Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

Data:

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Alle ore 11.30 di questa mattina, nellโ€™Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Francesco per la prossima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che a livello ecclesiale sarร  celebrata il 17 gennaio 2016, sul tema: Migranti e Rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia.

Intervengono alla conferenza stampa il Card. Antonio Maria Vegliรฒ, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti e S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil, Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

Intervento del Card. Antonio Maria Vegliรฒ

[ads2]Ho il grande onore e il privilegio di presentare il Messaggio del Santo Padre Francesco in occasione della celebrazione annuale della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che, a livello di Chiesa universale, avrร  luogo domenica 17 gennaio 2016 e avrร  per tema โ€œMigranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della Misericordiaโ€.

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Da un lato, la celebrazione della Giornata Mondiale si inserisce naturalmente nel contesto dellโ€™Anno della Misericordia, punto di riferimento per tutta la Chiesa nei prossimi mesi. Dallโ€™altro, di fronte ad una situazione in cui la migrazione sta assumendo proporzioni immense e a tante tragedie accadute in tutto il mondo, va riconosciuto che questo fenomeno, in tutte le sue forme, ci interpella a dare una risposta.

La Giornata Mondiale, che questโ€™anno si auspica sia celebrata in tutta la Chiesa a livello nazionale e diocesano come Giornata Giubilare del Migrante e del Rifugiato, diventa cosรฌ unโ€™opportunitร  concreta per tutta la comunitร  cristiana per riflettere, pregare e agire. La migrazione tocca soprattutto le nostre Chiese locali, in quanto ambito piรน prossimo ai migranti e rifugiati. Lรฌ incontriamo queste persone, faccia a faccia ed รจ a quel livello che possiamo realizzare concretamente il nostro incontro.

Oggi, con questo intervento tenterรฒ di illustrare il pensiero del Santo Padre, contenuto nel Suo Messaggio per il prossimo anno, alla luce di una caratteristica attestata con particolare frequenza nel Vangelo, cioรจ la misericordia. Seguirร  lโ€™intervento di Sua Eccellenza, Mons. Joseph Kalathiparambil, che presenterร  lโ€™aspetto dei rifugiati del Messaggio Pontificio.

* * *

Sullo sfondo dellโ€™immagine di Dio Padre, che manifesta la premura paterna โ€œverso tutti, come fa il pastore con il greggeโ€ ed โ€œรจ particolarmente sensibile alle necessitร  della pecora ferita, stanca o malataโ€, Papa Francesco descrive la realtร  dellโ€™attuale contesto mondiale, affermando che โ€œi flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianetaโ€. La presenza di tante persone in movimento โ€“ migranti, profughi e persone in fuga dalle loro patrie โ€“ interpella i singoli e le collettivitร , poichรฉ sfida il tradizionale modo di vivere, la prospettiva, lโ€™orizzonte culturale e sociale con cui tutti devono confrontarsi. Le difficoltร  di tanti migranti e rifugiati esigono attenzione e sensibilitร  nei confronti di questa situazione globale.

Non si puรฒ rimanere indifferenti e in silenzio di fronte a tante tragedie che accadono nel mondo. Non si puรฒ che esprimere il piรน sentito dolore di fronte a tali situazioni di sofferenza: sono uomini e donne โ€“ spesso poveri, affamati, perseguitati, feriti spiritualmente o fisicamente, sfruttati o vittime di guerra โ€“ che cercano una vita migliore. In un mondo spesso caratterizzato oggi dalla globalizzazione dellโ€™indifferenza che fa abituare alla sofferenza dellโ€™altro, Papa Francesco afferma che โ€œil Vangelo della misericordia scuote le coscienze, (โ€ฆ) e indica vie di risposta che si radicano nelle virtรน teologali della fede, della speranza e della caritร , declinandosi nelle opere di misericordia spirituale e corporaleโ€.

