ยซTutti gli sforzi compiuti per evadere dallโatmosfera oscura del presente nella nostalgia per un passato considerato intatto o nellโoblio anticipato di un futuro migliore, sono vaniยป. Rileggete con attenzione questa frase: รจ di una filosofa ebrea molto stimata, tedesca, Hannah Arendt, riparata negli Stati Uniti per sfuggire al nazismo e morta nel 1975. Il suo รจ un appello a evitare le illusioni che si dividono seguendo due traiettorie, quella nostalgica di un passato dorato simile a un paradiso perduto e quella sognante verso un radioso futuro dalle ยซsorti magniche e progressiveยป.
Non per nulla lei ancora scriveva che ยซdobbiamo preoccuparci di tracciare esperienze piuttosto che dottrineยป. La religione biblica esige una fede ancorata alla storia, quindi al presente. I profeti sono per eccellenza interpreti del loro tempo: tanto รจ vero che le loro pagine sono piene di rimandi politici, sociali, culturali legati alla loro epoca. Ed รจ proprio attraverso questa fedeltร al loro oggi che essi sanno intuire, alla luce della Parola di Dio, il futuro che ci attende.
Questa lunga premessa รจ per presentare la storia della vocazione di uno dei maggiori profeti di Israele, Isaia, un sacerdote gerosolimitano, probabilmente di alto lignaggio (puรฒ accedere a corte senza fare anticamera). Nel capitolo 6 del suo libro profetico cโรจ persino la data di quella chiamata: era il 740/739 a.C., anno della morte del re Ozia, cosรฌ come lโindicazione del luogo, ossia lo spazio sacro del tempio di Sion ove Isaia sta officiando. Ecco, allโimprovviso, apparire unโepifania divina con tutta una grandiosa e terribile coreografia di serafini, di fumo, di terremoto, di cori angelici.
Sappiamo che la parola ยซvocazioneยป deriva da ยซvoceยป. E infatti davanti al profeta attonito echeggia una voce possente: ยซChi manderรฒ e chi andrร per noi?ยป. ร la chiamata divina che convoca un suo messaggero. A questo punto, senza esitazione, con la consapevolezza del rischio che incombe sulla sua vita โ che sta per essere stravolta rispetto a quella di sacerdote rispettato e benestante โ Isaia si alza e risponde con due sole parole ebraiche: Hinnenรฎ shelahรฉnรฎ, ยซEccomi, manda me!ยป. E subito dopo, implacabile, รจ delineata la missione che Dio gli affida.
Un impegno duro, provocatorio, che non ammette nostalgie e neppure sogni di successi: ยซRendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro di orecchi e acceca i suoi occhi: non veda con gli occhi, nรฉ oda con gli orecchi, nรฉ comprenda con il cuore, nรฉ si converta in modo da essere guaritoยป. Il linguaggio aspro รจ espresso alla maniera semitica, gli imperativi sono in realtร indicativi: il profeta dovrร svelare la ribellione di un popolo che non vuole ascoltare, vedere, comprendere sia la Parola sia lโopera di Dio e, cosรฌ, evita di convertirsi, cioรจ di cambiare vita.
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La sua sarร , perciรฒ, una denuncia costante, un indice puntato contro il peccato, un giudizio sul male, sullโingiustizia e sullโipocrisia di coloro che lo circondano, soprattutto dei potenti: per averne la prova, basterร che nella Bibbia leggiate la โpredicaโ implacabile che Isaia pronuncerร nel tempio. La trovate nel capitolo 1, ai versetti dal 10 al 20, e il monito fondamentale รจ tagliente: ยซNon posso sopportare delitto e solennitร … Cessate di fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete lโoppresso, rendete giustizia allโorfano, difendete la causa della vedovaยป. Altro che devozioni e riti tradizionali o attese vane di un futuro benedetto da un Dio che, invece, non รจ indifferente alle ingiustizie presenti.
