Dottori della Chiesa

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Alcune donne e uomini, di epoche diverse, sono stati dichiarati dottori della Chiesa. La loro esperienza di Dio è testimoniata nei loro scritti, che lungo i secoli hanno arricchito il magistero e nutrito lo spirito di innumerevoli lettori. I dottori sono presentati in ordine cronologico, dalle origini del cristianesimo all’età contemporanea.

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Prefazione

«Dottore della Chiesa» è un titolo attribuito ad alcune donne e uomini da parte della Chiesa Cattolica, a partire dalla “ne del sec. XIII. I dottori con i loro scritti hanno arricchito il magistero della Chiesa e hanno nutrito lo spirito di innumerevoli lettori lungo i secoli. Li potremmo definire un patrimonio della Chiesa, che merita di essere condiviso con chiunque voglia conoscere il pensiero cristiano e ricevere insegnamenti spirituali.
Naturalmente ci sono moltissimi autorevoli scrittori cristiani che non sono stati dichiarati dottori della Chiesa, pur avendo contribuito allo stesso patrimonio, ma i dottori sono segnalati come meritevoli di speciale attenzione.
La peculiarità di questo testo è di presentare tutti i dottori in un unico agile volume, ma anche i padri della Chiesa dei primi secoli, a cui è riservata l’introduzione. Sono pochissime le pubblicazioni dedicate ai dottori della Chiesa, tra cui segnalo quella di Bernard McGinn (v. bibliografia), per questo un nuovo
libro può arricchire la divulgazione di queste figure, non tutte molto note. Ricordiamo che Benedetto XVI ha dedicato diverse catechesi ai padri, ai dottori e ai maestri, che meritano di essere lette.
Compete al papa in persona la dichiarazione di un dottore della Chiesa, a partire dall’età moderna su richiesta della Congregazione vaticana delle Cause dei Santi, che a sua volta deve ottenere il voto favorevole della Congregazione per la Dottrina della Fede riguardo la cosiddetta «dottrina eminente».

Questa espressione indica che gli insegnamenti del candidato al dottorato devono caratterizzarsi non soltanto per l’ortodossia della dottrina, ma anche per la profondità teologica e spirituale. La dottrina eminente è il primo dei tre criteri che permettono il conferimento del titolo, come definito da Benedetto XIV (1740-1758) in un decreto sulla beatificazione e canonizzazione, ripreso dalla Congregazione delle Cause dei Santi nel 1982.

Gli altri due criteri sono la santità della vita e l’approvazione da parte del papa o di un concilio ecumenico, anche se quest’ultima circostanza non si è mai verificata. La costituzione apostolica Praedicate Evangelium di papa Francesco sulla riforma della Curia Romana (2022) conferma la competenza del Dicastero delle Cause dei Santi, sentito quello per la Dottrina della Fede.

Attualmente sono le conferenze episcopali o una singola diocesi oppure gli ordini o le congregazioni religiose a richiedere al dicastero competente l’apertura di una causa, incaricando un postulatore, cioè chi si occupa delle pratiche necessarie, che può essere anche un laico, donna o uomo. Rimandiamo al breve testo di Paul Wodrazka (v. bibliografia), per conoscere l’iter, spesso lungo decenni, che in caso di esito positivo porta al conferimento del titolo dottorale da parte del papa con un apposito documento e negli ultimi tempi quasi sempre con una proclamazione pubblica all’interno di una celebrazione liturgica.
All’epoca di Bonifacio VIII (1294-1303) l’epiteto «dottore» era già stato attribuito in modo informale nel mondo accademico ad una trentina di teologi e a una decina di canonisti, ma il papa vuole dargli un significato ecclesiale e liturgico e nel 1295 decide di assegnare il titolo di «dottore della Chiesa» a quelli che tradizionalmente sono considerati i quattro grandi padri latini. […] Continua a leggere la prefazione nel PDF presente qui.

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