Cari fratelli e sorelle,
io avevo preparato un discorso per voi, ma รจ un poโ noioso leggereโฆ Preferisco dire due parole e soprattutto salutarvi ad uno ad uno.
Lei [la Presidente dellโIstituto] ha detto unโespressione che รจ toccante: la โcultura del bambinoโ. Oggi dobbiamo riprenderla. La cultura dei bambini. Cโรจ una cultura della sorpresa nel vedere crescere, vedere come si sorprendono dalla vita, come entrano in contatto con la vita. E noi dobbiamo imparare a fare lo stesso. Questa via, questa strada che tutti noi abbiamo fatto da bambini, dobbiamo riprenderla. Lei ha citato il Vangelo di Marco: โLasciate che i bambini venganoโฆโ; ma ci sono anche altri passi del Vangelo in cui Gesรน va anche oltre: non solo dice di accogliere i bambini, e chi li accoglie accoglie Lui, ma va oltre: โSe non diventate come bambini, non entrerete nel Regno dei cieliโ. Ed รจ questo che a noi deve insegnare la cultura del bambino. Dobbiamo in qualche modo tornare alla semplicitร di un bambino e soprattutto alla capacitร di sorprenderci. Le sorprese! Il nostro Dio รจ il Dio delle sorprese, e noi dobbiamo imparare questo.
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Grazie per quello che Lei ha detto e per quella storiaโฆ
E a me rimane da dire anche unโaltra cosa, che vorrei riprendere da Lei: quelle medaglie spezzateโฆ [metร al bambino e metร alla madre che lo lasciava allโIstituto]. Oggi nel mondo ci sono tanti bambini che idealmente hanno la metร della medaglia. Sono soli. Le vittime delle guerre, le vittime delle migrazioni, i bambini non accompagnati, le vittime della fame. Bambini con metร medaglia. E chi ha lโaltra metร ? La Madre Chiesa. Noi abbiamo lโaltra metร . Bisogna riflettere e far capire alla gente che noi siamo responsabili di questโaltra metร e aiutare a fare oggi unโaltra โcasa degli innocentiโ, piรน mondiale, con lโatteggiamento dellโadozione. Tante volte cโรจ gente che vuole adottare bambini, ma cโรจ una burocrazia cosรฌ grande โ quando non cโรจ la corruzione di mezzo, che tu paghi eโฆ Ma aiutatemi in questo: a seminare coscienza che noi abbiamo lโaltra metร della medaglia di quel bambino. Tante, tante famiglie che non hanno figli e avrebbero sicuramente il desiderio di averne uno con lโadozione: andare avanti, creare una cultura di adozione perchรฉ i bambini abbandonati, soli, vittime di guerre e altro sono tanti; che la gente impari a guardare quella metร e dire: โAnchโio ne ho unโaltraโ. Vi chiedo di lavorare su questo. E grazie!
Discorso del Santo Padre consegnato
Cari fratelli e sorelle,
do il mio benvenuto a tutti voi, dirigenti e operatori dellโIstituto degli Innocenti, e a voi, bambini e bambine, che siete i protagonisti di questa istituzione che da seicento anni accoglie, assiste e promuove lโinfanzia. Quando sono venuto a Firenze, nel 2015, per il V Convegno Ecclesiale Nazionale, parlando della bellezza della cittร non ho potuto fare a meno di ricordare che molta di quella bellezza รจ stata messa a servizio della caritร , e ho citato proprio lo โSpedale degli Innocentiโ come esempio. Ricordavo che ยซuna delle prime architetture rinascimentali รจ stata creata per il servizio di bambini abbandonati e madri disperateยป (Discorso al Convegno ecclesiale di Firenze, 10 novembre 2015).
