Discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’Incontro dei Rappresentanti Pontifici

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Cari Confratelli,

sono lieto per questo momento di preghiera giubilare, che, oltre a richiamarci come Pastori a riscoprire le radici della Misericordia, รจ occasione per rinnovare, attraverso di voi, il legame tra il Successore di Pietro e le diverse Chiese locali presso le quali siete portatori e artigiani di quella comunione che รจ linfa per la vita della Chiesa e per lโ€™annuncio del suo messaggio. Ringrazio il Cardinale Parolin per le sue parole e la Segreteria di Stato per la generositร  con cui ha preparato queste giornate di incontro.

Benvenuti a Roma! Riabbracciarla in questโ€™ora giubilare ha per voi un significato speciale. Qui dimorano tante delle vostre sorgenti e delle vostre memorie. Qui siete arrivati ancora giovani con il proposito di servire Pietro, qui ritornate spesso per incontrarlo, e da qui continuate a ripartire come suoi inviati portando il suo messaggio, la sua vicinanza, la sua testimonianza. Infatti, qui Pietro cโ€™รจ fin dagli albori della Chiesa; qui Pietro cโ€™รจ oggi nel Papa che la provvidenza ha voluto che ci fosse; qui Pietro ci sarร  domani, ci sarร  sempre! Cosรฌ ha voluto il Signore: che lโ€™umanitร  impotente, che di per sรฉ sarebbe soltanto pietra dโ€™inciampo, diventasse per divina disposizione roccia incrollabile.

[ads2]Ringrazio ognuno di voi per il servizio che svolge al mio ministero. Grazie per lโ€™attenzione con cui raccogliete dalle labbra del Papa la confessione sulla quale poggia la Chiesa di Cristo. Grazie per la fedeltร  con la quale voi interpretate con il cuore indiviso, con la mente integra, con la parola senza ambiguitร  quanto lo Spirito Santo chiede a Pietro di dire alla Chiesa in questo momento. Grazie per la delicatezza con la quale โ€œauscultateโ€ il mio cuore di Pastore universale e cercate di far sรฌ che tale respiro raggiunga le Chiese cui sono chiamato a presiedere nella caritร .

Vi ringrazio per la dedizione e per la pronta e generosa disponibilitร  della vostra vita densa dโ€™impegni e segnata da ritmi spesso difficili. Voi toccate con mano la carne della Chiesa, lo splendore dellโ€™amore che la rende gloriosa, ma anche le piaghe e le ferite che la fanno mendicante di perdono. Con genuino senso ecclesiale e umile ricerca di conoscenza di svariati problemi e tematiche, rendete la Chiesa e il mondo presenti al cuore del Papa. Leggo quotidianamente, per lo piรน alla mattina presto e alla sera, le vostre โ€œcomunicazioniโ€ con le notizie sulle realtร  delle Chiese locali, sulle vicende dei Paesi presso cui siete accreditati e sui dibattiti che incombono sulla vita della Comunitร  internazionale. Di tutto questo vi sono grato! Sappiate che vi accompagno ogni giorno โ€“ spesso con nome e volto โ€“ con il ricordo amico e la preghiera fiduciosa. Vi ricordo nellโ€™Eucaristia. Siccome non siete Pastori diocesani e il vostro nome non viene pronunciato in alcuna Chiesa particolare, sappiate che il Papa in ogni anafora vi ricorda come estensione della propria persona, come inviati suoi per servire con sacrificio e competenza, accompagnando la Sposa di Cristo e i Popoli nei quali essa vive.ย 

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Vorrei dirvi alcune cose.

