Card. Raniero Cantalamessa – Quinta Predica di Quaresima in Vaticano – 31 Marzo 2023

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Alle ore 9 di questa mattina, nellโ€™Aula Paolo VI, il Predicatore della Casa Pontificia, lโ€™Em.mo Card. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la prima Predica di Quaresima.

Tema delle meditazioni quaresimali รจ il seguente: “Chi ha orecchi ascolti ciรฒ che lo Spirito dice alle Chiese” โ€“ Un piccolo contributo ai lavori del Sinodo.

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Abbiate coraggio: Io ho vinto il mondo!

โ€œNel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!โ€ (Gv 16,33). Santo Padre, Venerabili Padri, fratelli e sorelle, queste sono tra le ultime parole che Gesรบ rivolge ai suoi discepoli, prima di congedarsi da loro. Esse non sono il solito โ€œFatevi coraggio!โ€ rivolto a chi resta, da parte di uno che sta per partire. Aggiunge infatti: โ€œNon vi lascerรฒ orfani: verrรฒ da voi (Gv 14,18).

Che significa โ€œverrรฒ da voiโ€ se sta per lasciarli? In che modo e in che veste verrร  e rimarrร  con loro? Se non si capisce la risposta a questa domanda, non si capirร  mai la vera natura della Chiesa. La risposta รจ presente, come una specie di tema ricorrente, nei discorsi di addio del Vangelo di Giovanni ed รจ bene una volta ascoltare di seguito i versetti in cui essa diventa la nota dominante. Facciamolo con lโ€™attenzione e la commozione con cui i figli ascoltano le disposizioni del padre circa il bene piรน prezioso che sta per lasciare ad essi:

Io pregherรฒ il Padre ed egli vi darร  un altro Paraclito perchรฉ rimanga con voi per sempre, lo Spirito della veritร , che il mondo non puรฒ ricevere perchรฉ non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perchรฉ egli rimane presso di voi e sarร  in voi (14,16-17).

Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderร  nel mio nome, lui vi insegnerร  ogni cosa e vi ricorderร  tutto ciรฒ che io vi ho detto. (14,26)

Quando verrร  il Paraclito, che io vi manderรฒ dal Padre, lo Spirito della veritร  che procede dal Padre, egli darร  testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perchรฉ siete con me fin dal principio (15,26-27).

รˆ bene per voi che io me ne vada, perchรฉ, se non me ne vado, non verrร  a voi il Paraclito; se invece me ne vado, lo manderรฒ a voi (16, 7).

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrร  lui, lo Spirito della veritร , vi guiderร  a tutta la veritร , perchรฉ non parlerร  da se stesso, ma dirร  tutto ciรฒ che avrร  udito e vi annuncerร  le cose future. Egli mi glorificherร , perchรฉ prenderร  da quel che รจ mio e ve lo annuncerร . (16,12-14)

