DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CONCLUSIONE DEI LAVORI DELLA
XIV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
Aula del Sinodo
Sabato, 24 ottobre 2015
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Care Beatitudini, Eminenze, Eccellenze, cari fratelli e sorelle,
vorrei innanzitutto ringraziare il Signore che ha guidato il nostro cammino sinodale in questi anni con lo Spirito Santo, che non fa mai mancare alla Chiesa il suo sostegno.
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Ringrazio davvero di cuore S. Em. il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, S. Ecc. Mons. Fabio Fabene, Sotto-segretario, e con loro ringrazio il Relatore S. Em. il Cardinale Peter Erdล e il Segretario Speciale S. Ecc. Mons. Bruno Forte, i Presidenti delegati, gli scrittori, i consultori, i traduttori, i cantori e tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente e con totale dedizione alla Chiesa: grazie di cuore! E vorrei anche ringraziare la Commissione che ha fatto la relazione: alcuni hanno passato la notte in bianco.
Ringrazio tutti voi, cari Padri Sinodali, Delegati Fraterni, Uditori, Uditrici e Assessori, Parroci e famiglie, per la vostra partecipazione attiva e fruttuosa.
Ringrazio anche gli โanonimiโ e tutte le persone che hanno lavorato in silenzio contribuendo generosamente ai lavori di questo Sinodo.
Siate sicuri tutti della mia preghiera, affinchรฉ il Signore vi ricompensi con lโabbondanza dei suoi doni di grazia!
Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chiesto: che cosa significherร per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia?
Certamente non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi la gioia della speranza senza cadere nella facile ripetizione di ciรฒ che รจ indiscutibile o giร detto.
Sicuramente non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltร e ai dubbi che sfidano e minacciano la famiglia, ma aver messo tali difficoltร e dubbi sotto la luce della Fede, averli esaminati attentamente, averli affrontati senza paura e senza nascondere la testa sotto la sabbia.
Significa aver sollecitato tutti a comprendere lโimportanza dellโistituzione della famiglia e del Matrimonio tra uomo e donna, fondato sullโunitร e sullโindissolubilitร , e ad apprezzarla come base fondamentale della societร e della vita umana.
Significa aver ascoltato e fatto ascoltare le voci delle famiglie e dei pastori della Chiesa che sono venuti a Roma portando sulle loro spalle i pesi e le speranze, le ricchezze e le sfide delle famiglie di ogni parte del mondo.
Significa aver dato prova della vivacitร della Chiesa Cattolica, che non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo animatamente e francamente sulla famiglia.
Significa aver cercato di guardare e di leggere la realtร , anzi le realtร , di oggi con gli occhi di Dio, per accendere e illuminare con la fiamma della fede i cuori degli uomini, in un momento storico di scoraggiamento e di crisi sociale, economica, morale e di prevalente negativitร .
Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novitร , contro chi vuole โindottrinarloโ in pietre morte da scagliare contro gli altri.
Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosรจ e giudicare, qualche volta con superioritร e superficialitร , i casi difficili e le famiglie ferite.
Significa aver affermato che la Chiesa รจ Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e peccatori.
Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertร dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novitร cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile.
Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente โ e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli โ hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo unโimmagine viva di una Chiesa che non usa โmoduli preconfezionatiโ, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi[1].
E โ aldilร delle questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa โ abbiamo visto anche che quanto sembra normale per un vescovo di un continente, puรฒ risultare strano, quasi come uno scandalo – quasi! โ per il vescovo di un altro continente; ciรฒ che viene considerato violazione di un diritto in una societร , puรฒ essere precetto ovvio e intangibile in unโaltra; ciรฒ che per alcuni รจ libertร di coscienza, per altri puรฒ essere solo confusione. In realtร , le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale โ come ho detto, le questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa โ ogni principio generale ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato[2]. Il Sinodo del 1985, che celebrava il 20ยฐ anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, ha parlato dellโinculturazione come dellโยซintima trasformazione degli autentici valori culturali mediante lโintegrazione nel cristianesimo, e il radicamento del cristianesimo nelle varie culture umaneยป[3]. Lโinculturazione non indebolisce i valori veri, ma dimostra la loro vera forza e la loro autenticitร , poichรฉ essi si adattano senza mutarsi, anzi essi trasformano pacificamente e gradualmente le varie culture[4].
Abbiamo visto, anche attraverso la ricchezza della nostra diversitร , che la sfida che abbiamo davanti รจ sempre la stessa: annunciare il Vangelo allโuomo di oggi, difendendo la famiglia da tutti gli attacchi ideologici e individualistici.
E, senza mai cadere nel pericolo del relativismo oppure di demonizzare gli altri, abbiamo cercato di abbracciare pienamente e coraggiosamente la bontร e la misericordia di Dio che supera i nostri calcoli umani e che non desidera altro che ยซTUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATIยป (1 Tm 2,4), per inserire e per vivere questo Sinodo nel contesto dellโAnno Straordinario della Misericordia che la Chiesa รจ chiamata a vivere.
