Siamo sconvolti, e se non lo siamo significa che lโadorazione del nostro ego ha raggiunto picchi davvero preoccupanti. Al netto di teorie complottiste che negano sempre la realtร che il potere e i media ci raccontano e spiegano, la tragedia dellโaereo schiantatosi contro una montagna รจ, comunque, unโipotesi plausibile. Forse non ci avevamo mai pensato, o non avevamo voluto immaginarlo, ma รจ possibile che un uomo, di mestiere pilota, decida di farla finita trascinando con sรฉ piรน di 150 persone. E che, probabilmente, lo abbia voluto fare proprio cosรฌ, perchรฉ, chissร , agli occhi del suo cuore ferito e della sua mente malata nel mondo nessuno era innocente, come invece appaiono a noi le povere vittime dellโincidente. Lโaereo come la sintesi del mondo fuori di me, finalmente in pugno; io ai comandi della vita mia e di quella degli altri, in un delirio di onnipotenza nel quale รจ fin troppo facile rintracciare la prima, originale menzogna: โdiventerete come Dioโ. Ora comando io, nessuno piรน a intralciare il mio cammino, a spegnere speranze e progetti. In quei terribili otto minuti quella piccola comunitร ha assistito impotente allโeruzione improvvisa della solitudine che, scoppiando senza possibilitร di arginarla, trascina tutti nella morte sotto i lapilli della disperazione. Il comandante lasciato fuori dalla cabina di pilotaggio, lโautoritร finalmente incatenata, io al posto di Dio, per un momento, quello decisivo, non piรน co-pilota ma comandante unico, arbitro del destino mio e degli altri. Gli altri, appunto, i passeggeri e lโequipaggio, a pochi metri, come unโinconsapevole corpo diplomatico scelto in rappresentanza di quel pezzo di mondo che mi ha fatto soffrire gettandomi nella solitudine. E ora vi abbraccio nella stessa morte che mi avete dato. Eโ andata cosรฌ? Forse non lo sapremo mai, ma sappiamo che cosรฌ va con noi. Fermi, non scandalizzatevi. Con me almeno รจ andata cosรฌ, molte, troppe volte; ingannato nel piรน profondo di me stesso dal demonio che, immancabilmente, mi ha presentato la mia vita come un colossale fallimento, perchรฉ gestita da un Dio che non mi ama. E, ormai certo di essere vittima di unโingiustizia, ho rubato lโaereo della mia vita e ne preso i comandi. Accattivante lโebrezza dei comandi, ma cโera sotto il trucco beffardo del demonio: guidavo inseguendo la libertร e la felicitร , ma perdevo quota, e con me tutti quelli che mi erano accanto, in famiglia e tra gli amici, e la fidanzata, e le persone che mi erano affidate. Sempre piรน giรน, sino a schiantarmi sulla montagna dellโorgoglio che non si scansa maiโฆ Conseguenze? I rapporti stracciati come le povere carni dei passeggeri dellโAirbus. Irriconoscibili i genitori, i fratelli, le persone a cui avrei dovuto annunciare il Vangeloโฆ E a te? Non รจ capitato? Certo che sรฌ, forse sta accadendo proprio in questi giorni. Non ti vedi chiuso nella cabina della superbia? Hai appena chiuso fuori Dio a bussare inutilmente alla tua porta. Sei libero, siamo liberi, come quei โgiudeiโ che portavano ancora una volta le pietre per lapidare Gesรน. Lui non era Dio, Lui bestemmiava! Chiusi nel proprio orgoglio i giudei erano incapaci di riconoscere nelle opere di Gesรน la mano di Dio. Per questo lo scambiavano per un bestemmiatore. Come facciamo noi,ย perchรฉ il demonio ci ha convinto che la nostra vita di oggi รจ una bestemmia: la sofferenza, il fallimento, la debolezza sono parole blasfeme.ย Dioย non puรฒ volere e permettere quanto mi accade; e chi afferma e annuncia che proprio nella mia vita รจ Dio ad operare, che la mia storia รจ un segno dell’amore del Padre, รจ un bestemmiatore. Chi mi dice che sono figlio di Dio in questa storia che vivo, merita la morte.ย E cosรฌ uccidiamo i profeti, quelli che viaggiano sul nostro aereo, per togliere di mezzo Cristo e qualunque sua memoria, soprattutto quella che appare nel fratello. Ma Dio, che ci parla attraverso gli eventi della storia, ci annuncia oggi un Vangelo capace di farci ritornare sulla rotta che Lui ha pensato per noi. Cristo รจ risorto, e ha il potere di passare attraverso la porta che abbiamo blindato per difendere la nostra superbia. Come fece quella sera entrando nel cenacolo, Cristo ci viene oggi a cercare, perchรฉ questโanno sia davvero una Pasqua di libertร . Per questo il Vangelo oggi dice che, prima della sua Pasqua, Gesรน si ritira โal di lร del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermรฒโ. Perchรฉ c’รจย un “luogo”ย dove “credere”ย in Gesรน, dove lo si puรฒ incontrare e conoscere, quello del suo e del nostro battesimo. E nella notte di Pasqua noi tutti rinnoveremo le promesse battesimali, e sarร il momento in cui potremo finalmente lasciare i comandi a Lui. Andiamo allora anche noi alle rive del Giordano, il punto piรน basso della superficie terrestre, il luogo dove Gesรน si รจ annientato per scendere fin dove abbiamo fatto precipitare il nostro aereo. Qui il Signore si รจ umiliato sino a discendere alย luogoย del nostro cuoreย piรน lontano dal Cielo e da Dio, per aprirlo all’ascolto dellโannuncio che la Chiesa ci fa attraverso le liturgie di questi giorni santi. Umiliamoci, andiamo e ascoltiamo il Figlio nel quale il Padre si รจ compiaciuto, perchรฉ solo ascoltando potremo uscire dallo scandalo dell’orgoglio incapace di credere all’incarnazione di Dio nella nostra vita. Solo ascoltando crescerร in noi la fede che sposta le montagne dellโorgoglio per vedere, come in un cielo limpido, Dio allโopera nella nostra storia; e discernere la sua misericordia attraverso la luce che filtra, spesso impercettibilmente, dalle ferite dei peccati, delle debolezze, degli errori nostri e dei fratelli. “La Scrittura non puรฒ essere annullata”: essa “ha chiamato dรจi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio”, ovvero ciascuno di noi raggiunti dallaย stoltezza della predicazione, cosรฌ potente da riportarci in quota, ovvero risuscitare per ritornare ad essere cittadini del Cielo, figli di Dio che viaggiano in questo mondo guardando a ogni evento e a ogni fratello dalla destra del Padre dove Cristo ci vuol far sedere con Lui; con le primizie della vita eterna nel cuore e negli occhi per vedere i frammenti del compimento e della gioia anche nel dolore e nelle ingiustizie.[fonte]
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Venerdรฌ della V settimana di Quaresima
I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesรน rispose loro: ยซVi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?ยป. Gli risposero i Giudei: ยซNon ti lapidiamo per un’opera buona, ma per la bestemmia e perchรฉ tu, che sei uomo, ti fai Dioยป. Rispose loro Gesรน: ยซNon รจ forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non puรฒ essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perchรฉ ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perchรฉ sappiate e conosciate che il Padre รจ in me e io nel Padreยป. Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggรฌ dalle loro mani. Ritornรฒ quindi al di lร del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermรฒ. Molti andarono da lui e dicevano: ยซGiovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era veroยป. E in quel luogo molti credettero in lui.
(Dal Vangelo secondo Giovanni 10, 31-42)
Don Antonello Iapicca
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