Commento al Vangelo del 4 ottobre 2017 – Monastero di Bose

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โ€œTi rendo lode, Padreโ€ฆโ€, cioรจ ti riconosco, ti confesso e ti rendo grazie. Tutta la vita del Cristo trova in questo inno di ringraziamento il suo compendio, e quelle parole risuonano poi sulle labbra dei discepoli di Gesรน, quando sanno riconoscere che tutto ci รจ stato donato e consegnato da quel Padre che โ€“ attraverso il Figlio โ€“ ci apre lโ€™accesso alla rivelazione e alla conoscenza del suo mistero di benevolenza.

โ€œSe si vuol conoscere un uomo, bisogna cercare Colui verso il quale la sua vita รจ segretamente rivolta, Colui al quale, piรน che a qualsiasi altro, egli parla, anche quando in apparenza si rivolge a noi. Tutto dipende da questโ€™Altro che si รจ scelto. Tutto dipende da Colui al quale si rivolge in silenzio, per ottenere la considerazione del quale ha messo insieme fatti e prove, per amore del quale ha fatto della sua vita quello che รจโ€ (Ch. Bobin). Il Cristo รจ esattamente questo Figlio, tutto rivolto verso il Padre, dal quale รจ uscito e al quale fa ritorno (cf. Gv 16,28). Allo stesso modo, ritroviamo questa stessa โ€œestroversioneโ€ in Francesco dโ€™Assisi โ€“ di cui in questo giorno la liturgia fa memoria โ€“, il giullare di Dio, lโ€™alter Christus, tutto teso a cantare, con la propria esistenza, il Dio delle misericordie: โ€œAltissimu, onnipotente, bon Signore, tue soโ€™ le laude, la gloria e lโ€™honore et onne benedizione. Ad Te solo, Altissimo, se konfane e nullu homo รจne dignu Te mentovareโ€ (Laudes creaturarum: Fonti Francescaneย 263).

E oggi la Chiesa ripete questo canto di lode riconoscendo che in san Francesco Dio ha offerto alla sua Chiesa una viva immagine di Cristo (cf. Messale Romano, orazione colletta). Il santo di Assisi รจ uno di quei โ€œpiccoliโ€ che hanno saputo scorgere, accogliere e vivere il mistero dellโ€™amore: mistero di un amore appassionato e crocifisso, di un amore in ginocchio, di un amore umile nella nuditร  della sua spoliazione, di un amore contraddetto e incompreso, perchรฉ non conforme alle logiche del mondano; un amore che sfugge al sapere rassicurante dei sapienti e allโ€™arroganza degli intellettuali. Come diceva Francesco a frate Leone: โ€œSe โ€™l frate minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, sรฌ che sapesse profetare e rivelare, non solamente le cose future, ma eziandio li segreti delle coscienze e delli uomini: iscrivi che non รจ in ciรฒ perfetta letiziaโ€ (Fioretti, c. VIII: FF 1836).

La pienezza della gioia, invece, รจ affidata alle mani e al cuore di quegli stanchi e oppressi che cercano riposo e sollievo nella mitezza e nellโ€™umiltร  di Cristo, portando su di sรฉ il suo giogo dolce e il suo peso leggero. Mitezza e umiltร  โ€“ troppo spesso confuse con debolezza e impotenza, e bollate come virtรน dei vinti โ€“ sono in realtร  lโ€™evento di una forza dolce e di una dolcezza forte. La mitezza si manifesta nella volontร  e nella capacitร  di porre un limite alla propria forza, dominandola, governandola, addomesticandola e orientandola verso la vita. Lโ€™umiltร  รจ la tensione del cuore di chi cerca di aderire alla realtร , di restare fedele alla terra, di fare la veritร  su di sรฉ, posando uno sguardo sincero sui propri doni e sui propri limiti: โ€œSignore, non si esalta il mio cuore nรฉ i miei occhi guardano troppo in alto; non vado cercando cose grandi nรฉ meraviglie piรน alte di meโ€ (Salย  131,1).

In tal modo, i giorni errabondi e festanti di Francesco hanno raccontato la โ€œpiccolezzaโ€ di unโ€™esistenza resa conforme alla mitezza di Cristo e cosรฌ resa degna di venir โ€œsommersa nellโ€™abisso della chiaritร  divinaโ€ (Bonaventura, Legenda maior 14,6: FF 1243).

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Fratel Emanuele della comunitร  monastica di Bose

Leggi il brano del Vangelo

Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondoย  Matteo

In quel tempo Gesรน disse: ยซTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ hai deciso nella tua benevolenza. Tutto รจ stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร  rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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