1. Servire con sacrificio come umili inviati

Il Beato Paolo VI, nel riformare il servizio diplomatico della Santa Sede, cosรฌ scrisse: ยซLโ€™attivitร  del Rappresentante Pontificio reca innanzitutto un prezioso servizio ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi e a tutti i cattolici del luogo, i quali trovano in lui sostegno e tutela, in quanto egli rappresenta unโ€™Autoritร  Superiore, che รจ a vantaggio di tutti. La sua missione non si sovrappone allโ€™esercizio dei poteri dei Vescovi, nรฉ lo sostituisce o intralcia, ma lo rispetta e, anzi, lo favorisce e sostiene col fraterno e discreto consiglioยป (Lett. ap. Sollicitudo omnium Ecclesiarum: AAS 61 [1969], 476).

Nel vostro operare, dunque, siete chiamati a portare ad ognuno la caritร  premurosa di chi rappresentate, diventando cosรฌ colui che sostiene e tutela, che รจ pronto a sorreggere e non solo a correggere, che รจ disponibile allโ€™ascolto prima di decidere, a fare il primo passo per eliminare tensioni favorire comprensione e riconciliazione.

Senza lโ€™umiltร  nessun servizio รจ possibile o fecondo. Lโ€™umiltร  di un Nunzio passa attraverso lโ€™amore per il Paese e per la Chiesa in cui si รจ chiamati a servire. Passa per lโ€™atteggiamento sereno di stare dove il Papa lโ€™ha voluto e non con il cuore distratto dallโ€™attesa della prossima destinazione. Essere lรฌ per intero, con mente e cuore indivisi; smontare le proprie valigie per condividere le ricchezze che si portano con sรฉ, ma anche per ricevere quanto non si possiede ancora.

Sรฌ, รจ necessario valutare, paragonare, rilevare quelli che possono essere i limiti di un percorso ecclesiale, di una cultura, di una religiositร , della vita sociale e politica per formarsi e poter riferire unโ€™idea esatta della situazione. Guardare, analizzare e riferire sono verbi essenziali ma non sufficienti nella vita di un Nunzio. Serve anche incontrare, ascoltare, dialogare, condividere, proporre e lavorare insieme, perchรฉ traspaia un sincero amore, simpatia, empatia con la popolazione e la Chiesa locale. Ciรฒ che i cattolici, ma anche la societร  civile in senso lato vogliono e devono percepire รจ che, nel loro Paese, il Nunzio si trova bene, come a casa sua; si sente libero e felice di instaurare rapporti costruttivi, condividere la vita quotidiana del posto (cucina, lingua, usanze), esprimere le proprie opinioni e impressioni con grande rispetto e senso di prossimitร , accompagnare con lo sguardo che aiuta a crescere.

Non basta puntare il dito o aggredire chi non la pensa come noi. Ciรฒ รจ una misera tattica delle odierne guerre politiche e culturali, ma non puรฒ essere il metodo della Chiesa. Il nostro sguardo devโ€™essere esteso e profondo. La formazione delle coscienze รจ il nostro primordiale dovere di caritร  e ciรฒ richiede delicatezza e perseveranza nella sua attuazione.

Certamente รจ ancora attuale la minaccia del lupo che dallโ€™esterno rapisce e aggredisce il gregge, lo confonde, crea scompiglio, lo disperde e lo distrugge. Il lupo ha le stesse sembianze: incomprensione, ostilitร , malvagitร , persecuzione, rimozione della veritร , resistenza alla bontร , chiusura allโ€™amore, ostilitร  culturale inspiegabile, diffidenza e cosรฌ via. Voi ben sapete di che pasta รจ fatta lโ€™insidia dei lupi dโ€™ogni genere. Penso ai cristiani in Oriente, verso i quali il violento assedio sembra mirare, con il silenzio complice di tanti, alla loro eradicazione.

Non si chiede lโ€™ingenuitร  degli agnelli, ma la magnanimitร  delle colombe e lโ€™astuzia e la prudenza del servo saggio e fedele. รˆ bene tenere gli occhi aperti per riconoscere da dove vengono le ostilitร  e per discernere le vie possibili per contrastare le sue cause e affrontare le sue insidie. Tuttavia, vi incoraggio a non indugiare in un clima di assedio, a non cedere alla tentazione di piangersi addosso, di fare le vittime di chi ci critica, ci pungola e talora anche ci denigra. Spendete le vostre migliori energie per far risuonare ancora nellโ€™anima delle Chiese che servite la gioia e la potenza della beatitudine proclamata da Gesรน (cfr Mt 5,11).