Cari Confratelli,
lโesperienza del Sinodo ci ha fatto anche capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma lโuomo; non le formule ma la gratuitร dellโamore di Dio e del suo perdono. Ciรฒ non significa in alcun modo diminuire lโimportanza delle formule: sono necessarie; lโimportanza delle leggi e dei comandamenti divini, ma esaltare la grandezza del vero Dio, che non ci tratta secondo i nostri meriti e nemmeno secondo le nostre opere, ma unicamente secondo la generositร illimitata della sua Misericordia (cfr Rm 3,21-30; Sal 129; Lc 11,37-54). Significa superare le costanti tentazioni del fratello maggiore (cfr Lc 15,25-32) e degli operai gelosi (cfr Mt 20,1-16). Anzi significa valorizzare di piรน le leggi e i comandamenti creati per lโuomo e non viceversa (cfr Mc 2,27).
In questo senso il doveroso pentimento, le opere e gli sforzi umani assumono un significato piรน profondo, non come prezzo dellโinacquistabile Salvezza, compiuta da Cristo gratuitamente sulla Croce, ma come risposta a Colui che ci ha amato per primo e ci ha salvato a prezzo del suo sangue innocente, mentre eravamo ancora peccatori (cfr Rm 5,6).
Il primo dovere della Chiesa non รจ quello di distribuire condanne o anatemi, ma รจ quello di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore (cfr Gv 12,44-50).
Il beato Paolo VI, con parole stupende, diceva: ยซPossiamo quindi pensare che ogni nostro peccato o fuga da Dio accende in Lui una fiamma di piรน intenso amore, un desiderio di riaverci e reinserirci nel suo piano di salvezza […]. Dio, in Cristo, si rivela infinitamente buono […]. Dio รจ buono. E non soltanto in sรฉ stesso; Dio รจ โ diciamolo piangendo โ buono per noi. Egli ci ama, cerca, pensa, conosce, ispira ed aspetta: Egli sarร โ se cosรฌ puรฒ dirsi โ felice il giorno in cui noi ci volgiamo indietro e diciamo: Signore, nella tua bontร , perdonami. Ecco, dunque, il nostro pentimento diventare la gioia di Dioยป[5].
Anche san Giovanni Paolo II affermava che ยซla Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia [โฆ] e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore, di cui essa รจ depositaria e dispensatriceยป[6].
[ads2]Anche Papa Benedetto XVI disse: ยซLa misericordia รจ in realtร il nucleo centrale del messaggio evangelico, รจ il nome stesso di Dio […] Tutto ciรฒ che la Chiesa dice e compie, manifesta la misericordia che Dio nutre per lโuomo. Quando la Chiesa deve richiamare una veritร misconosciuta, o un bene tradito, lo fa sempre spinta dallโamore misericordioso, perchรฉ gli uomini abbiano vita e lโabbiano in abbondanza (cfr Gv 10,10)ยป[7].
Sotto questa luce e grazie a questo tempo di grazia che la Chiesa ha vissuto, parlando e discutendo della famiglia, ci sentiamo arricchiti a vicenda; e tanti di noi hanno sperimentato lโazione dello Spirito Santo, che รจ il vero protagonista e artefice del Sinodo. Per tutti noi la parola โfamigliaโ non suona piรน come prima del Sinodo, al punto che in essa troviamo giร il riassunto della sua vocazione e il significato di tutto il cammino sinodale[8].
In realtร , per la Chiesa concludere il Sinodo significa tornare a โcamminare insiemeโ realmente per portare in ogni parte del mondo, in ogni Diocesi, in ogni comunitร e in ogni situazione la luce del Vangelo, lโabbraccio della Chiesa e il sostegno della misericordia di Dio!
Grazie!
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[1] Cfr Lettera al Gran Cancelliere della โPontificia Universidad Catรณlica Argentinaโ nel centesimo anniversario della Facoltร di Teologia, 3 marzo 2015.
[2] Cfr Pontificia Commissione Biblica, Fede e cultura alla luce della Bibbia. Atti della Sessione plenaria 1979 della Pontificia Commissione Biblica, LDC, Leumann 1981; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 44.
[3] Relazione finale (7 dicembre 1985): LโOsservatore Romano, 10 dicembre 1985, 7.
[4] ยซIn forza della sua missione pastorale, la Chiesa deve mantenersi sempre attenta ai mutamenti storici e allโevoluzione delle mentalitร . Non certamente per sottomettervisi, ma per superare gli ostacoli che si possono opporre allโaccoglienza dei suoi consigli e delle sue direttiveยป (Intervista al Card. Georges Cottier ne La Civiltร Cattolica, 3963-3964, 8 agosto 2015, p. 272).