Ma che cosโ€™รจ e chi รจ lo Spirito Santo che promette? รˆ lui stesso, Gesรบ, o un altro? Se รจ lui stesso, perchรฉ dice in terza persona: โ€œquando verrร  il Paraclitoโ€ฆโ€; se รจ un altro, perchรฉ dice in prima persona: โ€œVerrรฒ a voiโ€? Tocchiamo il mistero del rapporto tra il Risorto e il suo Spirito. Rapporto cosรฌ stretto e misterioso che san Paolo sembra talvolta identificarli. Scrive infatti: โ€œIl Signore รจ lo Spiritoโ€, ma poi aggiunge senza soluzione di continuitร : โ€œe dove cโ€™รจ lo Spirito del Signore, cโ€™รจ libertร โ€ (2 Cor 3,17). Se รจ lo Spirito del Signore, non puรฒ essere, puramente e semplicemente, il Signore.
La risposta della Scrittura รจ che lo Spirito Santo, con la redenzione, รจ diventato โ€œlo Spirito di Cristoโ€; รจ il modo con cui il Risorto opera ormai nella Chiesa e nel mondo, essendo stato โ€œcostituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione, in virtรน della risurrezione dai mortiโ€ (Rom 1,4). Ecco perchรฉ egli puรฒ dire ai discepoli: โ€œรˆ bene che io me ne vadaโ€ e aggiungere: โ€œma non vi lascerรฒ orfaniโ€.
Dobbiamo liberarci completamente da una visione della Chiesa formatasi a poco a poco e divenuta dominante nella coscienza di molti credenti. Io la definisco una visione deistica o cartesiana, per lโ€™affinitร  che essa ha con la visione del mondo del deismo cartesiano. Come veniva concepito il rapporto tra Dio e il mondo in questa visione? Piรน o meno cosรฌ: Dio allโ€™inizio crea il mondo e poi si ritira, lasciando che si sviluppi con le leggi che gli ha dato; come un orologio a cui รจ stata data una carica sufficiente per funzionare indefinitamente per conto suo. Ogni nuovo intervento da parte di Dio turberebbe questo ordine, ragione per cui i miracoli sono ritenuti inammissibili. Dio, creando il mondo, farebbe come chi dร  un buffetto a un palloncino e lo spinge in aria, rimanendo, lui, a terra.
Cosa significa questa visione applicata alla Chiesa? Che Cristo ha fondato la Chiesa, lโ€™ha dotata di tutte le strutture gerarchiche e sacramentali per funzionare, e poi lโ€™ha lasciata, ritirandosi nel suo cielo, al momento dellโ€™Ascensione. Come chi spinge in mare una barchetta, rimanendo lui sulla riva.
Ma non รจ cosรฌ! Gesรบ รจ salito sulla barca ed รจ dentro di essa. Bisogna prendere sul serio le sue ultime parole in Matteo: โ€œEcco, io sono con voi tutti i gironi, fino alla fine del mondoโ€ (Mt 28, 20). Ad ogni nuova tempesta, comprese quelle odierne, egli ci ripete ciรฒ che disse agli apostoli nellโ€™episodio della tempesta sedata: โ€œPerchรฉ avete paura, gente di poca fede?โ€ (Mt 8,26). Non ci sono io con voi? Posso affondare io? Puรฒ affondare in mare colui che ha creato il mare?
Ho notato con gioia che nellโ€™Annuario Pontificio, sotto il nome del papa, cโ€™รจ il solo titolo โ€œVescovo di Romaโ€; tutti gli altri titoli โ€“Vicario di Gesรบ Cristo, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate dโ€™Italia ecc. โ€“ sono elencati come โ€œtitoli storiciโ€ alla pagina seguente. Mi sembra giusto, soprattutto riguardo a โ€œVicario di Gesรบ Cristoโ€. Vicario รจ uno che fa le veci in assenza del capo, ma Gesรน Cristo non si mai assentato e mai si assenterร  dalla sua Chiesa. Con la sua morte e risurrezione, egli รจ divenuto โ€œcapo del corpo che รจ la Chiesaโ€ (Col 1,18) e tale continuerร  ad essere fino alla fine del mondo: il vero e unico Signore della Chiesa.
Non รจ, la sua, una presenza per cosรฌ dire morale e intenzionale, non รจ una signoria per procura. Quando non possiamo presenziare di persona a qualche evento, noi diciamo di solito: โ€œSarรฒ presente spiritualmente!โ€, ciรฒ che non รจ di molta consolazione e aiuto a chi ci ha invitato. Quando diciamo di Gesรบ che รจ presente โ€œspiritualmenteโ€, questa presenza spirituale non รจ una forma meno forte di quella fisica, ma infinitamente piรน reale ed efficace. รˆ la presenza di lui risorto che agisce nella potenza dello Spirito, agisce in ogni tempo e luogo, e agisce dentro di noi.

Se nellโ€™attuale situazione di crescente crisi energetica, si scoprisse lโ€™esistenza di una sorgente di energia nuova, inesauribile; se si scoprisse finalmente come utilizzare a piacimento e senza effetti negativi lโ€™energia solare, che sollievo sarebbe per lโ€™umanitร  intera! Ebbene la Chiesa ha, nel suo campo, una simile sorgente inesauribile di energia: la โ€œpotenza dallโ€™altoโ€ che รจ lo Spirito Santo. Gesรบ potrebbe dire di lui: โ€œFinora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perchรฉ la vostra gioia sia piena (Gv 16, 24).