Restare pronti e felici di spendere (talora anche perdere) tempo con vescovi, preti, religiosi, parrocchie, istituzioni culturali e sociali, in definitiva รจ ciรฒ che โ€œfa il lavoroโ€ del Nunzio. In queste occasioni si creano le condizioni per imparare, ascoltare, far passare messaggi, conoscere problemi e situazioni personali o di governi ecclesiali che vanno affrontate e risolte. E non cโ€™รจ nulla che faciliti il discernimento e lโ€™eventuale correzione piรน della vicinanza, della disponibilitร  e della fraternitร . E per questo per me รจ molto importante: vicinanza, disponibilitร  e fraternitร  con le Chiese locali. Non si tratta di una supina strategia per raccogliere informazioni e manipolare realtร  o persone, ma di un atteggiamento che si addice a chi non รจ solo un diplomatico di carriera, nรฉ appena uno strumento della sollecitudine di Pietro, ma anche un Pastore dotato della capacitร  interiore di testimoniare Gesรน Cristo. Superate la logica della burocrazia che spesso puรฒ impadronirsi del vostro lavoro โ€“ si capisce, รจ naturale – rendendolo chiuso, indifferente e impermeabile.

La sede della Nunziatura Apostolica sia veramente la โ€œCasa del Papaโ€, non solo per la sua tradizionale festa annuale, ma come luogo permanente, dove tutta la compagine ecclesiale possa trovare sostegno e consiglio, e le autoritร  pubbliche un punto di riferimento, non solo per la funzione diplomatica, ma per il carattere proprio e unico della diplomazia pontificia. Vigilate affinchรฉ le vostre Nunziature non diventino mai rifugio degli โ€œamici e amici degli amiciโ€. Fuggite dai pettegoli e dagli arrivisti.

Il vostro rapporto con la comunitร  civile si ispiri allโ€™immagine evangelica del Buon Pastore, capace di conoscere e di rappresentare le esigenze, i bisogni e la condizione del gregge, specie quando gli unici criteri che li determinano sono il disprezzo, la precarietร  e lo scarto. Non abbiate paura di spingervi fino a frontiere complesse e difficili, perchรฉ siete Pastori ai quali importa davvero il bene delle persone.

Nellโ€™ingente compito di garantire la libertร  della Chiesa di fronte ad ogni forma di potere che voglia far tacere la Veritร , non illudetevi che questa libertร  sia solo frutto dโ€™intese, accordi e negoziati diplomatici, per quanto perfetti e riusciti. La Chiesa sarร  libera solo se le sue istituzioni potranno operare per ยซannunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza pauraยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 23), ma anche se si manifesterร  come vero segno di contraddizione rispetto alle mode ricorrenti, alla negazione della Veritร  evangelica e alle facili comoditร  che spesso contagiano anche i Pastori e il loro gregge.

Ricordatevi che rappresentate Pietro, roccia che sopravvive allo straripare delle ideologie, alla riduzione della Parola alla sola convenienza, alla sottomissione ai poteri di questo mondo che passa. Dunque, non sposate linee politiche o battaglie ideologiche, perchรฉ la permanenza della Chiesa non poggia sul consenso dei salotti o delle piazze, ma sulla fedeltร  al suo Signore che, diversamente dalle volpi e dagli uccelli, non ha tana nรฉ nido per poggiare il proprio capo (Mt 8,18-22).

