Enzo Bianchi – Desiderio senza limiti, motore di vizi

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โ€œLo vuoi, lo compri, lo dimentichiโ€ Provocatoria campagna di comunicazione ideata da Barbara kruger per la catena di negozi britannica Selfridges.

Ciascuno di noi รจ homo desiderans, รจ un essere umano che conosce lโ€™esperienza del desiderio, un sentimento che lo abita come una pulsione, una forza. Il desiderio รจ sรฌ un sentimento personale, intimo, che scaturisce dal profondo di una persona, ma nello stesso tempo appare come una forza, una dominante che va oltre la possibilitร  di essere governata. Noi siamo abitati, posseduti dal desiderio e questa esperienza ci fa dire che il desiderio ci puรฒ dominare, alienare, trascinare via.

Potremmo anche dire che lโ€™animale che รจ in noi si esprime attraverso il desiderio: fame, sete, necessitร  di respirareโ€ฆ Tra il desiderio di un bambino poppante al seno della madre e quello di un cucciolo di animale non cโ€™รจ molta differenza. Ma a un certo punto il lattante non ha piรน solo il desiderio di mangiare, la fame, non vive piรน solo di istinti, ma sente il desiderio di un desiderio che lo incontri, il desiderio dellโ€™altro nei suoi confronti. Qui vita animale e vita umana si separano, perchรฉ negli umani si accende il desiderio del desiderio dellโ€™altro, della relazione, dellโ€™invocazione rivolta allโ€™altro, della domanda di amore.

Ma proprio nellโ€™accendersi della relazione con lโ€™altro, il desiderio di altro, di altre cose, diviene desiderio di ciรฒ che puรฒ rappresentarle e misurarle: il denaro. Ecco la seduzione che accende, moltiplica ed enfatizza il desiderio: occorre avere tutto e subito, occorre avere cose in piรน, sempre nuove. Questa spirale o vertigine del desiderio รจ una forza potente, diventa desiderio insaziabile, che vuole possedere senza alcun limite: diventa cupiditร , cupidigia, avarizia, amore del denaro. Mi ha sempre intrigato unโ€™affermazione dellโ€™apostolo Paolo: โ€œRadice di tutti i mali รจ la philarghyrรญaโ€ (1Tm 6,10), lโ€™amore del denaro, la cupiditas, la cupidigia. Lโ€™umano fa questโ€™esperienza di trovarsi di fronte a una cosa desiderabile, appetitosa, piacevole, a causa della sua forma, della sua preziositร  o della sua bellezza. Nellโ€™esperienza di questo sentimento-visione si sente trascinato a possedere quella cosa, a consumarla, a farla sua. Ciรฒ avviene per le persone e per le cose, concrete, visibili, che si impongono, si fanno vedere e ci seducono: raramente si vogliono possedere astrazioni!

Comprendiamo allora il comandamento: โ€œNon desiderare la casa del tuo prossimo. Non desiderare la donna del tuo prossimo, nรฉ il suo schiavo nรฉ la sua schiava, nรฉ il suo bue nรฉ il suo asino, nรฉ alcuna cosa che appartenga al tuo prossimoโ€ (Es 20,17; cf. Dt 5,21). Il verbo usato per lโ€™ultimo comando delle dieci parole date a Mosรจ esprime un desiderio che si vuole soddisfare, che รจ giร  azione, movimento teso a realizzare il desiderio. Il desiderio รจ cosรฌ forte, รจ una cupiditร  che muove a possedere, a prendere, a impossessarsi, a rubare. La cupiditร  รจ una forza che travolge il soggetto e lo porta a realizzare il suo desiderio senza tenere conto degli altri, del prossimo, del limite che contraddistingue ogni azione dellโ€™umano. In ogni caso, lโ€™oggetto e la persona desiderati con cupiditร  appaiono come una forza, una dominante. La persona, il soggetto non รจ piรน libero, ma anzi avviene unโ€™alienazione, ed ecco apparire quello che Adolphe Geschรฉ ha chiamato il โ€œfalso antropologico dellโ€™idoloโ€, ben descritto nei Salmi: una forza che ha occhi e non vede, ha bocca e non parla, ha orecchi e non ascolta, ma alla quale va la soggezione dellโ€™uomo. รˆ la schiavitรนโ€ฆ

Anche Gesรน, sulla scia dei profeti, ha pronunciato parole dure, di condanna della cupiditร , fino a mettere in antitesi il servizio a Dio e il servizio al โ€œMammona di iniquitร โ€ perchรฉ โ€œdove uno ha il tesoro, lรฌ ha il suo cuoreโ€ (cf. Mt 6,21; Lc 12,34). Il peccato di cupiditร  รจ idolatria e dunque lโ€™opposto delle cose, della roba, del denaro, non รจ una virtรน morale, รจ Dio stesso! La tradizione cristiana ha perciรฒ collocato la cupiditร  tra i vizi capitali, ma potremmo dire che essa รจ โ€œla passione madreโ€, รจ la matrice di tutti i vizi capitali, dalla lussuria, allโ€™avarizia, alla superbiaโ€ฆ: รจ sempre ricerca di soddisfare il desiderio senza darsi dei limiti.
Sรฌ, la cultura della cupiditร  ha impregnato la mentalitร  delle nostre generazioni, e ne sono scaturite ingiustizie e violenze. Il comandamento antico si mostra ancora una volta parola per lโ€™oggi, rivelando la sua urgenza, la sua qualitร  decisiva per lโ€™umanizzazione.

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Fonte – Articolo pubblicato su Jesus – Bisaccia del mendicante – di Settembre 2018

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