ยซConvertitevi e credete all’Evangelo!ยป (Marco I, 15 ); ยซConvertitevi, perchรฉ il Regno dei cieli รจ vicinissimo!ยป (Matteo 4,17). La richiesta di conversione รจ al cuore delle due differenti redazioni del grido con cui Gesรน ha dato inizio al suo ministero di predicazione. Collocandosi in continuitร con le richieste di ritorno al Signore di Osea, di Geremia e di tutti i profeti fino a Giovanni Battista (cfr. Matteo 3,2), anche Gesรน chiede conversione, cioรจ ritorno (in ebraico teshuvah) al Dio unico e vero. Questa predicazione รจ anche quella della chiesa primitiva e degli apostoli (cfr. Atti 2,38; 3,19) e non puรฒ che essere la richiesta e l’impegno della chiesa di ogni tempo.
Il verbo shuv, che appunto significa ยซritornareยป, รจ connesso a una radice che significa anche ยซrispondereยป e che fa della conversione, del sempre rinnovato ritorno al Signore, la responsabilitร della chiesa nel suo insieme e di ciascun singolo cristiano. La conversione non รจ infatti un’istanza etica, e se implica l’allontanamento dagli idoli e dalle vie di peccato che si stanno percorrendo (cfr. 1 Tessalonicesi 1,9; 1 Giovanni 5,21), essa รจ motivata e fondata escatologicamente e cristologicamente: รจ in relazione all’Evangelo di Gesรน Cristo e al Regno di Dio, che in Cristo si รจ fatto vicinissimo, che la realtร della conversione trova tutto il suo senso. Solo una chiesa sotto il primato della fede puรฒ dunque vivere la dimensione della conversione. E solo vivendo in prima persona la conversione la chiesa puรฒ anche porsi come testimone credibile dell’Evangelo nella storia, tra gli uomini, e dunque evangelizzare.
Solo concrete vite di uomini e donne cambiate dall’Evangelo, che mostrano la conversione agli uomini vivendola, potranno anche richiederla agli altri. Ma se non c’รจ conversione, non si annuncia la salvezza e si รจ totalmente incapaci di richiedere agli uomini un cambiamento. Di fatto, dei cristiani mondani possono soltanto incoraggiare gli uomini a restare quel che sono, impedendo loro di vedere l’efficacia della salvezza: cosรฌ essi sono di ostacolo all’evangelizzazione e depotenziano la forza dell’Evangelo. Dice un bel testo omiletico di Giovanni Crisostomo: ยซNon puoi predicare? Non puoi dispensare la parola della dottrina? Ebbene, insegna con le tue azioni e con il tuo comportamento, o neobattezzato. Quando gli uomini che ti sapevano impudico o cattivo, corrotto o indifferente, ti vedranno cambiato, convertito, non diranno forse come i giudei dicevano dell’uomo cieco dalla nascita che era stato guarito: โร lui?โ. โSรฌ, รจ lui!โ โNo, ma gli assomigliaโ. โNon รจ forse lui?โยป. Possiamo insomma dire che la conversione non coincide semplicemente con il momento iniziale della fede in cui si perviene all’adesione a Dio a partire da una situazione ยซaltraยป, ma รจ la forma della fede vissuta.
Enzo Bianchi, Le parole della spiritualitร , 67-70
