CONSIGLIO PERMANENTE
Roma, 20 – 22 gennaio 2020
Introduzione del Cardinale Presidenteย
Cari Confratelli, vi saluto di vero cuore, grato della presenza di ciascuno di voi e del lavoro che, insieme, porteremo avanti in questi giorni di Consiglio, a servizio del bene delle nostre Comunitร e del nostro stesso Paese.
โNon siamo piรน in un regime di cristianitร perchรฉ la fede โ specialmente in Europa, ma pure in gran parte dellโOccidente โ non costituisce piรน un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzataโ. Avete senzโaltro riconosciuto in queste parole un passaggio del discorso del Santo Padre alla Curia Romana in occasione del Natale. Francamente, mi hanno fatto pensare alcuni titoliย e commenti dei media, che si sono mostrati sorpresi davanti a questa constatazione. In realtร , la fotografia messaci davanti da Papa Francesco corrisponde pienamente a quanto viviamo nelle nostre Chiese. Certamente โ almeno per ragioni anagrafiche โ siamo stati testimoni di un tempo in cui โera piรน semplice distinguere tra due versanti abbastanza definiti: un mondo cristiano da una parte e un mondo ancora da evangelizzare dallโaltraโ. Sappiamo che non funziona piรน cosรฌ: รจ venuto meno quel tessuto culturale unitario, che permetteva di riconoscersi e parlare una lingua comune, ampiamente plasmata dalla fede e dai valori che essa ispira. Oggi la situazione รจ davvero diversa e noi โnon siamo piรน gli unici che producono cultura, nรฉ i primi, nรฉ i piรน ascoltatiโ.
In un tale contesto pluralistico, che spesso finisce per considerare irrilevante la fede, sorgono le posizioni piรน diverse: ecco le reazioni esasperate di chi fatica ad accettare questa stagione e ha quasi bisogno di prenderne le distanze, invocando un impossibile ritorno indietro delle lancette della storia; ci sono, poi, le scorciatoie di quanti considerano ineluttabile la secolarizzazione della societร : anche fra quanti si riconoscono cattolici, prevale spesso una religiositร debole, per cui del magistero ecclesiale si accetta solo ciรฒ che รจ in sintonia con il proprio stile di vita. Mentre si riduce lo spazio dโincidenza delle istituzioni โ tra cui la Chiesa โ viene avanti anche una solitudine diffusa, che accompagna tante persone, le quali si sentono prive di riferimenti culturali e di alleanze educative su cui contare.
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Non possiamo nรฉ vogliamo rigettare la responsabilitร di lasciarci interpellare da queste situazioni, che โ come spesso ricorda il Santo Padre โ richiedono innanzitutto fra noi un profondo cambiamento di mentalitร . Intendiamo assumere questo impegno anche con gli Orientamenti pastorali che nei prossimi mesi metteremo a punto insieme. In continuitร ideale con il cammino educativo che ha attraversato il decennio, vogliamo farci missionari, portatori appassionati della proposta cristiana, convinti come siamo che lโincontro con il Signore Gesรน rimane la risposta alle attese e alle domande di vita che albergano nel cuore; un incontro che diventa pieno quando suscita lโesperienza liberante della fraternitร . A livello ecclesiale non sarร , infatti, lโattivismo โ pur sostenuto dalle migliori intenzioni โ a far la differenza: โdi una cosa sola cโรจ bisognoโ, ci ricorda con chiarezza lโepisodio evangelico delle sorelle di Betania. Lโascolto, lโaccoglienza della Parola, la contemplazioneโฆ sono atteggiamenti primari ed essenziali, quelli che poi generano il servizio concreto al prossimo. Sappiamo per esperienza che, quando le persone โ penso in particolare ai giovani โ incontrano la Parola, ne ricavano una ricchezza inenarrabile, che conduce a scelte di vita donata nelle forme piรน diverse.