Ecco la base sulla quale si fonda il tema scelto dal Santo Padre per la prossima Giornata Mondiale. Nella sua struttura, escludendo la parte introduttiva e la conclusione, il Messaggio in effetti si divide in due parti. Nella prima sezione del documento, il Papa evidenzia tre โ€œquestioniโ€ sulle quali i migranti interpellano sia gli individui sia le comunitร .

In primo luogo, possiamo notare la questione dellโ€™attuale crisi umanitaria nellโ€™ambito della migrazione, esistente non soltanto in Europa ma presente in tutto il mondo. Migranti e rifugiati interpellano la nostra sensibilitร  nei confronti di questa crisi umanitaria. Nota il Pontefice: โ€œLe storie drammatiche di milioni di uomini e donne interpellano la Comunitร  internazionale, di fronte allโ€™insorgere di inaccettabili crisi umanitarie in molte zone del mondoโ€. Questa realtร , come scrive il Santo Padre, necessita un approfondimento della situazione per poter conoscere meglio le cause che producono le migrazioni, insieme con le conseguenze che ne derivano nei luoghi di arrivo ma anche in un panorama globale, e cosรฌ affrontare il fenomeno in modo giusto e in cui la salvaguardia della dignitร  umana sia rispettata. Lโ€™attuale situazione di emergenza, perรฒ, non permette che si perda tempo in questo momento, e richiede unโ€™azione immediata. Il pericolo esistente โ€“ afferma Papa Francesco โ€“ รจ quello dellโ€™indifferenza e del silenzio che ci fa diventare complice โ€œquando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragiโ€.

In secondo luogo, il Messaggio rileva la questione dellโ€™identitร . โ€œChi emigraโ€ scrive il Santo Padre nel Suo Messaggio โ€œรจ costretto a modificare taluni aspetti che definiscono la propria persona e, anche se non lo vuole, forza al cambiamento anche chi lo accoglieโ€. Lโ€™arrivo del migrante in un nuovo contesto sociale, infatti, richiede un processo di mutuo adattamento ad una nuova situazione. Il migrante non puรฒ soltanto cercare di soddisfare le esigenze della propria esistenza, come trovare lavoro e unโ€™abitazione, per stabilirsi bene nel nuovo luogo. Il suo inserimento nella nuova societร  richiede anche uno sforzo interiore che necessita altresรฌ di cambiamenti negli elementi della sua identitร  per adattarsi al nuovo contesto sociale e culturale. Possiamo elencare, per esempio, il bisogno fondamentale di imparare la lingua locale, ma anche quello di mostrare un profondo rispetto per la cultura, storia ed ereditร  del popolo che accoglie il migrante.

Dallโ€™altra, lโ€™arrivo del migrante โ€œinterpella seriamente le diverse societร  che li accolgonoโ€ affinchรฉ il processo dโ€™inserimento e dโ€™integrazione sia rispettoso dei valori che โ€œrendono lโ€™uomo sempre piรน uomo nel giusto rapporto con Dio, con gli altri e con il creatoโ€, ma che allo stesso tempo permette al migrante di poter contribuire alla crescita della societร  che lo accoglie. Il Santo Padre invita a trovare un equilibrio delicato tra i due estremi, evitando di creare un ghetto culturale, da una parte, e ogni traccia di nazionalismo estremo o xenofobico dallโ€™altra.

