Commento al Vangelo del 18 settembre 2017 – Monastero di Bose

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Siamo a Cafarnao. Gesรน ha da poco chiamato i dodici, ha proclamato ai discepoli le beatitudini e consegnato loro i fondamenti del loro agire: amare i nemici, essere misericordiosi, non giudicare. Gesรน ascolta e vede. Ci troviamo di fronte a un miracolo operato solo in base allโ€™ascolto, addirittura un ascolto mediato da altre persone che riportano a Gesรน la richiesta del centurione. Gesรน ascolta il dolore e interviene, compie un miracolo a distanza. Il tema dellโ€™ascolto รจ molto presente nel contesto di questa pericope: Gesรน ย alla fine del capitolo precedente ha ricordato la necessitร  di ascoltare e mettere in pratica (cf. Lc 6,47-49) e allโ€™inizio della nostra pericope si dice che tutto il popolo stava in ascolto di Gesรน. Anche Gesรน ascolta. Al nostro testo segue la resurrezione del figlio della vedova di Nain: qui Gesรน vede, non cโ€™รจ nessuna parola o richiesta. Gesรน vede il dolore e interviene.

Il nostro testo ha un parallelo nel vangelo di Matteo (cf. Mt 8,5-13), dove tuttavia il centurione si presenta di persona e parla direttamente a Gesรน, esprimendo la sua indegnitร  di accogliere il Signore in casa sua. In Luca 7,4 gli anziani dei giudei inviati a Gesรน dicono: โ€œEgli merita (รจ degno) che tu gli concedaโ€ฆโ€ e al v. 7 il centurione fa dire a Gesรน, tramite i suoi amici inviati: โ€œIo stesso non mi sono ritenuto degno di venire da teโ€. Chi รจ degno di ricevere un miracolo?

Tutti e nessuno, potremmo rispondere. Nessuno, perchรฉ con le nostre azioni non possiamo assicurarci alcun potere sullโ€™agire di Dio. Tutti, perchรฉ il dolore โ€“ qualsiasi dolore segnato dal potere della morte โ€“ costituisce una contraddizione al desiderio di vita che Dio ha per noi e lo spinge a intervenire. Perciรฒ ciascun figlio di Adamo puรฒ avere la fiducia che il suo dolore sale direttamente davanti a Dio, รจ un grido che il Signore non puรฒ ignorare.

In questo testo assistiamo a un intervento corale: il centurione invia alcuni anziani dei giudei e poi alcuni amici come suoi portavoce presso Gesรน. I primi intercedono descrivendolo come un uomo buono, che ama il popolo, che si รจ comportato come un amico. Questโ€™uomo pagano ha saputo instaurare rapporti di fraternitร , di aiuto vicendevole. Ora i suoi amici intervengono a suo favore, si fanno carico della sua pena. In un altro episodio troviamo qualcosa di simile: gli uomini che calano il paralitico dal tetto davanti a Gesรน perchรฉ lo guarisca, con la loro fede sollecitano il miracolo (cf. Lc 5,18-26 e par.). Nel mondo non siamo soli. Ci รจ possibile sperimentare lโ€™aiuto reciproco. Tale aiuto e la cura lโ€™uno dellโ€™altro sono anche il fondamento della comunitร  cristiana.

โ€œPregate gli uni per gli altriโ€, ย ammonisce lโ€™apostolo Giacomo ย (cf. Gcย 5,16) e Luca piรน volte presenta la preghiera comune come un ideale (cf. At 1,14; 12,5). La preghiera gli uni per gli altri, questa disposizione amichevole del cuore che ci spinge a intercedere per chi รจ nel bisogno, che ci spinge a vedere il dolore dei nostri fratelli e sorelle in umanitร  รจ un dono dello Spirito e insieme un frutto dellโ€™esercizio costante nel ricevere la vita come un dono e nel discernere la fraternitร  come una responsabilitร .

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Suor Raffaella della comunitร  monastica di Bose

Leggi il brano del Vangelo

Lc 7, 1-10
Dal Vangelo secondoย  Luca

In quel tempo, Gesรน, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrรฒ in Cafร rnao.
Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciรฒ, avendo udito parlare di Gesรน, gli mandรฒ alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesรน, lo supplicavano con insistenza: ยซEgli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano โ€“, perchรฉ ama il nostro popolo ed รจ stato lui a costruirci la sinagogaยป.
Gesรน si incamminรฒ con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandรฒ alcuni amici a dirgli: ยซSignore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarร  guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo faยป.
All’udire questo, Gesรน lo ammirรฒ e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: ยซIo vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede cosรฌ grande!ยป. E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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