Nasce da questa convinzione la nostra adesione alla scelta del Santo Padre di istituire la Domenica della Parola di Dio: la celebreremo per la prima volta domenica prossima, 26 gennaio. Giร a conclusione del Giubileo straordinario della misericordia, Papa Francesco aveva chiesto che si pensasse a una domenica dedicata interamente alla Parola di Dio; una domenica โnon una volta allโanno, ma una volta per tutto lโannoโ.
Mi ha suscitato un sorriso amaro leggere il racconto di uno scrittore contemporaneo, che in uno dei suoi testi confida di essersi trovato una sera a cena da amici e di aver parlato loro di una storia biblica, dando per scontato che fosse risaputa, fino a trovarsi invece come a divulgare un ineditoโฆ Nonostante lโardore e lโinsistenza con cui giร il Concilio esortava alla lettura frequente della Parola, lโignoranza della Sacra Scrittura rimane ampiamente diffusa, anche fra le persone colte.
Riscoprirne la centralitร รจ condizione per dirsi e diventare cristiani: occorre tornare a un incontro personale e comunitario con la Parola. Parola mai ovvia, mai banale, tesoro inesauribile, che non afferreremo mai nella sua ricchezza e profonditร .
Alla Parola sentiamo di appartenere: รจ allโorigine del cammino interiore, risveglia il senso di Dio, lโapertura e la tensione verso il mistero. Della Parola vive ogni discepolo; per la Parola crede; sulla Parola poggia la pietร , la catechesi e la fede vissuta; dalla Parola si riversano sugli altri i gesti della caritร e si genera e rigenera la comunitร . Attorno alla Parola ci si ritrova fratelli, per cui essa รจ il โluogoโ principale in cui vivere anche questa Settimana per lโunitร dei cristiani. Sentiamoci convocati dalla Parola: sarร piรน facile avvicinare e riconoscere pure i tanti immigrati, che vivono accanto a noi, la maggior parte dei quali รจ di fede cristiana; la loro presenza porta con sรฉ una serie di implicazioni pastorali che devono trovarci attenti e disponibili. Quando si permette alla Parola di liberare la sua carica profetica, diventano visibili i segni dello Spirito anche in mezzo alle ambiguitร e alle contraddizioni del presente. Si diventa, allora, capaci di cogliere ciรฒ che nella vita รจ vero, giusto, conforme al Vangelo e ciรฒ che non lo รจ, per discernere e comportarsi di conseguenza.
Non rinnoveremo la nostra pastorale se non richiamandoci alla Parola, convinti come siamo che โogni volta che cerchiamo di tornare alla fonte e recuperare la freschezza originale del Vangelo spuntano nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni piรน eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attualeโ (EG 11). ร questa la condizione per esserne a propria volta annunciatori, capaci di viverla nel quotidiano e di testimoniarla con gioia. Nessuno, del resto, aprirร la porta del proprio cuore ad โevangelizzatori tristi e scoraggiati, impazienti e ansiosiโ (EG, 10): la gente รจ giร carica di tante preoccupazioni quotidiane: figli che non nascono, figli che stentano a trovare un lavoro dignitoso, figli che prendono la strada dellโestero; e, ancora, le tante preoccupazioni e difficoltร che, in un modo o nellโaltro, segnano ogni famiglia, negli affetti coniugali, nelle relazioni tra generazioni, nella cura prestata ad anziani, disabili e non autosufficienti; una cura tanto piรน impegnativa laddove si misura con la penuria di servizi socio-sanitari sul territorio.
A livello sociale, pesa una condizione materiale e morale di affanno permanente, un clima di precarietร diffusa, di incertezza e instabilitร ; e questo clima suscita disagio e malcontento, i cui effetti vanno oltre le stesse pagine della cronaca nera.