Infine, il Messaggio del Santo Padre evidenzia la questione dellโ€™accoglienza. Papa Francesco inizia dagli aspetti positivi, citando molte istituzioni, associazioni, movimenti, gruppi impegnati, organismi diocesani, nazionali e internazionali, che โ€œsperimentano lo stupore e la gioia della festa dellโ€™incontro, dello scambio e della solidarietร โ€. La comunitร  cristiana cerca di riconoscere il volto di Gesรน e di ascoltare la Sua parola raccontataci nella parabola del Giudizio Finale (cfr. Mt 25). La Chiesa ha una โ€œparolaโ€ profetica nellโ€™opera di sensibilizzazione allโ€™accoglienza che risuona con forza attraverso le diverse azioni e le opere di cui si fanno carico concretamente le comunitร  cristiane. รˆ la sensibilizzazione che nasce dallโ€™impegno e dallโ€™agire quotidiano. Dallโ€™altra, continua il Papa, in questa era di grandi movimenti migratori, si scopre che gli stranieri sono spesso bersaglio di sospetto e timore. Diversi dibattiti โ€œsulle condizioni e sui limiti da porre allโ€™accoglienzaโ€ si stanno accendendo a diversi livelli โ€“ dibattiti che hanno luogo non solo in ambito politico, ma anche in alcune comunitร  cristiane โ€œche vedono minacciata la tranquillitร  tradizionaleโ€.

Di fronte a tali questioni e domande, afferma il Santo Padre: โ€œLa risposta del Vangelo รจ la misericordiaโ€. Cosรฌ, entriamo nella seconda parte della struttura del Messaggio, in cui possiamo mettere in luce altre tre temi.

La misericordia porta alla solidarietร  verso il prossimo: โ€œ[La misericordia] alimenta e irrobustisce la solidarietร  verso il prossimo come esigenza di risposta allโ€™amore gratuito di Dioโ€. Vi รจ un rapporto stretto tra il ricevere il dono gratuito dellโ€™amore misericordioso di Dio e la risposta dellโ€™uomo. Lโ€™esperienza della misericordia, nota il Pontefice, porta ad una gioia che, poi, vuole essere espressa nellโ€™amore ricambiato verso il prossimo. La caritร  รจ il dono di Dio misericordioso che, allo stesso tempo, nutre e stimola il servizio e la solidarietร  verso il prossimo. La solidarietร  perรฒ non rimane soltanto espressione di rispetto e di assistenza caritatevole per lโ€™altro, comporta anche โ€“ scrive il Papa – โ€œla cura di buoni contatti personali e la capacitร  di superare pregiudizi e paureโ€.

Tutto questo รจ indispensabile nella seconda direttrice evidenziata del Pontefice nel Messaggio: la misericordia porta a coltivare la cultura dellโ€™incontro. Si tratta di un concetto importante nel pensiero del Santo Padre poichรฉ appare spesso nel contesto della migrazione. Infatti, il Papa lโ€™ha giร  accennato nei suoi due messaggi precedenti per le Giornate Mondiali del 2014 e 2015. La cultura dellโ€™incontro interpella tutti affinchรฉ ciascuno sia disposto non soltanto a dare, ma anche a ricevere dagli altri, e tende a costruire comunione e unitร , il che implica anche uno scambio reciproco. โ€œLโ€™ospitalitร , infattiโ€ โ€“ scrive il Pontefice, โ€œvive del dare e del ricevereโ€.

La complessitร  del fenomeno migratorio rende difficile separare i diversi aspetti, come quello politico o legislativo, quello umanitario o quello della sicurezza. La prospettiva della cultura dellโ€™incontro implica lo sguardo alla persona del migrante nel suo insieme, con tutti i suoi aspetti. Anzitutto, non si riduce il fenomeno solo alle statistiche o ai numeri. Siamo di fronte a persone umane, che hanno un volto, una storia reale, una famiglia e concrete esperienze che non vanno trascurate. Questo รจ importante, poichรฉ stiamo parlando dellโ€™accoglienza di persone concrete, non di idee astratte. Allo stesso tempo, la cultura dellโ€™incontro richiede anche da parte dei migranti lo sforzo di assumere โ€œresponsabilmente dei doveri nei confronti di chi li accoglie, rispettando con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del Paese che li ospita, obbedendo alle sue leggi e contribuendo ai suoi oneriโ€. Cosรฌ, la presenza dei migranti non diventa solo una mera giustapposizione di culture differenti nel medesimo territorio, ma un incontro di popoli, dove la proclamazione del Vangelo โ€œispira e incoraggia itinerari che rinnovano e trasformano lโ€™intera umanitร โ€.