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Cโ€™รจ un momento nella storia della salvezza che richiama da vicino le parole di Gesรบ nellโ€™ultima cena. Si tratta dellโ€™oracolo del profeta Aggeo. Dice:

Il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggeo fu rivolta questa parola del Signore: ยซSu, parla a Zorobabele, figlio di Sealtiรจl, governatore della Giudea, a Giosuรจ, figlio di Iosadร k, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi: Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non รจ forse ridotta a un nulla ai vostri occhi? Ora, coraggio, Zorobabele โ€“ oracolo del Signore -, coraggio, Giosuรจ, figlio di Iosadร k, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese โ€“ oracolo del Signore โ€“ e al lavoro, perchรฉ io sono con voi โ€“ oracolo del Signore degli esercitiโ€ฆIl mio spirito sarร  con voi, non temete (Ag 2, 1-5).
รˆ uno dei pochissimi testi dellโ€™Antico Testamento che si puรฒ datare con precisione: รจ il 17 Ottobre del 520 a.C. Non ci sembra che venga descritta, nelle parole di Aggeo, la situazione attuale della Chiesa cattolica, e per tanti aspetti quella di tutta la cristianitร ? Chi di noi รจ abbastanza anziano ricorda con nostalgia i tempi, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, in cui le chiese si riempivano di domenica, matrimoni e battesimi si susseguivano in parrocchia, i seminari e i noviziati religiosi abbondavano di vocazioniโ€ฆ โ€œMa ora in che condizioni la vediamo?โ€, potremmo dire con Aggeo? Non vale la pena spendere tempo per ripetere lโ€™elenco dei mali presenti, di quelle che ad alcuni appaiono solo rovine, non diverse dai ruderi dellโ€™antica Roma che abbiamo tutto intorno in questa cittร .
Non tutto era oro quello che luccicava un tempo e che siamo portati a rimpiangere. Se fosse stato tutto oro colato, se quei seminari pieni fossero stati fucine di santi pastori e la formazione tradizionale impartita in essi solida e vera, non avremmo oggi da piangere tanti scandaliโ€ฆMa non รจ di questo che รจ il caso di parlare qui, e certamente non sono io il piรน qualificato a farlo. Quello che mi preme raccogliere รจ lโ€™esortazione che il profeta rivolse quel giorno al popolo dโ€™Israele. Egli non li esortรฒ a piangersi addosso, a rassegnarsi ed essere preparati al peggio. No; dice come Gesรบ: โ€œCoraggio e al lavoro perchรฉ io sono con voi โ€“ oracolo del Signore -; il mio Spirito sarร  con voi!โ€.
Ma attenti: non si tratta di un vago e sterile โ€œFatevi coraggioโ€. Il profeta ha detto in precedenza qual รจ โ€œil lavoroโ€ a cui devono mettere mano. E siccome esso ci riguarda da vicino, ascoltiamo anche lโ€™oracolo precedente di Aggeo al popolo e ai suoi capi:
Cosรฌ parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: โ€œNon รจ ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!โ€. Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: โ€œVi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa รจ ancora in rovina? Ora, cosรฌ dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; lโ€™operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. โ€ฆ Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerรฒ e manifesterรฒ la mia gloria โ€“ dice il Signore. (Ag 1, 2-8).

La parola di Dio, una volta pronunciata, torna ad essere attiva e attuale ogni volta che viene di nuovo proclamata. Non รจ una semplice citazione biblica. Siamo noi adesso โ€œquesto popoloโ€ a cui รจ rivolta la parola di Dio. Che cosa sono per noi oggi โ€œle case ben coperteโ€ (qualche traduzione dice: โ€œben arredateโ€) in cui siamo tentati di starcene tranquilli? Io vedo tre case concentriche, una dentro lโ€™altra, da cui dobbiamo uscire per salire sul monte e ricostruire la casa di Dio.

La prima casa ben coperta, curata e arredata, รจ il mio โ€œioโ€: la mia comoditร , la mia gloria, la mia posizione nella societร  o nella Chiesa. รˆ il muro piรน difficile da abbattere, il meglio dissimulato. รˆ cosรฌ facile scambiare il mio onore per lโ€™onore di Dio e della Chiesa, lโ€™attaccamento alle mie idee per attaccamento alla veritร  pura e semplice. Chi parla, in questo momento non crede di fare eccezione. Stiamo dentro questo nostro guscio come il baco da seta nel suo bossolo: intorno รจ tutta seta, ma se il baco non rompe il guscio, resterร  bruco e non diventerร  mai farfalla che vola.

