Dagli auguri a Papa Francesco per il suo terzo anniversario di Pontificato, alle sanguinarie persecuzioni religiose, dal tragico esodo di migranti e rifugiati ai violenti scenari africani e mediorientali, che suggeriscono prudente ponderazione e non avventure sconsiderate: il Card. Angelo Bagnasco ha aperto, a Genova, i lavori del Consiglio Permanente (14-16 marzo) con una prolusione nella quale si sofferma anche sul faticoso cammino dellโItalia per uscire dalla crisi, sul suo inverno demografico e sui rischi di una deriva individualista.ย
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Conferenza Episcopale Italiana
CONSIGLIO PERMANENTE
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Genova, 14 – 16 marzo 2016
PROLUSIONE
DEL CARDINALE PRESIDENTE
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Cari Confratelli,
รจ motivo di gioia accogliervi a Genova. Il Consiglio Episcopale Permanente, secondo una recente prassi, usa celebrare una sua sessione nella Diocesi scelta per ospitare un evento della Chiesa Italiana: dal 15 al 18 settembre, infatti, Genova avrร lโonore di ospitare il Congresso Eucaristico Nazionale. Sono certo che lo spettacolo sul mare e sulla cittร con il suo porto, aiuti i nostri lavori a mantenere vivo lo slancio missionario per uscire al largo, nel mare aperto dellโevangelizzazione cosicchรฉ โ come scriveva Emmanuel Mounier โ la nostra Chiesa sempre piรน โmetta la vela grande dellโalbero maestro e, uscendo dai porti, salpi verso la stella piรน lontana senza badare alla notte che lโavvolgeโ (E.Mounier, Lโavventura cristiana).
1. Pellegrino dellโInvisibile
Al Santo Padre Francesco inviamo con affetto il nostro augurio piรน cordiale per il suo terzo anno di Pontificato: mentre Gli assicuriamo la nostra leale obbedienza e la nostra fervente preghiera, ho la gioia di comunicarvi che anche questโanno ci farร dono della sua presenza allโAssemblea Generale di maggio, dove aprirร i lavori.
Nel recente viaggio in Messico ha offerto alla Chiesa e al mondo parole e gesti di grande densitร e significato, predicando il Vangelo della grazia e della gioia. Tutto, infatti, parte da Gesรน Cristo e a Lui ritorna, cosรฌ come รจ emerso chiaro e appassionato nellโincontro coi giovani: โMi avete chiesto una parola di speranza: quella che ho da dirvi, quella che รจ alla base di tutto, si chiama Gesรน Cristo. Quando tutto sembra pesante, quando sembra che ci caschi il mondo addosso, abbracciate la sua croce, abbracciate Lui e non staccatevi mai dalla sua mano. (โฆ) Insieme a Lui รจ possibile credere che vale la pena di vivere, che vale la pena di dare il meglio di sรฉ, essere fermento, sale e luce tra gli amici, nel quartiere, nella comunitร , nella famigliaโ (Papa Francesco, Discorso ai giovani, Messico 16.2.2016).
[ads2]Tenendo fisso lo sguardo su Gesรน, possiamo guardare il mondo e lโumanitร , a cominciare dai piรน indigenti e deboli: i lavoratori, gli anziani, le famiglie, i malati e i carceratiโฆ quel popolo umile che si รจ affollato attorno al Papa nel segno dellโabbraccio e della gioia. Su tutti era evidente scorgere il sacramento dellโumanitร sofferente di Cristo, ma anche i forti pericoli per la dignitร umana: โQuesta povertร , questa emarginazione sono il terreno piรน favorevole per cadere nella spirale del narcotraffico e della violenzaโ (Discorso al mondo del lavoro, Messico 17.2.2016). Non รจ forse vero anche per la nostra societร ? Non tocchiamo forse la medesima logica perversa?
Un momento particolare, storico e commovente, desiderato da secoli e denso di promessa, รจ stato lโincontro con il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia a Cuba, diventata simbolico epicentro tra nord e sud, tra est e ovest. La Dichiarazione congiunta รจ ricca di veritร e di speranza, di storia e di futuro: i cuori dei due uomini di Dio si sono allargati dalla Chiesa al mondo tormentato, invocando fede, libertร , giustizia e pace.