La Chiesa Sposa non puรฒ poggiare il capo se non sul petto trafitto del suo Sposo. Da lรฌ sgorga il suo vero potere, quello della Misericordia. Non abbiamo il diritto di privare il mondo, anche nei forum dellโ€™azione diplomatica bilaterale e multilaterale e nei grandi ambiti del dibattito internazionale, di questa ricchezza che nessunโ€™altro puรฒ donare. Questa consapevolezza ci spinge a dialogare con tutti, e in molti casi a farci voce profetica degli emarginati per la loro fede o la loro condizione etnica, economica, sociale o culturale: ยซChe il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera dโ€™indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere lโ€™ipocrisia e lโ€™egoismoยป (Bolla Misericordiae Vultus, 15).

2. Accompagnare le Chiese con il cuore di Pastori

La molteplicitร  e complessitร  dei problemi da affrontare nel quotidiano non vi deve distrarre dal cuore della vostra missione apostolica, che consiste nellโ€™accompagnare le Chiese con lo sguardo del Papa, che non รจ altro che quello di Cristo, Buon Pastore.

E per accompagnare bisogna muoversi. Non basta la fredda carta delle missive e dei rapporti. Non basta imparare per sentito dire. Bisogna vedere in loco come il buon seme del Vangelo si va diffondendo. Non attendete che le persone vengano da voi per esporvi un problema o desiderose di risolvere una questione. Recatevi nelle diocesi, negli istituti religiosi, nelle parrocchie, nei seminari, per capire cosa il Popolo di Dio vive, pensa e domanda. Siate cioรจ vera espressione di una Chiesa โ€œin uscitaโ€, di una Chiesa โ€œospedale da campoโ€, capaci di vivere la dimensione della Chiesa locale, del Paese e dellโ€™Istituzione presso cui siete inviati. Conosco il grande volume di lavoro che vi attende, ma non lasciate che sia soffocata la vostra anima di Pastori generosi e vicini. Proprio questa vicinanza โ€“ vicinanza! – รจ oggi condizione essenziale per la feconditร  della Chiesa. Le persone hanno bisogno di essere accompagnate. Serve loro una mano sulla spalla per non smarrire la strada o non scoraggiarsi.

Accompagnare i Vescovi sostenendo le loro migliori forze e iniziative. Aiutarli ad affrontare le sfide e a trovare le soluzioni che non ci sono nei manuali, ma sono frutto del discernimento paziente e sofferto. Incoraggiare ogni sforzo per la qualificazione del clero. La profonditร  รจ una sfida decisiva per la Chiesa: profonditร  della fede, dellโ€™adesione a Cristo, della vita cristiana, della sequela e del discepolato. Non bastano vaghe prioritร  e teorici programmi pastorali. Bisogna puntare sulla concretezza della presenza, della compagnia, della vicinanza, dellโ€™accompagnare.

Una mia viva preoccupazione riguarda la selezione dei futuri Vescovi. Ne ho parlato a voi nellโ€™anno 2013. Parlando alla Congregazione per i Vescovi qualche tempo fa, ho tracciato il profilo dei Pastori che ritengo necessari alla Chiesa di oggi: testimoni del Risorto e non portatori di curriculum; Vescovi oranti, familiarizzati con le cose dellโ€™โ€œaltoโ€ e non schiacciati dal peso del โ€œbassoโ€; Vescovi capaci di entrare โ€œin pazienzaโ€ alla presenza di Dio, cosรฌ da possedere la libertร  di non tradire il Kerygma loro affidato; Vescovi pastori e non principi e funzionari. Per favore!

Nel complesso compito di rintracciare in mezzo alla Chiesa coloro che Dio ha giร  individuato nel proprio cuore per guidare il suo Popolo, una parte sostanziale tocca a voi. Siete voi i primi a dover scrutare i campi per accertarvi su dove sono rintanati i piccoli David (cfr 1 Sam 16,11-13): ci sono, Dio non li fa mancare! Ma se andiamo sempre a pescare nellโ€™acquario, non li troveremo!