Sรฌ, รจ notevole il carico che grava sulle spalle di gran parte della popolazione; un carico di cui chi, tra noi, a volte si lamenta delle rinunce e dei sacrifici che la vocazione porta con sรฉ, si rivela ben poco consapevole.
ร a questa gente โ che sentiamo come la nostra gente โ che vogliamo tornare a rivolgerci con disponibilitร , in spirito di semplicitร e di condivisione. Da questa prospettiva, guardiamo con attenzione allโistituzione, con la Legge di bilancio, di un Fondo relativo allโassegno universale e ai servizi alla famiglia: vi riconosciamo una visione circa il valore sociale assicurato dalla famiglia, un passo rispetto alla libertร di scelta dei genitori sullโeducazione dei figli, un percorso che incentiva i giovani nellโavvio di unโattivitร professionale e un tentativo di armonizzare lโesperienza delle genitorialitร con quella lavorativa. Il sostegno alla famiglia richiede politiche affidabili e continuative, che finalmente introducano sgravi fiscali proporzionati al numero dei figli. Per il bene di tutti, chiediamo che le forze politiche, insieme alle parti sociali, sappiano davvero investire sulla famiglia, riportandola nello spazio pubblico, quale luogo decisivo da cui far ripartire il Paese.
Un pensiero permettetemi di esprimerlo anche sullโIncontro del Mediterraneo del prossimo mese. Vuol essere lโoccasione per dare risonanza, dalle diverse sponde del Mare, a quanto accade e poter avviare un processo di visioni condivise e collaborazioni fattive. Lโincontro cade in un momento di crisi, particolarmente drammatico: alcune compagini statali โ dalla Libia, alla Siria allโIraq โ sono in frantumi, altre sono attraversate da tensioni fortissime. La guerra, in piรน punti del Mediterraneo, รจ lโesito di scelte miopi e interessate, dalle quali non sono estranee nuove logiche coloniali, avanzate dalle grandi potenze. Come Chiese intendiamo offrire una testimonianza di comunione, che non si rassegna a situazioni violente e a strutture sociali ingiuste.
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Come Pastori della Chiesa, vorremmo ripetere a ciascuno le parole di Pietro al paralitico: โNon possediamo nรฉ argento nรฉ oro, ma quello che abbiamo te lo diamo: nel nome di Gesรน Cristo, il Nazareno, alzati e cammina!โ (At 3,6). Contengono la nostra disponibilitร ad ascoltare e far nostre le inquietudini e le attese che attraversano il cuore degli uomini del nostro tempo: nella Sacra Scrittura esse trovano voce e risonanza, apertura e ragioni di speranza; a maggior ragione devono poter essere ascoltate ed accolte nella Comunitร ecclesiale.
Vorrei concludere rivolgendo, a nome di tutti noi, un duplice ringraziamento. Come Pastori, un pensiero di gratitudine รจ per i nostri sacerdoti, che della Parola sono i primi ministri tra la nostra gente: quanti di loro, per lo piรน nel silenzio, non si limitano ad annunciarla agli altri, ma la meditano loro per primi, la rendono preghiera, criterio che trasforma e a cui conformano la vita (cfr. Presbyterorum ordinis, 17).
Analogamente, vogliamo dire il nostro grazie ai nostri catechisti: sono migliaia, che con fede, passione e pazienza interpretano la responsabilitร dellโintera Chiesa locale. Educano a uno sguardo evangelico e a unโesperienza ecclesiale, che integra la vita; lo fanno valorizzando le Sacre Scritture, la Tradizione viva, la bellezza della liturgia e quella del creato. A cinquantโanni esatti dalla pubblicazione del Documento di base โ era il 2 febbraio 1970 โ proprio la fedeltร alle intuizioni e alle indicazioni che ci ha offerto, esige oggi scelte pastorali e itinerari formativi nuovi.
Gualtiero Card. Bassetti
Arcivescovo di Perugia โ Cittร della Pieve
Presidente della CEI
Roma, 20 gennaio 2020
