Commento al Vangelo del 14 febbraio 2018 – Monastero di Bose

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La chiesa ci fa entrare oggi, mercoledรฌ delle ceneri, nei quaranta giorni della Quaresima. Nella nostra fragile umanitร  noi sperimentiamo che abbiamo bisogno di tempi specifici in cui esercitarci con piรน intensitร , cioรจ dei tempi in cui ricominciare il cammino verso il Signore, riorientare i nostri desideri e, dunque, ritornare a Cristo. La chiesa ha cosรฌ istituito un tempo preciso in cui fare degli esercizi utili ad allenare il corpo, lo spirito e la mente e a rafforzarli, renderli piรน saldi e determinati nella sequela del Signore. In questo tempo che precede immediatamente la Pasqua, ai credenti viene proposto innanzitutto lโ€™esercizio del digiuno, che giร  nellโ€™ebraismo era perรฒ strettamente legato a tre altre dimensioni spirituali e cultuali: il pianto (dunque il pentimento per i propri peccati), la preghiera piรน intensa, lโ€™elemosina (dunque la condivisione dei beni). Nel giorno che apre questo itinerario quaresimale ci รจ offerta la lettura e la meditazione del brano evangelico che attesta ed esplicita proprio questa prassi assunta dalla comunitร  cristiana fin dallโ€™antichitร .

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Il primo versetto costituisce lโ€™affermazione principale che dร  il tono e giustifica tutto quello che segue. Si tratta di unโ€™esortazione, di una messa in guardia severa, che riguarda una dimensione precisa, espressa con un termine chiave di tutto il discorso: โ€œgiustiziaโ€, che qui ha il significato di โ€œbuone opereโ€, cioรจ quelle pratiche utili a rendere un uomo, con il suo comportamento, gradito a Dio. Nella sua formulazione negativa, la messa in guardia riguarda lo spirito, la forma, lo stile di tale giustizia, di tali opere, di tali pratiche. Ogni opera buona e ogni pratica efficace infatti puรฒ pervertirsi, fino a divenire opera malvagia e pratica inefficace o addirittura dannosa, qualora si perverta lโ€™intenzionalitร , lโ€™atteggiamento interiore di colui che la pratica. Di fronte a tale perversione della pratica religiosa Dio, che โ€œvede nel segretoโ€ del cuore (v. 6) la finalitร  che la muove, resta muto, indifferente. Seguono tre applicazioni concrete che prendono in considerazione le tre tipiche opere della pietร  ebraica: lโ€™elemosina (vv. 2-4), la preghiera (vv. 5-6) e il digiuno (vv. 16-18).

Lo schema che soggiace รจ quello della contrapposizione di due modalitร , due stili diversi e alternativi di fare lโ€™elemosina, di pregare, di digiunare. Modalitร  contrapposte segnalate linguisticamente da quella forte avversativa: โ€œInveceโ€ (vv. 3, 6, 17). E dietro a questi due stili di pratica vi sono due stili di praticante: chi ricerca se stesso e la sua glorificazione esibendosi davanti agli altri, e chi invece compie queste opere per se stesse, per quello che sono, cioรจ espressioni di obbedienza al volere di Dio. Due espressioni della veritร  della propria ricerca di Dio: chi cerca in fondo solo se stesso, non essendo mai uscito dal proprio โ€œioโ€; e chi cerca Dio uscendo dal proprio โ€œioโ€ ed entrando nel segreto del proprio cuore vuoto di sรฉ e abitato da Dio.

sorella Lisa della comunitร  monastica di Bose

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Mt 6, 1-6. 16-18
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซState attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’รจ ricompensa per voi presso il Padre vostro che รจ nei cieli.
Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipรฒcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In veritร  io vi dico: hanno giร  ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciรฒ che fa la tua destra, perchรฉ la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserร .
E quando pregate, non siate simili agli ipรฒcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In veritร  io vi dico: hanno giร  ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che รจ nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserร .
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipรฒcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In veritร  io vi dico: hanno giร  ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profรนmati la testa e lร vati il volto, perchรฉ la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che รจ nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserร ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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