Il terzo argomento, rilevato dal Santo Padre nel Suo Messaggio, รจ la difesa del diritto di ciascuno a vivere con dignitร , rimanendo nella propria Patria. Scrive Papa Francesco: โ€œLa Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignitร , anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese dโ€™origineโ€. Nello spirito della Gaudium et Spes, ogni persona ha il diritto ad emigrare โ€“ un diritto iscritto tra quelli fondamentali che spettano ad ogni essere umano. Ma oltre e prima di questo va riaffermato il diritto a non emigrare, cioรจ a essere in condizione di rimanere nella propria terra.

Anzitutto, osserva Papa Francesco, questo comporta la necessitร  di aiutare i Paesi da cui partono i migranti e rifugiati. โ€œLa solidarietร , la cooperazione, lโ€™interdipendenza internazionale e lโ€™equa distribuzione dei beni della terraโ€ โ€“ scrive il Papa nel Messaggio โ€“ โ€œsono elementi fondamentali per operare in profonditร  e con incisivitร  soprattutto nelle aree di partenza dei flussi migratoriโ€. La necessitร  di risposte non si limita solo alla guerra agli scafisti o alla restrizione delle norme sullโ€™immigrazione, ma bisogna tenere presente che chi gode di prosperitร  dovrebbe mettere a disposizione dei poveri e dei bisognosi (intesi sia individualmente che come nazioni) i mezzi con cui poter rispondere ai loro bisogni ed entrare nella via dello sviluppo mediante unโ€™equa distribuzione delle risorse del pianeta. Pianificando gli investimenti, i singoli imprenditori e le nazioni meglio sviluppate dovrebbero tenere conto degli urgenti bisogni economici dei Paesi emergenti. La proprietร  e il possesso acquistano senso solo quando offrono allโ€™uomo lโ€™opportunitร  di adempiere i propri compiti con dignitร  nella vita sociale ed economica, con attenzione a raggiungere il bene comune.

Infine, aggiunge il Pontefice, โ€œรจ indispensabile che lโ€™opinione pubblica sia informata in modo corretto, anche per prevenire ingiustificate paure e speculazioni sulla pelle dei migrantiโ€. I mass-media, come osserva il Santo Padre, hanno un ruolo di grande responsabilitร . รˆ importante che essi aiutino a smascherare falsi pregiudizi sulla migrazione, mostrandola nel modo piรน autentico possibile.

* * *

Il Santo Padre conclude il suo Messaggio ricordando lโ€™immagine biblica dellโ€™accoglienza del forestiero come accoglienza di Dio stesso, esortando i migranti e i rifugiati a non lasciarsi rubare la speranza e la gioia che viene dallโ€™esperienza della misericordia di Dio. Anche questโ€™anno, le sue parole si collocano nel richiamo biblico allโ€™icona della Santa Famiglia esule in Egitto, alla cui intercessione Papa Francesco affida la loro vita, e tutti coloro che dedicano energie, tempo e risorse alla cura delle migrazioni.

Mi unisco alla voce del Santo Padre per esprimere personale apprezzamento e gratitudine alle persone che sono al servizio dei migranti. Le ringrazio per la loro dedizione e il loro coraggio, e auguro che lo Spirito Santo continui a mantenere viva nelle loro opere la โ€œfantasia della caritร โ€ che esprimono verso tutte le persone in movimento.

Grazie per la vostra attenzione.

* * *

NOTA – MIGRANTI

Nel 2013, al livello globale, vi erano circa 232 milioni di migranti internazionali, un numero che รจ aumentato di oltre 77 milioni, pari al 50%, tra il 1990 e il 20131. Tra questi, circa il 59% (136 milioni) abita nelle regioni sviluppate del globo, mentre le regioni in via di sviluppo ospitano circa il restante 41% (96 milioni di migranti)2.

