In questo incontro, il Cardinale Angelo Comastri riflette sul significato profondo del Natale, mettendoci in guardia contro il rischio di trasformare questa ricorrenza in una festa priva di anima. Attraverso citazioni di santi, poeti e persino non credenti, l’autore sottolinea che Gesù rappresenta l’unica vera novità della storia, avendo introdotto il concetto di dignità umana inviolabile e il potere rivoluzionario del perdono.
Mette in risalto come la carità cristiana e la testimonianza di figure come Madre Teresa di Calcutta siano miracoli viventi nati dall’amore divino. Particolare importanza viene data alla famiglia, definita come l’unico bene terreno che Gesù ha voluto per sé e oggi bersaglio di una crisi spirituale senza precedenti. In conclusione, l’intervento invita a riscoprire il presepio non come un semplice addobbo, ma come un impegno a trasformare il proprio cuore in una nuova Betlemme.
L’incontro del Cardinale Angelo Comastri analizza la profonda discrepanza tra la celebrazione moderna del Natale e il suo significato teologico e storico originale. Il punto centrale è che la società contemporanea ha progressivamente svuotato il Natale del suo protagonista, Gesù Cristo, sostituendolo con figure secolari come Babbo Natale e riducendolo a un evento consumistico.
L’analisi sostiene che la nascita di Gesù non è un mero ricordo, ma l’evento cardine della storia umana, “l’unica vera novità”, come affermato da Benedetto Croce, che ha introdotto concetti rivoluzionari quali la dignità inviolabile di ogni persona, la condanna radicale della violenza (estesa fino all’odio interiore) e il potere trasformativo del perdono e dell’amore.
Questi principi, si argomenta, hanno generato “prodigi” storici di carità e sacrificio, da San Vincenzo de’ Paoli a Madre Teresa di Calcutta. Infine, viene sottolineata con forza la centralità della famiglia, voluta da Gesù come unica struttura terrena per la sua nascita, e oggi descritta come l’istituzione più combattuta perché fondamentale per la trasmissione della fede e dei valori umani.
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1. La Perdita del Significato Autentico del Natale
Il tema principale è la denuncia di una progressiva secolarizzazione che ha eroso la comprensione del Natale. La festività è sempre più percepita come una tradizione culturale e commerciale piuttosto che come l’evento salvifico della nascita di Gesù.
• Sostituzione del Protagonista: Viene evidenziato come la figura di Gesù Bambino sia stata soppiantata da Babbo Natale, definito “una favola” e “un inganno terribile”. Il saggista Eugenio Scalfari, pur da non credente, osservava che a Natale si parla sempre meno di Gesù, diventato quasi “un estraneo”.
• Critica alla Superficialità: La poesia del poeta romano Trilussa viene citata per criticare la costruzione di presepi sfarzosi da parte di persone con “il cuore freddo e indifferente”, sottolineando che “senza l’amore è tutta una frusaglia che non ha valore”.
• Mancanza di Comprensione: Già nel 1952, il sacerdote Don Primo Mazzolari esprimeva il suo dolore per quanto poco il Natale fosse stato compreso e vissuto, affermando che avrebbe portato in dono al Bambino “due lacrime” per questa ragione.
• La Datazione come Prova: Si ricorda che il conteggio stesso degli anni (2024, il Giubileo del 2025) si basa sulla nascita di Gesù, evidenziando la sua centralità storica spesso dimenticata.
2. Gesù Cristo: L’Unica Vera Novità nella Storia
Il discorso afferma che la venuta di Gesù rappresenta un “salto di qualità” per l’umanità e l’evento più significativo della storia. Questa tesi è supportata da citazioni di figure intellettuali di diversa estrazione.
• Benedetto Croce: Lo storico e filosofo riconosceva, da una prospettiva storica, che “Gesù è l’unica vera novità che è apparsa nella storia dell’umanità”.
• Enzo Biagi: Il giornalista, non sempre benevolo verso la fede, ha ammesso l’unicità delle parole di Gesù, affermando che “sono insuperate, reggono da oltre 2000 anni. Io non vedo paragoni in giro”.
• Mahatma Gandhi: Pur non essendo cristiano, ammirava profondamente le Beatitudini, definendole “la vetta più alta della spiritualità umana”.
3. L’Impatto Rivoluzionario dell’Insegnamento di Gesù
L’analisi si concentra su tre aree principali in cui il messaggio di Gesù ha introdotto una rottura radicale con il mondo precedente.
3.1. La Dignità Inviolabile della Persona
Prima di Cristo, il mondo era diviso tra liberi e schiavi, con questi ultimi considerati proprietà del padrone, che aveva su di loro il diritto di utendi ed abutendi (usare e abusare). Gesù sovverte questa logica.
• Identificazione con gli Ultimi: Con la frase “qualunque cosa voi fate al più piccolo di questi miei fratelli l’avete fatta a me”, Gesù eleva ogni persona, specialmente la più debole, a sua stessa dignità. Madre Teresa sottolineava che non disse “come se l’aveste fatto a me”, ma “l’avete fatto a me”, rendendo Dio garante di ogni essere umano.
• Testimonianza Atea: La scrittrice Natalia Ginzburg, dichiaratasi atea, scrisse su L’Unità (22 marzo 1988) che “Gesù è stato il primo a dire che la persona umana, comunque sia, ha una dignità inviolabile”, valida per uomini e donne, ricchi e poveri, credenti e non.
3.2. La Condanna Radicale della Violenza e il Perdono
Gesù non si limita a confermare il comandamento “Non uccidere”, ma lo porta a una profondità inedita.
• L’Omicidio del Cuore: Affermando “chiunque odia il suo fratello è già un omicida”, Gesù condanna la radice stessa della violenza, che risiede nel cuore.