2. Un vento profetico sul mondo
ร il vento delle Beatitudini che, ampliandosi, mormora fino a diventare un grido. ร il grido che sale dal sangue dei martiri fino al cuore di Dio, scuote la nostra fede e interpella la coscienza universale: โIl nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione. In molti Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati per famiglie, villaggi e cittร intere. (โฆ) In Siria, in Iraq e in altri Paesi del Medio Oriente, constatiamo con dolore lโesodo massiccio dei cristiani dalla terra dalla quale cominciรฒ a diffondersi la nostra fede, e dove essi hanno vissuto, fin dai tempi degli Apostoli, insieme ad altre comunitร religioseโ (Dichiarazione congiunta, Cuba 12.2.2016). La recente uccisione nello Yemen di quattro suore di Madre Teresa, insieme ad altre dieci persone, mostra ancora una volta il brutale accanimento contro la fede cristiana, e la mite forza della fede che spinge le loro Sorelle a continuare nel servizio dโamore.
Accanto alle sanguinarie persecuzioni religiose, continua il tragico esodo di migranti e rifugiati che si sono messi in marcia verso il nord del pianeta e, come il povero Lazzaro, bussano alla porta dei Paesi ricchi. Dallโinizio del 2015 sono morte 4.200 persone, di cui 330 bambini solo nel Mar Egeo! Che spettacolo dร di sรฉ lโEuropa? Dobbiamo confrontarla con i volti sfatti e terrorizzati dei bambini e dei vecchi, di questa gente che si sottopone a indicibili fatiche, stenti, pericoli, disposti a sparire fino a perdere la vita. E che spesso non vuole o non puรฒ piรน tornare indietro. Puรฒ lโEuropa, culla di civiltร e diritti, erigere muri e scavare fossati? La vigilanza intelligente รจ doverosa – e le nostre Forze dellโOrdine ne hanno dato prova anche in questi giorni – la strategia di integrazione non รจ facile, ma la Casa europea e le stesse Nazioni Unite stanno affrontando tale cataclisma umanitario con lungimiranza ed efficacia? Nessuno puรฒ negare che il nostro Paese รจ sempre stato in prima linea, non solo perchรฉ รจ la โporta dโEuropaโ, ma soprattutto perchรฉ ha mostrato da subito generositร e prontezza, pur dentro a situazioni talmente inedite che nessuna Nazione sembra essere capace di affrontare senza rifugiarsi nei soliti slogan irreali.
Come giร abbiamo avuto occasione di dire, davanti a queste tragedie di violenza e di ingiustizia crescono timori, resistenze e, soprattutto, lโindifferenza nellโopinione pubblica mondiale. Noi Vescovi, insieme alle nostre comunitร , ci facciamo eco dei gemiti di tante vittime innocenti. Facciamo nostra la voce di popolazioni stremate dalle stragi, dalle rovine, dalla totale incertezza. E ripetiamo che lโindifferenza globale รจ qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio. La Chiesa italiana continua a portare il proprio contributo attraverso Parrocchie, Istituti religiosi, organizzazioni come le Caritas Diocesane e gli Uffici per i migranti. Le ondate della povera gente โ quando riescono a raggiungere le nostre spiagge โ sono continuo spettacolo di dolore, paura, sfinimento: si continua a fare tutto il possibile, cercando anche di aumentare le possibilitร di ospitalitร . Con questo spirito nelle nostre comunitร sono stati accolti circa quarantacinquemila immigrati, compresi quanti in questi giorni arrivano a noi attraverso i corridoi umanitari. Ormai, perรฒ, รจ chiaro che si impone la fase dei processi di vera integrazione, processi che richiedono onestร , tempi rapidi, regole, buona volontร e fiducia da parte di tutti.
3. Ridare il volto
La Chiesa Italiana sente vivo lโevento del Convegno Ecclesiale di Firenze, pensato e voluto come un atto di profezia e di amore: la profezia รจ sempre un atto dโamore, anche quando pronuncia parole esigenti. Significa leggere le cose con gli occhi di Dio che รจ misericordia, cioรจ veritร e amore, con la fiducia che tutto puรฒ essere corretto e migliorato: puรฒ rinascere. Se poi cerchiamo di accompagnare la parola con le opere di misericordia, allora ogni parola assume uno spessore ulteriore e una credibilitร piรน efficace.
Con questo spirito a Firenze, in clima di sinodalitร e di gioia fraterna, ci siamo chiesti come aiutare lโuomo moderno a ritrovare il suo volto, volto a volte deturpato. Ancora una volta, abbiamo constatato che, sotto la superficie che schiuma, la vita brulica silenziosa e umile. Abbiamo onorato questa vita fatta di famiglia, lavoro, fierezza di guadagnarsi il pane, di onestร senza prezzo, di amore fino al sacrificio, di eroismi senza notizia. Abbiamo onorato unโumanitร vera e solida, segnata da immense nostalgie e possibilitร .