Ma lasciamo da parte questo argomento, avendo tante occasioni per sentirne parlare. La seconda casa ben coperta da cui uscire per lavorare alla โ€œcasa del Signoreโ€, รจ la mia parrocchia, il mio ordine religioso, movimento o associazione ecclesiale, la mia Chiesa locale, la mia diocesiโ€ฆNon dobbiamo fraintenderci. Guai se non avessimo amore e attaccamento a queste realtร  particolari nelle quali il Signore ci ha posto e di cui siamo forse responsabili. Il male รจ assolutizzarli, non vedere altro al di fuori di essa, non interessarsi che di essa, criticando e disprezzando chi non la condivide. Perdere di vista, insomma, la cattolicitร  della Chiesa. Dimenticare, dice spesso il Santo Padre, che โ€œlโ€™intero รจ maggiore della parteโ€. Siamo un corpo solo, il corpo di Cristo, e nel corpo, dice Paolo, โ€œse un membro soffre tutto il corpo soffreโ€ (1 Cor 12, 26). Il sinodo dovrebbe servire anche a questo: a renderci consapevoli e partecipi dei problemi e delle gioie di tutta la Chiesa cattolica.

Ma veniamo alla terza casa ben coperta. Uscire da essa รจ reso piรน difficile dal fatto che per secoli ci รจ stato inculcato che uscire da essa sarebbe stato peccato e tradimento. Leggevo di recente, in occasione della settimana di preghiera per lโ€™unitร  dei cristiani, la testimonianza di una donna cattolica di un paese a religione mista. Da giovane il parroco insegnava che solo ad entrare fisicamente in una chiesa protestante si faceva peccato mortale. E suppongo che lo stesso si diceva, dallโ€™altra parte dello steccato, dellโ€™entrare in una Chiesa cattolica.

Parlo, naturalmente della terza casa ben coperta che รจ la particolare denominazione cristiana a cui apparteniamo e lo faccio nel ricordo ancora fresco dello straordinario e profetico evento dellโ€™incontro ecumenico del Sud Sudan del febbraio scorso. Tutti siamo convinti che parte della debolezza della nostra evangelizzazione e azione nel mondo รจ dovuta alla divisione e alla lotta reciproca tra cristiani. Si verifica quello che Dio dice sempre nel nostro Aggeo:

Facevate assegnamento sul molto e venne il poco: ciรฒ che portavate in casa io lo disperdevo. E perchรฉ? โ€“ oracolo del Signore degli eserciti. Perchรฉ la mia casa รจ in rovina, mentre ognuno di voi si dร  premura per la propria casa. (Ag 1, 9).

Gesรบ disse a Pietro: โ€œSu questa Pietra edificherรฒ la mia Chiesaโ€. Non disse: โ€œEdificherรฒ le mie Chieseโ€. Ci deve essere un senso in cui quello che Gesรบ chiama โ€œla mia Chiesaโ€ abbraccia tutti i credenti in lui e tutti i battezzati. Lโ€™apostolo Paolo ha una formula che potrebbe assolvere questo compito di abbracciare tutti quelli che credono in Cristo. Nellโ€™inizio della Prima Lettera ai Corinzi egli estende il suo saluto a: โ€œTutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesรน Cristo, Signore nostro e loroโ€ (1 Cor 1, 2).

Non possiamo accontentarci, certo, di questa unitร  cosรฌ vasta, ma cosรฌ vaga. E questo giustifica lโ€™impegno e il confronto, anche dottrinale, tra le Chiese. Ma neppure possiamo disprezzare e non tener conto di questa unitร  di base che consiste nellโ€™invocare lo stesso Signore Gesรบ Cristo. Chi crede nel Figlio di Dio crede anche nel Padre e nello Spirito Santo. รˆ verissimo ciรฒ che รจ stato ripetuto in piรน occasioni : โ€œciรฒ che ci unisce รจ piรน importante di quello che ci divideโ€.

Nei casi in cui non possiamo non disapprovare lโ€™uso che viene fatto del nome di Gesรบ e il modo in cui รจ annunciato il Vangelo, ci puรฒ aiutare a superare il rifiuto quello che san Paolo diceva di alcuni che a suo tempo annunciavano il Vangelo โ€œcon spirito di rivalitร  e con intenzioni non retteโ€. โ€œMa questo che importa?โ€ โ€“ scriveva ai Filippesi- โ€œPurchรฉ in ogni maniera, per convenienza o per sinceritร , Cristo venga annunciato, io me ne rallegroโ€ (Fil 1, 16-18). Senza dimenticare che anche i cristiani di altre denominazioni trovano in noi cattolici delle cose che non possono approvare.

