Commento al Vangelo del 3 luglio 2018 – Monastero di Bose

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Dopo la celebrazione liturgica nei giorni scorsi della solennitร  dei santi Pietro e Paolo e della festa del Collegio apostolico, oggi facciamo memoria ancora una volta di un amico e discepolo di Gesรน, testimone insieme agli altri apostoli della sua risurrezione. รˆ Tommaso, che compare discretamente nelle liste dei nomi dei dodici apostoli nei vangeli sinottici, e che lโ€™evangelista Giovanni ci presenta con le sue tinte caravaggiesche, come un nostro fratello โ€œgemelloโ€ โ€“ Didimo โ€“ nellโ€™esuberanza febbrile e passionale, nella ricerca ansimante della veritร , nellโ€™inquietudine, nella doppiezza, nel dubbio, nella titubanza.

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Dapprima un sussulto, una folgorazione, una proclamazione di spregiudicata immolazione con annessa sete di gloria capace di trascinare tutti i โ€œcondiscepoliโ€ a Gerusalemme, dopo il desiderio del Maestro di andare a risvegliare lโ€™amico Lazzaro: โ€œAndiamo anche noi a morire con lui!โ€ (Gv 11,16). Poi, dopo la morte violenta di Gesรน, il posto vuoto nel cenacolo โ€œla sera di quel giorno, il primo della settimanaโ€ (Gv 20,19).

Durante lโ€™ultima cena aveva chiesto a Gesรน: โ€œSignore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?โ€ (Gv 14,5). Ora la via abbozzata dalla vita โ€œcompiutaโ€ da Gesรน gli sembra spaventosamente sbarrata dalla menzogna di una societร  ingiusta e franata nella pena capitale che genera terrore. Tommaso รจ assente. รˆ solo con i suoi pensieri, i suoi rimpianti, i suoi rimorsi.

โ€œAbbiamo visto il Signore!โ€ (Gv 20,25) รจ il fulmine definitivo che lo scaraventa precipitosamente negli abissi interiori. A quel sussurro di gioia dei suoi compagni, riavvolge il nastro degli anni passati insieme, indossa la gelida maschera dellโ€™incredulitร , si fa paladino di una religione fai da te, si rinchiude nei meandri solitari di un mondo senza volti, rinnega la potenza di quella prima persona plurale plasmata pochi giorni prima e dร  spazio al pronome che rigetta ogni alteritร  vera: โ€œSe non vedo โ€ฆ io non credoโ€ (Gv 20,25).

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Lo aspetta ancora una settimana lunga, lunghissima. Poi lโ€™irruzione del Risorto genererร  in lui uno slancio di fede indicibile, gli farร  comprendere che lโ€™esperienza della resurrezione passa necessariamente attraverso la comunitร  riunita, lโ€™annuncio della pace รจ possibile solo nella condivisione di pane, parola e lacrime, lโ€™incontro faccia a faccia con Gesรน Signore รจ reiterato nella logica di una comunitร  che resiste, vive di perdono senza misura, lotta e spera contro ogni speranza. Lโ€™io orfano di relazione accoglie il tu di Dio che si rivela nello stupore di una presenza altra: โ€œMio Signore e mio Dio!โ€ (Gv 20,28).

La testimonianza di Tommaso ci aiuti ad abbandonare la logica del puntare un dito verso il diverso e mettere lโ€™altro dito nelle piaghe di chi ci sta accanto, ci doni la forza di gesti audaci di perdono e dita capaci di tracciare progetti di speranza, mani pronte a fasciare le ferite delle persone a noi prossime. La sua vicenda passionale ci ridesti dagli atoni assopimenti spiritualistici, la sua breve e incandescente esclamazione di fede scardini i nostri facili e freddi teologismi, la sua esperienza di amico di Gesรน Signore risorto arrechi consolazione, forza e coraggio nei momenti della prova.

fratel Giandomenico della comunitร  monastica di Bose

Gv 20, 24-29
Dal Vangelo secondoย Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dรฌdimo, non era con loro quando venne Gesรน. Gli dicevano gli altri discepoli: ยซAbbiamo visto il Signore!ยป. Ma egli disse loro: ยซSe non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credoยป.
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesรน, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: ยซPace a voi!ยป. Poi disse a Tommaso: ยซMetti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!ยป. Gli rispose Tommaso: ยซMio Signore e mio Dio!ยป. Gesรน gli disse: ยซPerchรฉ mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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