Ma non abbiamo potuto non rilevare anche quella specie di bolla, quel clima che tutti respiriamo e che vuole cambiare le categorie elementari dellโumano, categorie che non sono confessionali e che โ nella loro sostanza – appartengono allโumanitร intera. Si vuole ridefinire โ cosรฌ si dice โ i fondamenti non solo del vivere insieme, ma anche del vivere con se stessi, del pensarsi come persone, come libertร e amore, come famiglia e societร , come vita e morte nel loro naturale intreccio. Questo clima, aggressivo nei confronti di chi la pensa diversamente, esalta a gran voce democrazia e libertร , ma a condizione che nessuno esca dalle righe stabilite, come se esistesse un diritto di cittadinanza condizionata. Le leve di questo clima vengono da lontano, sono le ricchezze esorbitanti di alcuni, che esercitano il loro spropositato potere per cambiare il modo di pensare della gente, spinti solo da unโinsaziabile aviditร di profitto: โQuando il cuore si allontana dal bene e dalla veritร (โฆ) rimane privo di orientamento e rischia di chiamare bene il male e male il bene. (โฆ) Dobbiamo stare attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche che subentrano nel pensiero umano, anche cristiano, sotto forma di virtรน, di modernitร , di atteggiamenti nuoviโ (Papa Francesco, Discorso alla Pontificia Accademia per la vita, 3.3.2016).
A Firenze il Santo Padre ha ripetutamente affermato che โpossiamo parlare di umanesimo solamente partendo dalla centralitร di Gesรน, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dellโuomo. (โฆ) Gesรน รจ il nostro umanesimoโ (Papa Francesco, Discorso al Convegno Ecclesiale di Firenze, 10.11.2016). I tratti dellโumano โ umiltร , disinteresse, beatitudine โ se li apriamo nella loro ricchezza sono criteri di universale umanitร , di cui la comunitร cristiana รจ chiamata ad essere profezia serena e inquieta.
In questo contesto, vogliamo aprire il cuore ai nostri amati sacerdoti: essi sono ogni giorno vicini alle loro comunitร con discrezione e dedizione. A loro siamo profondamente grati, in attesa della prossima Assemblea di Maggio nella quale ritorneremo a confrontarci sulla vita e la formazione permanente del Clero. Uniti nel vincolo sacramentale, Vescovi e Preti, sono in ascolto e dialogo con tutti, consapevoli che il mistero di ognuno รจ il pascolo di Dio, e che spesso solo lo sguardo puรฒ tradurre il nostro pensiero, puรฒ riscattare la debolezza delle nostre labbra.
Alla luce di alcune recenti circostanze, ogni volta che si accerta un caso di pedofilia si rinnova in noi il dolore e la vicinanza alle vittime e ai familiari; insieme ribadiamo la condanna dei colpevoli, mentre cresce la preoccupazione per lo scandalo delle anime. Comโรจ noto, i Vescovi italiani sono stati tra i primi a mettere in essere con rigore le indicazioni della Santa Sede in ordine allโaccertamento degli addebiti e allโerogazione delle pene, e hanno rafforzato le strutture di recupero nonchรฉ i criteri di prevenzione. Fermo restando tutto questo, riconosciamo e condividiamo la generositร del nostro Clero, che si spende ogni giorno accanto a tutti e a ciascuno con disinteresse e trasparenza.
4. Costruire ponti
Giร ai tempi del Concilio Vaticano II, il beato Paolo VI descriveva il mondo come โmagnifico e drammaticoโ, facendo riferimento al mistero della libertร dellโuomo che sโincontra con lโamore di Dio. In questo spazio di incontro, si gioca il destino. Questa splendida immagine ci interpella, desiderosi di servire lโora presente costruendo ponti, come esorta e fa il Santo Padre. La via รจ quella dellโascolto, della valorizzazione di ciรฒ che unisce, del progettare insieme lร dove รจ possibile, del cercare soluzioni, del contribuire al bene comune: in una parola รจ la via del dialogo, ricordando che โil modo migliore per dialogare non รจ quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti. (โฆ) Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono allโinterno del dibattito pubblico: รจ questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della societร comune. I credenti sono cittadiniโ (Papa Francesco, Discorso al Convegno Ecclesiale di Firenze10.11.2015).
