Commento a Esodo 17-20

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Tra le vicende di Massa e Meriba, la guerra contro Amalek e la consegna del Decalogo vi è l’incontro con Ietro, suocero di Mosè. Episodio forse meno noto, ma dal confronto con questo sacerdote di Madian il nostro Mosè si decide per distribuire il potere ai giudici: «Quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te».

Sembra marginale, ma in me è risuonato forte il consiglio di Ietro, che riteneva sbagliato e troppo oneroso concentrare solamente su Mosè tutto il peso di ogni questione. Al Patriarca spetta più che altro indicare la direzione, la via. Ma le decisioni concrete vanno prese in basso: un giudice ogni dieci persone, e se non fosse sufficiente ci si rivolga al responsabile delle cinquantine, centinaia, migliaia di persone. È il principio della sussidiarietà: la decisione va presa al livello più basso possibile, più vicina alle persone che sono direttamente coinvolte, mentre le responsabilità superiori sono chiamate in causa solamente quando si dovesse rendere indispensabile un sostegno più consistente.

A volte, e spesso per orgoglio o mancanza di fiducia negli altri, si ha paura a delegare il nostro potere, temendo di perderlo o di lasciarlo a chi agirebbe in modo peggiore di noi. Altre volte invece si preferisce lasciar fare tutto agli altri per mancanza di impegno e di voglia: si rifiuta la doverosa responsabilità, si delegano le incombenze che ci riguardano. In quale delle due situazioni ti trovi più facilmente? Per quale motivo? Cosa potresti fare?

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A cura di Piotr Zygulski