• Esempio di Conversione: Viene citato il caso di Bernard Nathanson, il “re degli aborti” americano (responsabile di 170.000 interventi), che cambiò radicalmente vita dopo aver assistito tramite ecografo al tentativo di un feto di 3 mesi di difendersi durante un aborto, diventando un fervente sostenitore del movimento pro-vita.
• Il Perdono come Miracolo:
◦ Giovanni Paolo II: Subito dopo l’attentato del 13 maggio 1981, mentre veniva trasportato in ospedale, perdonò il suo attentatore Ali Ağca. Anni dopo, lo stesso Ağca depose fiori sulla tomba del Papa, colpito da quel “gesto squisitamente evangelico”.
◦ Madre di Maria Goretti: Il 24 dicembre 1934, Assunta Goretti perdonò l’assassino di sua figlia, Alessandro Serenelli, abbracciandolo e partecipando con lui alla Messa di Natale.
3.3. Il Comandamento dell’Amore e i Suoi Frutti
Il comandamento “Amatevi come io ho amato voi” è presentato come il segno distintivo dei discepoli di Gesù, un principio che ha generato opere di carità straordinarie.
• San Vincenzo de’ Paoli: La sua opera di carità fu così potente che persino i rivoluzionari francesi, che profanavano chiese e fondevano campane per farne armi, non osarono toccare i luoghi dove era vissuto.
• Madre Teresa di Calcutta: La sua missione, nata dalla “sete” di amore di Gesù, ha portato alla creazione di un’opera mondiale con oltre 6.000 seguaci che operano in 762 case di carità in 139 nazioni.
• Padre Damiano de Veuster: A 33 anni si offrì volontario per andare a Molokai, l’isola dei lebbrosi. Vi rimase per 16 anni, morendo lui stesso di lebbra, ma affermando prima di morire: “Io sono l’uomo più felice di tutta la terra”.
4. Profezie, Simbolismo e Insufficienza dei Beni Materiali
Il discorso evidenzia anche gli aspetti profetici e simbolici legati alla nascita di Gesù, contrapponendo la pienezza della fede alla vacuità del benessere materiale.
• Il Miracolo delle Profezie: Citando Blaise Pascal, si sottolinea come la nascita di Gesù sia stata annunciata con secoli di anticipo.
◦ Michea: Otto secoli prima, indicò il luogo esatto: Betlemme.
◦ Isaia: Descrisse con dettagli quasi cinematografici la Passione di Gesù. Questa profezia fu la causa della conversione di Israel Zolli, Gran Rabbino di Roma.
• Il Simbolismo della Stalla: La scelta di nascere in una mangiatoia (“praesepium”) non è casuale. Citando Giovanni Papini, si interpreta come una scelta deliberata “per dirci che il mondo è una stalla”. La presenza di Gesù trasforma la stalla in una reggia; la sua assenza trasforma anche una reggia in una stalla.
• Ricchezza e Felicità: Viene citata la frase di Sant’Agostino: “il nostro cuore è senza pace fino a quando non riposa in te”.
◦ John Paul Getty: Considerato l’uomo più ricco del mondo, dichiarò prima di morire: “Io posso assolutamente testimoniare che non esiste alcun rapporto tra ricchezza e felicità”.
◦ Mario Soldati: Nel suo libro I disperati del benessere (1970), descrisse la Svezia come un “paradiso” materiale afflitto da un altissimo tasso di suicidi e solitudine, concludendo che “lì manca Dio”.
◦ Samy Basso: Un giovane morto a 28 anni di progeria, ha testimoniato una morte serena, affermando: “non sarei stato quello che sono senza la fede in Gesù”.
5. La Centralità della Famiglia
Un tema conclusivo e di grande importanza è il ruolo della famiglia, l’unica istituzione che Gesù ha voluto per sé venendo al mondo.
• La Famiglia Sotto Attacco: Viene riportata l’idea che la famiglia sia oggetto di una “guerra mondiale” (Papa Francesco) perché i “nemici di Dio” la combattono come sua “opera più importante e più necessaria” (Giovanni Paolo II).
• Fonte della Fede: Vengono portati numerosi esempi di santi la cui vocazione è fiorita grazie alla testimonianza dei genitori:
◦ Padre Pio: Attribuiva tutto alla sua “santa mamma” e a un padre che attraversò due volte l’oceano per permettergli di diventare frate.
◦ Papa Giovanni XXIII: Imparò l’Angelus “dalla viva voce della mia mamma” e ricordava la sua casa, seppur povera, come “piena di Dio”.
◦ Madre Teresa di Calcutta: La sua missione fu ispirata e sostenuta dalla madre. Giunta sulla tomba della madre, affermò: “Mamma, senza l’esempio tuo e di papà non sarebbe mai esistita Madre Teresa di Calcutta”.
◦ Don Bosco: Rimasto orfano di padre, riconobbe: “dopo Dio e dopo la Madonna devo tutto alla mia mamma”.
• La Tragedia dell’Assenza: Come tragico contrappunto, viene raccontata la storia di Sergio, un giovane detenuto, figlio di una prostituta e senza padre, che odiava il Natale perché simbolo della famiglia che non aveva mai avuto. La sua disperazione, espressa in una lettera commovente (“Ma che ci sto a fare io? Chi sono?”), lo portò infine al suicidio.
Il messaggio finale è un invito a riscoprire il presepe non come un “teatrino”, ma come una “grande lezione” il cui messaggio deve essere accolto e trasportato prima di tutto nel cuore e nelle famiglie, affinché diventino la vera “Betlemme” in cui Gesù può nascere oggi.
