Edith Stein: La bellezza della donna che rinasce in Cristo

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Che cosa può avere Edith Stein in comune con ogni donna di oggi? Molti
aspetti, se impariamo a conoscerla, negli anni trascorsi prima della
radicale scelta della clausura. Proprio i quarantadue anni di vita da
lei trascorsi nel mondo offrono uno spunto di riflessione per ogni
donna, direi per ogni persona. La vita di Edith Stein,
infatti, può farci comprendere che la strada della santità non è
impercorribile e che scoprire come realizzare se stessi (che non è
altro che rispondere alla propria vocazione) è l’unica strada che ci fa
sentire al posto giusto e ci dona la gioia di vivere.

Ascolta l’approfondimento di Stefania de Bonis su Radio Scalzi. 

Ascolta la prima parte dell’intervento su radio scalzi:

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Ascolta la seconda parte:

{audio}http://www.ocd.it/file/Edith_Stein2.mp3{/audio}

 

Che cosa può avere Edith Stein in comune con ogni donna di oggi? Molti
aspetti, se impariamo a conoscerla, negli anni trascorsi prima della
radicale scelta della clausura. Proprio i quarantadue anni di vita da
lei trascorsi nel mondo offrono uno spunto di riflessione per ogni
donna, direi per ogni persona. La vita di Edith Stein, infatti, può
farci comprendere che la strada della santità non è impercorribile e
che scoprire come realizzare se stessi (che non è altro che rispondere
alla propria vocazione) è l’unica strada che ci fa sentire al posto
giusto e ci dona la gioia di vivere.

In
Edith ci sono caratteristiche e fasi in cui ci si può facilmente
riconoscere: la famiglia che la coccola e la vizia, la ribellione nei
confronti di una religione piena di certezze e di ritualità, la vanità,
l’ambizione, il desiderio d’indipendenza e la profonda convinzione che
la donna possa coprire nella società gli stessi ruoli dell’uomo. Tutto
con le sue sole forze, quasi come se la vita fosse, innanzitutto, una
sfida con se stessa. È un percorso di conoscenza, attualissimo, che
approda alla fede attraverso la ragione. Leit motiv della sua vita è la
ricerca della verità che, nell’adolescenza la mette in crisi, quasi
togliendole la voglia di vivere, rendendole la scuola noiosa. Ogni
scelta della sua vita, pur seguita con apprensione dalla famiglia, è
compiuta in assoluta autonomia. Lo studio della filosofia le insegna
l’uso della ragione senza preconcetti e ciò le apre un orizzonte del
tutto inaspettato. Questa donna emancipata, promotrice del diritto di
voto alle donne, scelta dalle proprie allieve come modello, a un certo
punto della vita fa un salto per molti inconcepibile: s’innamora della
vita contemplativa nella sua forma più radicale, la clausura. Eppure
non è questa scelta né la sua morte a dare il messaggio più attuale.
Edith Stein è convinta che la femminilità affida ad ogni donna “un
compito eccelso: portare a pieno sviluppo i valori umani, in noi stesse
e negli altri”.  È in quest’ottica che vogliamo conoscerla e chiederci:
come scopre e come sviluppa questi valore? È la sua conversione che
dobbiamo seguire: Edith la vive “ri-orientando” la propria vita verso
una destinazione del tutto nuova in cui tutti i valori che aveva
scoperto e conquistato non sono affatto rinnegati ma visti sotto una
luce diversa che dà loro ancora più rilevanza. Al posto della voglia di
arrivare e dell’attivismo, Edith confida di aver raggiunto un “senso di
intima sicurezza, di liberazione da tutto ciò che è preoccupazione,
obbligo, responsabilità”. Questo stato d’animo segna “una vita nuova” e
“nuove realizzazioni”.

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