ! Essere sinceri รจ firmare ogni giorno un patto dโalleanza con lโaltro, con gli altri: io sono io, davanti a te, che sei te stesso!
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Ciascuno di noi purtroppo conosce bene le conseguenze disastrose della menzogna, soprattutto nella famiglia e nella comunitร , dove lโassiduitร dei rapporti, delle parole scambiate, fornisce molte occasioni alla menzogna e ne amplifica i danni. I monaci sanno che nella vita comune la menzogna inizia dalla chiacchiera inutile, dal parlare per far tacere la propria solitudine, oppure dal parlare per apparire allโaltro con una maschera, non con il proprio e semplice โessereโ. Tale atteggiamento scivola poi nella mormorazione, il detestabile vizio tipico dei pusillanimi. Dalla mormorazione si passa poi facilmente alla calunnia, alla maggiorazione dei fatti, a unโinterpretazione sviante o manipolatoria. A questo punto lโomicidio รจ giร avvenuto: la parola menzognera, infatti, uccideโฆ
Lโantidoto รจ il faticoso esercizio e la pratica quotidiana della parresรญa, il dire il vero con semplicitร e retta intenzione. Si commetteranno ugualmente errori nella comunicazione, ma almeno non si sarร consumata la menzogna, e la relazione potrร ricominciare di nuovo. Se qualcuno va in collera, lโaltro al momento si sente ferito, ma se โil sole non tramonta sullโiraโ (cf. Ef 4,26) la relazione puรฒ ricominciare, perchรฉ comunque la fiducia non รจ messa in dubbio. Se invece accade la menzogna, รจ difficile ricominciare: un vaso rotto รจ sempre rotto, in frantumi, anche quando si attaccano i cocci! Anche allora perรฒ non tutto รจ perduto: resta la nobile e difficile arte del kintsugi. Come lโabile ceramista โripara con lโoroโ le fratture di un oggetto spezzato, cosรฌ al discepolo di Gesรน รจ chiesto di imparare a risanare con lโoro della caritร le cicatrici provocate dalla menzogna.
Pubblicato sulla rivista Jesus di Maggio 2018 (La bisaccia del mendicante)ย – Fonte