Ormai รจ sotto gli occhi di tutti, e oggetto di frequenti analisi culturali, il fatto che la potenza dellโuomo sulla natura e su se stesso รจ entrata nella sua fase critica. Mentre lโuomo moderno aveva davanti a sรฉ la sfida di conquistare potere sulle forze della natura, oggi lโuomo postmoderno ha il problema di dominare il suo potere perchรฉ il potere non distrugga lโuomo stesso. In questa sfida troviamo un primo campo di dialogo per creare ponti. Solo una forte coscienza morale, infatti, puรฒ dominare il potere e puรฒ impedire che lโuomo cada in sua balia. La struttura etica riguarda lo spirito, e lo spirito puรฒ perdere di luciditร , corrompersi. Si ammala non solo quando sbaglia, o mente, o รจ ingiusto: โCiรฒ avviene (anche) quando la veritร perde il suo significato; quando il successo si sostituisce alla giustizia e al bene; quando ciรฒ che รจ santo non viene piรน avvertito e non se ne sente neppure la mancanza. Ciรฒ che allora accade non riguarda piรน la psicologia, ma la scienza dello spirito e le misure che si possono prendere non sono misure terapeutiche, ma รจ la conversione delle ideeโ (Romano Guardini, Il Potere). Nella sensibilitร media, cโรจ ancora qualcosa che si concepisca โintangibileโ?
Esiste un secondo fenomeno che interpella tutti: รจ il progressivo sgretolamento del tessuto sociale, cosรฌ che ognuno, anzichรฉ sentirsi ascoltato e partecipe, facilmente si sente โvittima della cultura dello scartoโ (Papa Francesco, Discorso alle Autoritร civili, Messico 13.2.2016). Le nostre comunitร cristiane hanno anche questo compito: nei quartieri anonimi della nostre cittร essere delle piccole luci di riferimento, dei luoghi di accoglienza, dei punti di riferimento dove, prima di fare, ricevere o dare, ognuno possa sentirsi se stesso, possa incontrare una comunitร di ideali, uno spazio di relazioni benevole, respirare un orizzonte alto e ampio. Sรฌ, bisogna ritessere i rapporti umani perchรฉ ognuno si senta a casa anche oltre il suo tetto. E i rapporti umani si creano non con il collante degli interessi individuali e delle convenienze, ma della gratuitร , di cui Gesรน รจ sorgente e criterio.
Infine, allarghiamo lo sguardo poichรฉ nessun Paese vive isolato. Il Medio Oriente, come le vicine coste africane, vivono confusione, tumulto e violenze: emblematici, al riguardo, i sanguinosi attentati di ieri in Turchia e in Costa dโAvorio. Gli interrogativi che si affacciano non sono immotivati: suggeriscono โ anche alla luce delle responsabilitร passate โ non avventure sconsiderate, ma prudente ponderazione. Assicuriamo la nostra preghiera perchรฉ tutte le parti in causa, a cominciare dai piรน fragili ed esposti, possano trovare strade di giustizia, sicurezza e pace.
5. La voce del popolo
Sembra che il Paese, nel suo insieme, stia reagendo alla crisi, ma il cammino si presenta faticoso. La gente รจ ammirevole, continua a rivelare una grande capacitร di resistere e lottare, di non perdere la fiducia, di unire le forze. La famiglia, poi, ancora una volta dร prova di essere il perno della rete sociale, luogo in cui si condividono le risorse e si genera fiducia e coraggio per andare avanti. Essa รจ veramente il piรน grande capitale di impresa e di solidarietร , un tesoro da non indebolire e disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo realtร diverse. Da una parte si rivendicano le differenze sul piano culturale e, dallโaltra, le si negano sul piano normativo, creando di fatto delle situazioni paramatrimoniali: โLa famiglia si fonda sul matrimonio โ hanno dichiarato Papa Francesco e il Patriarca Kirill โ, atto libero e fedele di amore di un uomo e una donna. (โฆ) Ci rammarichiamo che altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternitร e di maternitร , come vocazione particolare dellโuomo e della donna nel matrimonio, (โฆ) viene estromesso dalla coscienza pubblicaโ (Dichiarazione congiunta, Cuba, 12.2.2016).
Sul piano generale, la situazione appare complessa, spesso anche litigiosa e distratta. ร lโora di una grande responsabilitร , perchรฉ i germogli possano diventare presto raccolto abbondante, perchรฉ lโoccupazione, la famiglia e lo stato sociale siano a portata di tutti, specialmente dei giovani che hanno diritto di farsi la propria famiglia. I beni materiali sono certamente necessari per vivere con dignitร , ma esiste un patrimonio invisibile che non ha prezzo e che non si puรฒ comprare: รจ la fiducia, la speranza.