Dei circa 136 milioni di migranti internazionali che abitano nel Nord del mondo, circa 82 milioni (pari al 60%) sono nati in un Paese in via di sviluppo, mentre i restanti 54 milioni (ossia il 40%) sono nati in un altro Paese del Nord3.

Dei circa 96 milioni di migranti internazionali che abitano nel Sud del mondo, circa 82 milioni (86%) sono nati nel Sud del mondo, mentre i restanti 14 milioni (14%) provengono dal Nord del mondo4.

Dal 2010 al 2013, lโ€™aumento del numero di migranti internazionali รจ sceso a circa 3,6 milioni allโ€™anno. Durante questo periodo, lโ€™Europa ha ricevuto il numero piรน grande (1,1 milioni allโ€™anno), seguita da Asia (1,0 milioni) e America del Nord (0,6 milioni). In Africa, si รจ registrato un incremento annuo di 0,5 milioni, nonostante un forte calo del numero di rifugiati5.

A livello globale, la percentuale di donne migranti รจ rimasta relativamente stabile, passando dal 49,1% del 2000 al 48,0% del 2013. Dal 2000 al 2013 in Australia e Nuova Zelanda, America del Nord, America del Sud ed Europa occidentale, la percentuale รจ aumentata in parte a causa della maggiore aspettativa di vita delle donne. Al contrario, la quota di donne migranti in Africa รจ scesa dal 47,2 al 45,9%, mentre in Asia รจ passata dal 45,4 al 41,6% nello stesso periodo, a causa della crescente domanda di lavoro manuale6.

Il numero di migranti internazionali sotto i 20 anni รจ aumentato da 30,9 milioni nel 2000 a 34.900.000 nel 2013 ed ha avuto luogo nel paesi in via di sviluppo. Di conseguenza, la quota globale di giovani migranti ospitati nel mondo in via di sviluppo รจ salita dal 56% nel 2000 al 62% nel 2013. Dal 2000 al 2013 lโ€™Asia ha il maggior numero di giovani migranti – quasi 3,1 milioni. Al contrario, nello stesso periodo lโ€™America settentrionale ha visto il numero dei migranti internazionali minorenni diminuire di 0,6 milioni. Nel 2013, la percentuale di migranti che hanno meno di 20 anni era piรน alta in Africa (30%), seguita da America Latina e Caraibi (24%).7

In generale, si notano quattro assi di migrazione: Nord-Nord, Sud-Sud, Nord-Sud e Sud-Nord e secondo il World Migration Report 2013 dellโ€™Organizzazione Mondiale per la Migrazione (OIM), i piรน comuni corridoi per ciascuna delle assi di migrazione sono8:

  1. Nord-Nord: la migrazione dalla Germania verso gli Stati Uniti dโ€™America, seguita da quella dal Regno Unito verso lโ€™Australia; infine il movimento migratorio dal Canada, dalla Repubblica di Corea e dal Regno Unito verso gli Stati Uniti dโ€™America.
  2. Sud-Sud: la migrazione dallโ€™Ucraina verso la Federazione Russa, seguita da quella in direzione inversa dalla Federazione Russa verso lโ€™Ucraina; quindi la migrazione dal Bangladesh verso il Bhutan, e quella dal Kazakhstan verso la Federazione Russa e lโ€™Afghanistan.
  3. Sud-Nord: al primo posto, la migrazione dal Messico verso gli Stati Uniti dโ€™America, seguita da quella dalla Turchia verso la Germania; infine la migrazione dalle Filippine, dalla Cina e dallโ€™India verso gli Stati Uniti dโ€™America.
  4. Nord-Sud: dagli Stati Uniti dโ€™America verso il Messico e il Sudafrica, seguita dalla migrazione dalla Germania verso la Turchia, quella dal Portogallo verso il Brasile e, infine, quella dallโ€™Italia verso lโ€™Argentina.

