Card. Gianfranco Ravasi – Gli operai arrivati nel tardo pomeriggio

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รˆ questa una tappa giร  annunciata del nostro viaggio testuale nella Bibbia alla ricerca di storie di vocazione. Infatti, la scorsa settimana siamo entrati in quella sorta di giardino di simboli e immagini che sono le parabole di Gesรน. Ne abbiamo selezionate un paio. La prima, giร  presentata, era la vicenda dei chiamati a un banchetto nuziale regale che oppongono un riย„fiuto, non riuscendo perรฒ a frustrare lโ€™invito del re (Matteo 22,1-14) che allargherร  il suo appello a un orizzonte piรน ampio e inatteso di invitati (Luca 14,15-24).

Ora, invece, รจ di scena una parabola presente solo nel Vangelo di Matteo (20,1-16), la cui trama risulta un poโ€™ sconcertante. Siamo in una piazza di villaggio e โ€“ come ancor oggi accade, purtroppo con lโ€™infamia del โ€œcaporalatoโ€ e dello sfruttamento da parte della criminalitร  organizzata โ€“ gruppi di lavoratori attendono un ingaggio. Una chiamata che effettivamente si realizza. Il padrone di una vigna passa alle 9 del mattino, a mezzogiorno, alle tre e alle cinque del pomeriggio e convoca vari operai. Il contratto รจ uguale, perรฒ, per tutti, un โ€œdenaroโ€ dโ€™argento che era il salario giornaliero di allora e che รจ spesso menzionato nei Vangeli. Il denaro romano allora in circolazione nella Terrasanta occupata dal Governo imperiale recava lโ€™immagine e lโ€™iscrizione โ€œTiberio Cesare Augusto, fiย„glio del divino Augustoโ€: si legga Matteo 22,15-22, con il celebre detto di Gesรน: ยซRendete a Cesare quello che รจ di Cesare e a Dio quello che รจ di Dioยป.

Noi ora ci soffermiamo innanzitutto sulla disuguaglianza delle chiamate: cโ€™รจ chi รจ in azione giร  dal mattino con un impiego e un impegno pieno; cโ€™รจ chi รจ nella media e chi invece scende nella scala delle prestazioni, offrendo un contributo piuttosto scarso e marginale. In questa sย„filata, scandita dai diversi orari, Gesรน introduce implicitamente una galleria di ritratti personali molto variegati. A chi รจ molto dotato e ha molto compiuto con una vocazione a cui ha dedicato abilitร , tempo e risultati viene accostato, negli ultimi quadri, chi ha cambiato vita dopo un arco di tempo vissuto nellโ€™inerzia o nellโ€™esclusione; oppure chi aveva cosรฌ scarse capacitร  da essere in grado di produrre poco.

A questa disuguaglianza si oppone la sorprendente uguaglianza nella retribuzione finale. Certo, Gesรน non sta proponendo un modello di relazioni industriali o sindacali. La sua generositร  apparentemente ingiusta รจ, in realtร , una vera giustizia che si commisura sulle capacitร  dei singoli e sul loro impegno. Con questa uguaglianza nel premiare uguali e diseguali il padrone integra in unitร  giustizia e amore.

Cosรฌ si comporta Dio nella varietร  delle vocazioni, come abbiamo giร  visto nella parabola degli invitati alle nozze, ove sono ammessi i chiamati dellโ€™ultima ora, emarginati, peccatori, pagani. Tutti sono a tavola allo stesso livello dei primi chiamati; anzi, puรฒ accadere che quelli siano piรน generosi nellโ€™accettare lโ€™appello del Signore. Sono gli stessi che ora, nella nostra parabola, sono lรฌ, un poโ€™ appartati, con la loro moneta dโ€™argento tra le mani, alla stessa maniera dei primi: essi sono felici di essere stati utili nella vigna del Signore con le loro modeste ma sincere capacitร , con il loro limitato ma generoso impegno.

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Articolo pubblicato su Famiglia Cristiana

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