Commento al Vangelo del 25 ottobre 2017 – Monastero di Bose

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Questo testo di Luca รจ molto chiaro nel suo intento e tuttavia sconcerta un poโ€™. Luca lo situa verso la fine di un capitolo in cui ha continuato a ripetere: โ€œnon abbiate pauraโ€, esortando i discepoli ad avere fiducia nella vicinanza e protezione del Padre celeste in ogni circostanza e soprattutto nelle persecuzioni. Ora, la fine della nostra pericope prospetta la minaccia di botte su botte (โ€œriceverร  molte percosseโ€ v. 47). Anche la similitudine con il ladro disorienta: qui non รจ sanzionata la furfanteria del ladro, ma la condanna al contrario cade su chi si รจ lasciato sorprendere dal ladro e non era vigilante. Nel paragone, ad agire come un ladro รจ il Signore stesso. Come dire: il pericolo non viene soltanto da chi perseguita i discepoli, dal mondo che si oppone, ma dal Signore di questi discepoli che richiede loro una vigilanza massima e costante.

Troppi secoli di storia ci hanno presentato un volto terribile di Dio e qui sembra di ritrovarlo in questo Signore esigente. Dobbiamo forse vivere sempre nella paura, quando ci รจ stato appena detto: โ€œNon temere, piccolo greggeโ€ (Lc 12,32)? E in realtร , cosa significano vigilanza e attesa? Matteo ha un passo molto simile al capitolo 24 (vv. 43-51) allโ€™interno del discorso sulla fine dei tempi pronunciato sul Monte degli Ulivi, prima della sua Passione. Propri al nostro testo di Luca sono la domanda di Pietro (v. 41) se questo invito alla vigilanza vale per tutti o piรน particolarmente per i discepoli e la precisazione finale (vv. 47-48) sul servo che conosce la volontร  del padrone e su chi non la conosce. Il testo si presenta dunque come un richiamo alla vigilanza in primo luogo per chi ha una responsabilitร  nella comunitร  e di conseguenza poi per ogni discepolo che ha conosciuto la volontร  del suo Signore.

Riguardo alla vigilanza e alla paura, รจ chiaro che nel testo cโ€™รจ anche un secondo rovesciamento di prospettiva: quando si pensa al futuro, alla fine dei tempi, bisogna concentrarsi sullโ€™oggi e sulla โ€œcuraโ€ dei fratelli che oggi ci sono affidati. La non vigilanza del servo che ha ricevuto un mandato (ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito, precisa ย Mt 24,45ย ) si consuma nel percuotere le persone a lui affidate e nel sottrarre il cibo destinato loro, appropriandosene. Essere vigilanti significa accorgersi del bisogno del fratello ora, condividendo i beni di cui tutti siamo destinatari nel creato che ci ospita.

La vigilanza ci obbliga a guardare non al futuro, ma innanzitutto allโ€™oggi. Paolo esorta il cristiano a una riconciliazione interiore prima del finire di ogni giornata (non tramonti il sole sopra la vostra ira, Ef 4,26) e Matteo ordina di riconciliarsi con il fratello prima di ogni atto di culto (Mt 5,24). ย Cโ€™รจ un legame tra le nostre relazioni interpersonali e la possibilitร  di vivere alla presenza del Signore.

Aspettare il Signore significa prendersi cura di ciรฒ che ci รจ stato donato e affidato: i fratelli, la terra, la pace. Il non avere a cuore tutto questo ci stabilisce come usurpatori e non vigilanti. Non paura dunque, ma invito a esser coscienti di quanto prezioso รจ ciรฒ che il Signore ci dona e affida. Ricevendolo ogni giorno di nuovo dalle sue mani e avendone cura possiamo realizzare il desiderio e il comando di vivere sempre alla sua presenza, di praticare la preghiera continua, di esser trovati vigilanti. Questo significa anche attenderlo con amore e non con paura.

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sorella Raffaella della comunitร  monastica di Bose

Leggi il brano del Vangelo

Lc 12, 39-48
Dal Vangelo secondoย  Luca

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli: ยซCercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomoยป.
Allora Pietro disse: ยซSignore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?ยป.
Il Signore rispose: ยซChi รจ dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterร  a capo della sua servitรน per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverร  ad agire cosรฌ. Davvero io vi dico che lo metterร  a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverร  un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirร  severamente e gli infliggerร  la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontร  del padrone, non avrร  disposto o agito secondo la sua volontร , riceverร  molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrร  fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverร  poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarร  chiesto; a chi fu affidato molto, sarร  richiesto molto di piรนยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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