Vi sono anche due altre caratteristiche delle migrazioni moderne che, dal punto di vista della pastorale della Chiesa, hanno un significato rilevante. La prima, notata dallo stesso rapporto dellโ€™OIM del 2013, รจ che la maggioranza dei migranti nel mondo sono uomini, tranne il caso lungo lโ€™asse Nord-Nord, dove la migrazione รจ a maggioranza femminile9.

La seconda, anchโ€™essa evidenziata dallo stesso rapporto, รจ che vi รจ una migrazione sempre piรน giovane nel Sud del mondo. In particolare, si rilevano tre trend distinti per quanto riguarda lโ€™etร  dei migranti10. Al primo posto, la percentuale dei migranti fino a 24 anni di etร  รจ molto piรน elevata al Sud rispetto a quella del Nord, specialmente nella fascia dโ€™etร  tra 0 e 14 anni. In secondo luogo, al contrario, nella fascia di etร  lavorativa (tra 19 e 65 anni di vita) vi รจ una presenza piรน forte nei Paesi del Nord del mondo. Infine, le statistiche mostrano una maggior presenza di migranti internazionali al Sud del mondo nelle fasce di etร  piรน avanzate, ed รจ una presenza soprattutto femminile. Questo, secondo il rapporto, si spiega grazie a migliori condizioni di vita o alle difficoltร  a ritornare al Paese dโ€™origine.

* * *

NOTA – RIFUGIATI

(secondo lโ€™Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) – ultimo aggiornamento: 29 settembre 2015)

* arrivi in Europa via mare nel 2015:

522.134

* morti/scomparsi nel 2015:

2.892 (nel 2014 erano giร  3.036)

Arrivi in Europa via mare:

522.134 totale

dei quali:

130.891 in ITALIA

ย 

388.324 in GRECIA

ย 

2.819 in SPAGNA

ย 

100 in MALTA

5 principali Paesi di origine (nel 2015)

VERSO Lโ€™ITALIA:

– Eritrea

30.708

– Nigeria

15.113

– Somalia

8.790

– Sudan

7.126

– Siria

6.710

VERSO LA GRECIA:

– Siria

175.375

– Afghanistan

50.177

– Pakistan

11.289

– Albania

10.985

– Iraq

9.059

Nel 2015, i migranti non sono morti soltanto nel Mar Mediterraneo. Secondo le statistiche, nel 2015 (fino al 25 settembre), nel mondo sono morti 3.903 migranti (solo le morti documentate) nelle seguenti zone:

Mediterraneo

2.892

Golfo del Bengala

460

confine USA/Messico

133

Europa

114

Sudest asiatico

99

Corno dโ€™Africa

86

Sahara

48

Caraibi

46

Sudest Africano

30

America Centrale

19

Est asiatico

15

Africa meridionale

2

——

(statistiche dellโ€™ACNUR (Global Trends 2014 โ€“ pubblicato il 7 gennaio 2015))

Nel mondo ci sono circa 46,3 milioni fra rifugiati e sfollati interni.

Dopo la Siria (che ha 7,6 milioni di sfollati interni e 3.880.000 rifugiati) e lโ€™Afghanistan (2.590.000), i principali Paesi dโ€™origine dei rifugiati sono:

la Somalia – oltre 1,1 milioni di persone sparse principalmente fra Kenya, Etiopia e Yemen;

il Sudan

670.000

ย 

il Sud Sudan

509.000

ย 

la Rep. Dem. del Congo

493.000

ย 

il Myanmar

480.000

ย 

lโ€™Iraq

426.000

ย 

la Colombia

397.000

ย 

Quanto alle nazioni ospitanti, invece, oltre 1,6 milioni di cittadini afgani hanno trovato rifugio in Pakistan.

