Commento al Vangelo del 27 novembre 2017 – Monastero di Bose

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Oggi il Vangelo ci insegna a riconoscere Gesรน come il racconto di Dio non solo dalle parole e dai gesti ma anche dallo sguardo. E noi riconosciamo in lui lo sguardo del Signore Dio narrato fin dallโ€™inizio nella Bibbia, quello sguardo che, seme e frutto della sua compassione, diede inizio e ancora accompagna la storia della salvezza.

Come Dio udรฌ e vide la sete di Ismaele nel deserto, il dolore degli stranieri a Sodoma, e il grido della dura schiavitรน di Israele in Egitto, sempre Dio ode e guarda ciรฒ che noi non vogliamo udire nรฉ vedere. I poveri, in tutte le loro declinazioni antiche e nuove che la bibbia riassume con lโ€™espressione โ€lo straniero, lโ€™orfano e la vedovaโ€, sono la macroscopica evidenza della storia che noi non vogliamo vedere. Noi che temiamo tremendamente la povertร  e lโ€™esclusione come caparra e ombra della nostra morte, fuggiamo con lo sguardo via dagli sventurati, come se potesse contagiarci il solo vederli. Li rendiamo invisibili per noi, e passiamo sempre oltre (cfr. Lc 10.32). I ricchi invece, come ci ricorda Gc 2,5-7, adornati come galli cedroni, attirano il nostro sguardo e il nostro encomio, rispettoso e/o invidioso che sia. Ma Gesรน, obbedendo alla parola di Dio, fa il contrario, a beatitudine dei poveri e degli invisibili.

Gesรน qui – siamo nel Tempio -vede dei ricchi che gettano offerte nel tesoro e vede anche una povera vedova fare lo stesso. Gesรน aveva appena detto a chi lo seguiva di guardarsi da coloro che fanno tutto solo per farsi vedere. Lโ€™ipocrisia, lโ€™atteggiarsi a pii e puri mentre invece si vive divorando le case delle vedove, rapinando le persone piรน povere tra i poveri, รจ in vista del farsi guardare con ammirazione dalla gente. Oggi Gesรน ci insegnaa guardareciรฒ che non attirae cattura il nostro sguardoe che, proprio per questo, รจ lโ€™oggetto dello sguardo di Dio, rinunciando alla triste tentazione di vivere per farsi guardare. Come il Servo del Signore che non ha nรฉ bellezza nรฉ splendore per attirare i nostri sguardi, come i giusti e le vittime della storia che troppo spesso vogliamo ci siano tolti dalla vista, cosรฌ questa povera vedova ci viene indicata da Gesรน come la rivelazione che fu per lui, quellโ€™evidenza che a noi resta nascosta. In questa povera donna, che dร  nella libertร  tutto ciรฒ che ha, Gesรน vede il sacramento dellโ€™amore invisibile del nostro Dio che ci ha donato se stesso, e ne resta ammaliato, e confermato, e ce la indica come icona per chi vuole seguirlo: amare con tutto se stessi non dandosi pensiero della propria vita e confidando nel Signore.

Per questo Gesรน ci supplica di guardarci dalla miserabile ma potente tentazione di vivere per apparire, perchรฉ vede ciรฒ che comporta affannarsi per lโ€™apparenza: lโ€™infelicitร  di mentire e di ignorare, di disertare lโ€™interioritร , il nostro โ€œsacro pocoโ€ come diceva Pasolini. Come sempre, il vangelo รจ di unโ€™attualitร  sconvolgente. Mai come ora, forse, il valore sociale sta nel trovare uno schermo, sostituto del palco, per apparire e farsi guardare. Col suo sguardo penetrante Gesรน vuole consolare tutti gli invisibili, resi tali dal nostro sguardo angosciato e mondano che li esclude, e anche svegliare tutti gli altri, noi compresi, alla stessa consolazione.

sorella Maria della comunitร  monastica di Bose

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Lc 21, 1-4
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo, Gesรน, alzร ti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: ยซIn veritร  vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato piรน di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivereยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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