[5] Omelia, 23 giugno 1968: Insegnamenti VI (1968), 1177-1178.
[6] Enc. Dives in misericordia, 13. Disse anche: ยซNel mistero pasquale โฆ Dio ci appare per quello che รจ: un Padre dal cuore tenero, che non si arrende dinanzi allโingratitudine dei suoi figli ed รจ sempre disposto al perdonoยป (Giovanni Paolo II, Regina Coeli, 23 aprile 1995: Insegnamenti XVIII, 1 [1995], 1035). E cosรฌ descriveva la resistenza alla misericordia: ยซLa mentalitร contemporanea, forse piรน di quella dellโuomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende, altresรฌ, ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano lโidea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio lโuomoยป (Lett. Enc. Dives in misericordia [30 novembre 1980], 2).
[7] Regina Coeli, 30 marzo 2008: Insegnamenti IV, 1 (2008), 489-490; e parlando del potere della misericordia afferma: ยซร la misericordia che pone un limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio – la sua santitร , il potere della veritร e dellโamoreยป (Omelia nella Domenica della Divina Misericordia, 15 aprile 2007: Insegnamenti III, 1 [2007], 667).
[8] Unโanalisi acrostica della parola โfamigliaโ ci aiuta a riassumere la missione della Chiesa nel compito di: Formare le nuove generazioni a vivere seriamente lโamore non come pretesa individualistica basata solo sul piacere e sullโโusa e gettaโ, ma per credere nuovamente allโamore autentico, fecondo e perpetuo, come lโunica via per uscire da sรฉ, per aprirsi allโaltro, per togliersi dalla solitudine, per vivere la volontร di Dio, per realizzarsi pianamente, per capire che il matrimonio รจ lo ยซspazio in cui si manifesta lโamore divino; per difendere la sacralitร della vita, di ogni vita; per difendere lโunitร e lโindissolubilitร del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacitร dellโuomo di amare seriamenteยป (Omelia nella Messa di apertura del Sinodo, 4 ottobre 2015: LโOsservatore Romano, 5-6 ottobre 2015, p. 7) e per valorizzare i corsi prematrimoniali come opportunitร di approfondire il senso cristiano del Sacramento del matrimonio; Andare verso gli altri perchรฉ una Chiesa chiusa in sรฉ stessa รจ una Chiesa morta; una Chiesa che non esce dal proprio recinto per cercare, per accogliere e per condurre tutti verso Cristo รจ una Chiesa che tradisce la sua missione e la sua vocazione; Manifestare e diffondere la misericordia di Dio alle famiglie bisognose, alle persone abbandonate, agli anziani trascurati, ai figli feriti dalla separazione dei genitori, alle famiglie povere che lottano per sopravvivere, ai peccatori che bussano alle nostre porte e a quelli lontani, ai diversamente abili e a tutti coloro che si sentono feriti nellโanima e nel corpo e alle coppie lacerate dal dolore, dalla malattia, dalla morte o dalla persecuzione; Illuminare le coscienze, spesso accerchiate da dinamiche dannose e sottili, che cercano perfino di mettersi al posto di Dio creatore: tali dinamiche devono essere smascherate e combattute nel pieno rispetto della dignitร di ogni persona; Guadagnare e ricostruire con umiltร la fiducia nella Chiesa, seriamente diminuita a causa dei comportamenti e dei peccati dei propri figli; purtroppo la contro-testimonianza e gli scandali commessi allโinterno della Chiesa da alcuni chierici hanno colpito la sua credibilitร e hanno oscurato il fulgore del suo messaggio salvifico; Lavorare intensamente per sostenere e incoraggiare le famiglie sane, le famiglie fedeli, le famiglie numerose che nonostante le fatiche quotidiane continuano a dare una grande testimonianza di fedeltร agli insegnamenti della Chiesa e ai comandamenti del Signore; Ideare una rinnovata pastorale famigliare che si basi sul Vangelo e rispetti le diversitร culturali; una pastorale capace di trasmettere la Buona Novella con linguaggio attraente e gioioso e di togliere dai cuori dei giovani la paura di assumere impegni definitivi; una pastorale che presti una attenzione particolare ai figli che sono le vere vittime delle lacerazioni famigliari; una pastorale innovativa che attui una preparazione adeguata al Sacramento matrimoniale e sospenda le pratiche vigenti che spesso curano piรน lโapparenza di una formalitร che unโeducazione a un impegno che duri per tutta la vita; Amare incondizionatamente tutte le famiglie e in particolare quelle che attraversano un momento di difficoltร : nessuna famiglia deve sentirsi sola o esclusa dallโamore o dallโabbraccio della Chiesa; il vero scandalo รจ la paura di amare e di manifestare concretamente questo amore.
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