Libano

1.100.000 Persone nei campi profughi

Iran

982.000

ย 

Turchia

824.000

ย 

Giordania

737.000

ย 

Etiopia

588.000

ย 

Kenya

537.000

ย 

Ciad

455.000

ย 
ย 

Altre informazioni pertinenti a livello mondiale:

  • nel solo 2014, ci sono stati 13.900.000 nuovi migranti forzati โ€“ 4 volte il numero del 2010.
  • 19,5 milioni di rifugiati nel 2014, rispetto ai 16,7 milioni del 2013;
  • 38,2 milioni di sfollati allโ€™interno del proprio Paese nel 2014, rispetto ai 33,3 milioni del 2013;
  • 1,8 milioni in attesa dellโ€™esito delle domande dโ€™asilo nel 2014, rispetto agli 1,2 milioni del 2013;
  • piรน della metร  dei rifugiati a livello mondiale sono bambini.
  • Quasi 9 rifugiati su 10 (circa lโ€™86%) si trovavano in regioni e paesi considerati economicamente meno sviluppati.
  • Piรน di un quarto di tutti i rifugiati erano collocati in Paesi classificati nella lista delle Nazioni meno sviluppate, compilata dalle Nazioni Unite.

__________________

  • 1 United Nations Department of Economic and Social Affairs, Population Division (2013), Trends in International Migrant Stock: The 2013 Revision – Migrants by Age and Sex.
  • 2 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
  • 3 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
  • 4 United Nations Department of Economic and Social Affairs, International Migration Report 2013, 1.
  • 5 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
  • 6 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
  • 7 United Nations General Assembly, International Migration and Development. Report of the Secretary-General (A/68/190 del 25 luglio 2015), p.6.
  • 8 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 62.
  • 9 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 65.
  • 10 Cfr. International Organization for Migration, World Migration Report 2013, p. 66.

Intervento di S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil

Questโ€™anno, la presentazione del Messaggio Pontificio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato cade in un momento particolare, in cui tutti siamo chiamati a orientare lo sguardo verso la realtร  dei rifugiati che, anche se presente ormai da anni, oggi piรน che mai รจ fortemente sottoposta allโ€™attenzione delle comunitร .

Come sottolinea il Santo Padre in questo suo Messaggio, โ€œnella nostra epoca, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta: profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettivitร , sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo lโ€™orizzonte culturale e sociale con cui vengono a confrontoโ€.

In questo contesto, ci chiediamo qual รจ la posizione della Chiesa, cosa sta facendo e cosa ancora puรฒ fare.

In primo luogo, la Chiesa si fa portavoce dei piรน deboli davanti alla comunitร  internazionale, denunciando ingiustizie e indifferenza, sensibilizzando la societร , incoraggiando la solidarietร  e favorendo il dialogo.

In secondo luogo, la Chiesa sโ€™impegna a offrire risposte concrete. รˆ importante ricordare il lavoro, tante volte silenzioso, che da tempo portano avanti le diocesi, le congregazioni religiose e le associazioni e i movimenti ecclesiali. Ma vogliamo e dobbiamo fare ancora di piรน.

Nel Messaggio, il Papa sollecita tutti ad affrontare il fenomeno migratorio con lโ€™amore di Cristo e afferma che โ€œla risposta del Vangelo รจ la misericordiaโ€.

E, a questo proposito, non possiamo non ricordare lโ€™appello del Papa durante lโ€™Angelus di domenica 6 settembre quando ha chiesto di accogliere i rifugiati nelle comunitร  ecclesiali. A questo invito molti stanno giร  dando risposte concrete e generose.

Il Messaggio Pontificio ci sprona a riflettere su come possiamo vivere le mutazioni migratorie per trasformarle in opportunitร  per unโ€™autentica crescita umana, sociale e spirituale ripensando a ciรฒ che si sta facendo a livello politico, pubblico ed ecclesiale per capire come si puรฒ migliorare.