Bisogna smuoversi per cercarli. Girare per i campi con il cuore di Dio e non con qualche prefissato profilo di cacciatori di teste. Lo sguardo con il quale si cerca, i criteri per valutare, i tratti della fisionomia ricercata non possono essere dettati dai vani intenti con i quali pensiamo di poter programmare nelle nostre scrivanie la Chiesa che sogniamo. Perciรฒ, bisogna lanciare le reti al largo. Non ci si puรฒ accontentare di pescare negli acquari, nella riserva o nellโ€™allevamento degli โ€œamici degli amiciโ€. In gioco cโ€™รจ la fiducia nel Signore della storia e della Chiesa, che non trascura mai il loro bene, e perciรฒ non dobbiamo tergiversare. La domanda pratica, che mi viene adesso da dire, รจ: ma non ce nโ€™รจ un altro? Quella di Samuele al padre di Davide: โ€œMa non cโ€™รจ un altro?โ€ (cfr 1 Sam 16,11). E andare a cercare. E ci sono! Ce ne sono!

3. Accompagnare i popoli nei quali รจ presente la Chiesa di Cristo

Il vostro servizio diplomatico รจ lโ€™occhio vigile e lucido del Successore di Pietro sulla Chiesa e sul mondo! Vi prego di essere allโ€™altezza di tale nobile missione, per la quale dovete continuamente prepararvi. Non si tratta solo di acquisire contenuti su temi, tra lโ€™altro mutevoli, ma di una disciplina di lavoro e di uno stile di vita che permetta di apprezzare anche le situazioni di routine, di cogliere i cambiamenti in atto, di valutare le novitร , saperle interpretare con misura e suggerire azioni concrete.

รˆ la velocitร  dei tempi a domandare una formazione permanente, evitando di dare tutto per scontato. A volte il ripetersi del lavoro, i numerosi impegni, la mancanza di nuovi stimoli alimenta una pigrizia intellettuale che non tarda a produrre i suoi frutti negativi. Un serio e continuo approfondimento gioverebbe a superare quella frammentazione per cui individualmente si cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro, perรฒ senza alcun, o con assai poco, coordinamento e integrazione con gli altri. Non pensate che il Papa non sia consapevole della solitudine (non sempre โ€œbeataโ€ come per gli eremiti e i Santi) in cui vivono non pochi Rappresentanti Pontifici. Sempre penso al vostro stato di โ€œesuliโ€, e nelle mie preghiere chiedo continuamente che in voi non venga mai meno quella colonna portante che consente lโ€™unitร  interiore e il senso di profonda pace e feconditร .

Lโ€™esigenza che sempre piรน dovremo fare nostra รจ quella di operare in una rete unitaria e coordinata, necessaria per evitare una visione personale che spesso non regge di fronte alla realtร  della Chiesa locale, del Paese o della Comunitร  internazionale. Si rischia di proporre una visione individuale che certamente puรฒ essere frutto di un carisma, di un profondo senso ecclesiale e di capacitร  intellettuale, ma non รจ immune da una certa personalizzazione, da emotivitร , da sensibilitร  differenti e, non per ultimo, da situazioni personali che condizionano inevitabilmente il lavoro e la collaborazione.

Grandi sono le sfide che ci attendono nei nostri giorni e non mi sento di tratteggiare un elenco. Voi le conoscete. Forse รจ anche piรน saggio intervenire sulle loro radici. Come si va progressivamente disegnando, la diplomazia pontificia non puรฒ essere estranea allโ€™urgenza di rendere palpabile la misericordia in questo mondo ferito e frantumato. La misericordia deve essere la cifra della missione diplomatica di un Nunzio Apostolico, il quale, oltre allo sforzo etico personale, deve possedere la ferma convinzione che la misericordia di Dio sโ€™inserisce nelle vicende di questo mondo, nelle vicende della societร , dei gruppi umani, delle famiglie, dei popoli, delle nazioni. Anche nellโ€™ambito internazionale, essa comporta il non considerare mai niente e nessuno come perduto. Lโ€™essere umano non รจ mai irrecuperabile. Nessuna situazione รจ impermeabile al sottile e irresistibile potere della bontร  di Dio che mai desiste nei riguardi dellโ€™uomo e del suo destino.