Lโ€™oracolo di Aggeo sul tempio ricostruito termina con una promessa radiosa: โ€œLa gloria futura di questa casa sarร  piรน grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrรฒ la pace. Oracolo del Signore degli eserciti (Ag 2,9). Non osiamo dire che tale profezia si avvererร  anche per noi e che la casa di Dio che รจ la Chiesa del futuro sarร  piรน gloriosa di quella del passato che ora rimpiangiamo; possiamo perรฒ sperarlo e chiederlo a Dio in spirito di umiltร  e pentimento.

Non mancano segni incoraggianti: uno tra i piรน evidenti รจ proprio la ricerca dellโ€™unitร  tra i cristiani. Nellโ€™intervista a un giornalista cattolico, nel viaggio di ritorno dal Sud Sudan, lโ€™Arcivescovo Justin Welby, diceva: โ€œQuando vediamo lavorare insieme, Chiese che in passato erano nemiche dichiarate, si attaccavano e bruciavano i sacerdoti le une dalle altre, condannandosi a vicenda nei termini piรน violenti: quando avviene questo vuol dire che cโ€™รจ qualcosa di spirituale che sta accadendo. Cโ€™รจ una liberazione dello Spirito di Dio che dร  grande speranzaโ€ .

La profezia di Aggeo che ho commentato, Venerabili Padri, fratelli e sorelle, รจ legata a un ricordo personale e vi chiedo scusa se oso rievocarlo di nuovo in questa sede, dopo che alcuni di voi lโ€™hanno forse giร  ascoltato da me in altra occasione. Lo faccio nella certezza che la parola profetica torna a sprigionare la sua carica di fiducia e di speranza ogni volta che viene proclamata e ascoltata con fede.
Il giorno che il mio Superiore generale mi concesse di lasciare lโ€™insegnamento allโ€™Universitร  Cattolica, per dedicarmi a tempo pieno alla predicazione, cโ€™era, nella Liturgia delle ore, la profezia di Aggeo che ho commentato. Dopo aver recitato lโ€™Ufficio, venni qui in San Pietro. Volevo pregare lโ€™Apostolo di benedire il mio nuovo ministero. A un certo punto, mentre ero nella piazza, quella parola di Dio mi tornรฒ con forza alla mente. Mi rivolsi verso la finestra del papa nel Palazzo Apostolico e mi misi a proclamare ad alta voce: โ€œCoraggio, Giovanni Paolo II, coraggio, cardinali, vescovi e popolo tutto della Chiesa: e al lavoro perchรฉ io sono con voi, dice il Signoreโ€. Era facile farlo perchรฉ pioveva e non cโ€™era nessuno allโ€™intorno.
Se non che pochi mesi dopo, nel 1980, fui nominato Predicatore della Casa Pontificia e mi trovai in presenza del papa per iniziare la mia prima Quaresima. Quella parola tornรฒ a risonare dentro di me, non come una citazione e un ricordo, ma come parola viva per quel momento. Raccontai quello che avevo fatto quel giorno in piazza San Pietro. Quindi mi rivolsi verso il papa che a quel tempo seguiva la predica da una cappella laterale, e ripetei con forza le parole di Aggeo: โ€œCoraggio, Giovanni Paolo II, coraggio voi cardinali, vescovi, e popolo di Dio: e al lavoro perchรฉ io sono con voi, dice il Signore. Il mio Spirito sarร  con voiโ€. E dagli sguardi mi parve di capire che la parola dava quello che prometteva: cioรจ coraggio, (anche se Giovanni Paolo II era lโ€™ultima persona al mondo a cui si dovesse raccomandare di avere coraggio!).
Oggi oso proclamare di nuovo quella parola, sapendo che non si tratta di una semplice citazione, ma di una parola sempre viva che torna a operare ogni volta quello che promette. Coraggio, dunque, papa Francesco! Coraggio, fratelli cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli della Chiesa Cattolica e al lavoro, perchรฉ io sono con voi, dice il Signore. Il mio Spirito sarร  con voi!โ€
Auguro a tutti una Santa Pasqua di pace e di speranza.

1.In โ€œThe Tabletโ€, 11 Febbraio 2023, p. 6.