Certamente, รจ importante accogliere con generositร  chi arriva ma il passo piรน importante da compiere รจ quello che porta ad affrontare le cause che producono le migrazioni forzate. รˆ indispensabile eliminare i problemi alla radice e, cosรฌ come ci suggerisce anche il Santo Padre, โ€œquesto processo dovrebbe includere, nel suo primo livello, la necessitร  di aiutare i Paesi da cui partono migranti e profughiโ€. Per questo, lโ€™impegno primario sta nellโ€™edificazione della pace e della giustizia, avviando percorsi di riconciliazione nei Paesi in cui sono in atto conflitti e aiutando lo sviluppo integrale delle zone di provenienza dei flussi migratori. A tutti va riconosciuto il diritto a vivere una vita dignitosa nel proprio Paese di origine.

Questo particolare momento รจ anche unโ€™opportunitร  per mettere la persona al centro di ogni decisione, rivedendo sia gli investimenti pubblici in ambito sociale che le politiche e le legislazioni attualmente vigenti in materia di migrazione e asilo perchรฉ offrano risposte piรน adeguate alle nuove situazioni.

Allโ€™appello del Papa anche le singole comunitร  sono chiamate a rispondere e affrontare la situazione in modo costruttivo innanzitutto partendo dallโ€™accoglienza che รจ sicuramente una ricchezza sia per chi la riceve sia per chi la offre. Siamo consapevoli delle difficoltร  che possono nascere ma รจ importante che lโ€™accoglienza sia fraterna trasformando, come dice il Papa nel Messaggio, โ€œcoloro che accolgono nellโ€™abbraccio del Padreโ€. Ecco perchรฉ ciรฒ che si vuole offrire รจ sรฌ una casa, ma allo stesso tempo anche un tessuto umano di relazioni. Tutta la comunitร  รจ chiamata ad accogliere, ma saranno poi le singole famiglie a offrire ai rifugiati lโ€™appoggio necessario, donando unโ€™โ€œospitalitร  sanatriceโ€.

Vorrei ricordare, inoltre, il ruolo centrale dello Stato in quanto primo responsabile dellโ€™accoglienza dei rifugiati e dei profughi e massimo garante della loro protezione. La Chiesa non vuole sostituirlo, ma desidera essergli di sostegno. Tutto si deve realizzare nel dialogo tra le relative autoritร  civili.

Lโ€™accoglienza ecclesiale deve essere ben organizzata e coordinata, sapendo che la buona volontร , pur essendo importante, non รจ sufficiente.

Scopo primario dellโ€™ospitare รจ lโ€™integrazione dei rifugiati nella societร  offrendo loro gli strumenti adatti per raggiungere lโ€™autonomia necessaria ed evitando di cadere nellโ€™assistenzialismo e, come suggerisce il Santo Padre, proponendo itinerari di integrazione a breve e a lungo termine che vadano oltre la risposta immediata che ci viene richiesta. A questo riguardo รจ sempre piรน urgente differenziare gli interventi per i richiedenti asilo e per chi, invece, ha giร  ottenuto lo status di rifugiati o unโ€™altra forma di protezione internazionale che garantisce una permanenza nel territorio; in questo modo รจ possibile concretizzare percorsi adeguati di accompagnamento.

รˆ inoltre importante non trascurare i singoli interventi da considerare al momento dellโ€™accoglienza tra i quali rientrano gli aspetti legali, sanitari, psicologici, lavorativi, finanziari, religiosi, culturali ed educativi.

Siamo convinti che lโ€™accoglienza sia un gesto di misericordia cristiano e umano necessario, ma cโ€™รจ bisogno di uno sforzo nella coordinazione e nellโ€™accompagnamento per mettere al centro lโ€™ospite in arrivo e per offrire alle comunitร  la possibilitร  di rispondere al meglio alla sollecitazione โ€œMigranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordiaโ€.

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