Questa radicale novitร  di percezione della missione diplomatica libera il Rappresentante Pontificio da interessi geopolitici, economici o militari immediati, chiamandolo a discernere nei suoi primi interlocutori governativi, politici e sociali e nelle istituzioni pubbliche lโ€™anelito a servire il bene comune e a fare leva su questo tratto, anche se talora si presenta offuscato o mortificato da interessi personali e corporativi o da derive ideologiche, populistiche o nazionalistiche.

La Chiesa, pur senza sottovalutare lโ€™oggi, รจ chiamata a lavorare a lunga scadenza, senza lโ€™ossessione dei risultati immediati. Deve sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtร  impone. Ci sarร  sempre la tensione tra pienezza e limite, ma alla Chiesa non serve occupare spazi di potere e di autoaffermazione, bensรฌ far nascere e crescere il seme buono, accompagnare pazientemente il suo sviluppo, gioire con la provvisoria raccolta che si puรฒ ottenere, senza scoraggiarsi quando unโ€™improvvisa e gelida tempesta rovina quanto sembrava dorato e pronto da raccogliere (cfr Gv 4,35). Ricominciare fiduciosamente nuovi processi; ripartire dai passi compiuti, senza fare retromarcia, favorendo quanto fa emergere il meglio delle persone e delle istituzioni, ยซsenza ansietร , con chiare e tenaci convinzioniยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 223).

Non abbiate paura di interloquire con fiducia con le persone e le istituzioni pubbliche. Affrontiamo un mondo nel quale non รจ sempre facile individuare i centri di potere e molti si scoraggiano pensando che siano anonimi e irraggiungibili. Invece sono convinto che le persone siano ancora abbordabili. Sussiste nellโ€™uomo lo spazio interiore dove la voce di Dio puรฒ risuonare. Dialogate con chiarezza e non abbiate paura che la misericordia possa confondere o sminuire la bellezza e la forza della veritร . La veritร  si compie in pienezza solo nella misericordia. E siate sicuri che la parola ultima della storia e della vita non รจ il conflitto ma lโ€™unitร , alla quale anela il cuore di ogni uomo. Unitร  conquistata trasformando il drammatico conflitto della Croce nella sorgente della nostra pace, perchรฉ lรฌ รจ stato abbattuto il muro di separazione (cfr Ef 2,14).

Cari Confratelli,

nellโ€™inviarvi di nuovo alla vostra missione, dopo questi giorni di fraterni e lieti incontri, la mia parola conclusiva vuole affidarvi alla gioia del Vangelo. Noi non siamo commessi della paura e della notte, ma custodi dellโ€™alba e della luce del Risorto.

Il mondo ha tanta paura โ€“ tanta paura! – e la diffonde. Spesso fa di essa la chiave di lettura della storia e non di rado la adotta come strategia per costruire un mondo poggiato su muri e fossati. Possiamo anche comprendere le ragioni della paura, ma non possiamo abbracciarla, perchรฉ ยซDio non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di caritร  e di prudenzaยป (2 Tm 1,7).

Attingete da tale spirito, e andate: aprite porte; costruite ponti; tessete legami; intrattenete amicizie; promuovete unitร . Siate uomini di preghiera: non trascuratela mai, soprattutto lโ€™adorazione silenziosa, vera sorgente di tutto il vostro operato.

La paura abita sempre nellโ€™oscuritร  del passato, ma ha una debolezza: รจ provvisoria. Il futuro appartiene alla luce! Il futuro รจ nostro, perchรฉ appartiene a Cristo! Grazie!

Vi invito a pregare insieme lโ€™Angelus. Eโ€™ mezzogiorno.

Angelus

Benedizione

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