Del buon uso delle crisi

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Eccoci dunque insieme. Nel momento in cui stiamo per levare l’ancora per una traversata incerta, in questo congresso, c’è nell’aria una solennità – un’emozione – la mia – la vostra – un’apertura – una disponibilità – un’improvvisa capacità in ognuno di noi di afferrare l’istante. Io vi sento in ascolto – sento lo scricchiolio del vostro ascolto. Mi sento mentre mi ascolto. Si crea uno spazio – fragile, sottile, sensibile – come lo spazio tra la corteccia e l’alburno, uno spazio vulnerabile in cui non occorre dir niente, in cui non c’è niente da aggiungere nè da togliere. In questo spazio in cui ci sentiamo respirare si celebra un mistero – il mistero della Presenza.
Qualche cosa che comincia e noi entriamo insieme in questo spazio. Un istante fa eravamo sulla soglia e ora entriamo. Tutti gli istanti della nostra vita sono così. Tutti senza eccezione, degli hic et nunc (qui e ora) di Dio, tutti, ma non li percepiamo così. La separazione di noi stessi nella quale spesso viviamo ci separa anche dal Reale – dalla solennità dell’istante – e crea una realtà parallela che ad esso si sostituisce. Quello che vediamo per tutto il tempo in cui ci troviamo nella separazione è la trappola in cui viviamo rinchiusi, la trappola individuale e collettiva, che chiamiamo realtà – e chi ne conosce tutte le pieghe è un realista. A chi percepisce la solennità dell’istante non si rivela un mondo soprannaturale, il meraviglioso o fantastico. No. Si rivela a lui soltanto il REALE puro e semplice – QUELLO CHE è sempre nell’intensità delle origini – quando per un momento la benda che ci copriva gli occhi si dissipa e da non vedenti che eravamo diventiamo vedenti – o meglio veggenti (mistici) quando, secondo la definizione di Martin Buber, vediamo finalmente solo QUELLO CHE è. Il mondo cosidetto realista fa di me il fedele di una religione sanguinaria, trasformando tutto ciò che un istante prima era vivo in denaro, in cifre, in andamento della Borsa, in attualità televisiva, freddo e ghiaccio. Fondamentalismo orrido dei nostri mercantilismi occidentali. Miraggio mortale e planetario.

Suor Francesca Bernacchia, Dorotea da Cemmo del Centro Mater Divinae Gratiae, ci offre ad ogni puntata suggerimenti sulla lettura di libri ricchi di spunti di riflessione sul tema della spiritualità.

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Informazioni utili

  • Titolo Del buon uso delle crisi
  • Autore Christiane Singer
  • Prezzo € 10,00
  • Dati 2006, 128 p.
  • Editore Servitium

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