LโIstituto degli Innocenti, con i suoi sei secoli di storia โ una storia che non รจ conclusa, ma che guarda al futuro โ ci parla di una cittร che ha messo il meglio di sรฉ nellโaccoglienza dei bambini, perchรฉ non dovessero piรน essere chiamati โabbandonatiโ ma accolti, affidati allโamore e alle cure della comunitร . Quella degli Innocenti รจ una storia che ha molto da insegnarci. Intanto, vede allโorigine la generositร di un ricco banchiere, Francesco Datini, che donรฒ la cifra con cui fu possibile avviare la realizzazione di questa opera. Anche oggi, la responsabilitร sociale ed etica del mondo della finanza รจ un valore indispensabile per costruire una societร piรน giusta e solidale. Lโaltro elemento che colpisce, di questa storia, รจ che la progettazione fu affidata a Filippo Brunelleschi, lโarchitetto piรน importante dellโepoca, che proprio in quegli anni stava lavorando a un capolavoro che ancora oggi stupisce il mondo: la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Perchรฉ la stessa bellezza che si dedica alla casa del Signore la si dedichi anche alla casa dei bambini meno fortunati. Perchรฉ per i bambini bisognosi di accoglienza non bastava dare il latte delle balie, cโera il desiderio di farli crescere in un ambiente che fosse il piรน bello possibile.
E da seicento anni, lโIstituto degli Innocenti si preoccupa di offrire ai suoi bambini e alle sue bambine tutto il necessario per crescere in maniera dignitosa. ร una veritร , questa, che oggi va detta con forza: ai poveri, alle creature fragili, a chi vive nelle periferie dobbiamo offrire il meglio che abbiamo. E tra le persone piรน fragili di cui dobbiamo prenderci cura ci sono sicuramente tanti bambini rifiutati, derubati della loro infanzia e del loro futuro; minori che affrontano viaggi disperati per fuggire dalla fame o dalla guerra. Bambini che non vedono la luce perchรฉ le loro mamme subiscono condizionamenti economici, sociali, culturali che le spingono a rinunciare a quel dono meraviglioso che รจ la nascita di un figlio. Quanto abbiamo bisogno di una cultura che riconosca il valore della vita, soprattutto di quella debole, minacciata, offesa, e anzichรฉ pensare di poterla mettere in disparte, di escluderla con muri e chiusure, si preoccupi di offrire cure e bellezza! Una cultura che riconosca in ogni volto, anche il piรน piccolo, il volto di Gesรน: ยซChi accoglierร un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie meยป (Mt 18,5).
LโIstituto degli Innocenti รจ un luogo di storia, ma anche di storie: storie piรน piccole, ma altrettanto affascinanti. Sono le storie delle centinaia di migliaia di bambini che sono passati tra quelle mura. Sempre parlando al Convegno di Firenze, feci riferimento anche a un aspetto particolare: il fatto che spesso le mamme lasciavano, insieme ai neonati, delle medaglie spezzate a metร , con le quali speravano, presentando lโaltra metร , di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori. ยซEcco โ dicevo โ, dobbiamo immaginare che i nostri poveri abbiano una medaglia spezzata. Noi abbiamo lโaltra metร . Perchรฉ la Chiesa madre ha in Italia metร della medaglia di tutti e riconosce tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticatiยป.
Oggi lโobiettivo che dobbiamo porci, ai vari livelli di responsabilitร , รจ che nessuna madre si trovi nelle condizioni di dover abbandonare il proprio bambino. Ma dobbiamo anche far sรฌ che di fronte a qualsiasi evento, anche tragico, che possa distaccare un bambino o una bambina dai suoi genitori, ci siano strutture e percorsi di accoglienza in cui lโinfanzia sia sempre protetta e accudita, nellโunico modo degno: dando ai bambini il meglio che possiamo offrire loro. Ricordando le parole di Gesรน che ci invita tutti a diventare come voi, come bambini, per poter entrare nel Regno dei cieli.
Questo รจ quello che lโIstituto degli Innocenti ci insegna con la sua storia plurisecolare, con le migliaia di storie che ha ospitato, e con le storie che oggi anche voi, bambini e bambine, raccontate con i vostri volti sorridenti e gioiosi. E questo รจ quello per cui io ringrazio i dirigenti, gli operatori e tutti coloro che contribuiscono a portare avanti le diverse attivitร dellโIstituto degli Innocenti. Vi ringrazio e vi invito a continuare il vostro servizio con competenza e tenerezza, professionalitร e dedizione. Prego per questo e vi benedico. E vi chiedo per favore di pregare per me.