La prossimitร della Chiesa al popolo รจ quotidiana: รจ la vita e la missione di noi Vescovi insieme al nostro Clero. Da sempre cerchiamo di fare, senza chiasso, il nostro dovere di solidarietร evangelica, attraverso innumerevoli interventi e organizzazioni, per rispondere a bisogni antichi e nuovi. Non vogliamo sbandierare nulla nรฉ ricevere medaglie; desideriamo solo di avere la grazia di poter continuare โ e se possibile intensificare โ lโaiuto a quanti โ sono moltitudini โ bussano fiduciosi alla porta delle Parrocchie. Qualche ombra, che a volte dolorosamente si constata, non deve oscurare nรฉ screditare lโoperato limpido e generoso di moltissimi operatori โ sacerdoti, consacrati e laici โ che servono con gratuitร e sacrificio di energie, tempo, denaro.
Un fenomeno al quale abbiamo rivolto la nostra attenzione da tempo e ripetutamente รจ lโinverno demografico. I dati ISTAT sono chiari: quelli del 2015 sono i dati peggiori dallโUnitร dโItalia: lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese. ร il sintomo di una crisi piรน profonda di quella economica. La famiglia, grembo della vita, e lโoccupazione, sono le cose concrete a cui il popolo guarda con preoccupazione crescente. Ed รจ su queste emergenze che la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte per misure urgenti e concrete. Sono questi i veri passi con cui presentarsi in Europa a testa alta!
Come รจ stato detto altre volte, la deriva individualista, radicale e liberista, non intende fermarsi: mentre riaffermiamo con tantissima gente che avere dei figli รจ un desiderio bello e legittimo, cosรฌ รจ diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poichรฉ non sono cose da produrre. Tanto piรน che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei piรน poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi. Cosรฌ, fa parte di un umanesimo umano il fatto che lโamore non giustifica tutto, che i bambini hanno diritto a un padre e una madre, come anche recentemente la giurisprudenza europea ha affermato. A questo riguardo, รจ necessario semplificare e accelerare le procedure di adozione, perchรฉ possano avere risposta le migliaia di richieste a fronte di alcune centinaia di bambini dichiarati โadottabiliโ. Fa parte dellโumanesimo pure la constatazione che la vita nessuno se la puรฒ dare e quindi togliere; che mai, in nessuna sua fase, puรฒ essere manipolata e distrutta; che sempre deve essere rispettata e mai puรฒ essere soppressa anche quando lโintenzione appare buona; che lโaccanimento terapeutico รจ una cosa, mentre lโeutanasia e il suicidio assistito sono tuttโaltro. Fa parte dellโumanesimo la convinzione che โla famiglia รจ la pietra angolare della costruzione di una grande nazioneโ (Papa Francesco, Incontro con giovani, Messico 16.2.2016); che โla prima natura da custodire, affinchรฉ porti frutto, รจ la nostra stessa umanitร โ (Papa Francesco, Discorso alla Pontificia Accademia della Vita, 3.3.2016).
Infine, non possiamo tacere lโennesimo segno del profondo disagio educativo che serpeggia e miete vittime: il recente, raccapricciante delitto perpetrato per โcuriositร โ โ non dunque per una qualche โcausaโ passionale, economica, antagonista, pur assurda e inammissibile โ ma per โcuriositร โ, โper vederne lโeffettoโ! Emerge un inquietante, assoluto vuoto interiore, una disperata noia di vivere che esige un insaziabile bisogno di sensazioni forti, per cui la tortura e il delitto sono pensati, voluti e vissuti per se stessi. Come societร siamo talmente accecati di fronte ai segni della decomposizione culturale da continuare a mettere energie, tempo, risorse in tuttโaltro? Siamo preoccupati che non si sia aperto un serio, corale dibattito pubblico; che si continui a mostrare colpevole superficialitร o vile rassegnazione di fronte alla cultura dello โsballoโ con droghe, alcool, azzardo, fino al disprezzo totale della vita propria e altrui. Quale tipo di educazione la societร offre alle giovani generazioni? In questione ci sono loro ma anche, e molto, noi adulti. Non solo la famiglia e la scuola, ma la societร intera: quali valori, quali ideali, quali capacitร di raziocinio, di governo delle proprie emozioni, quale idea di libertร e di amore, quale valore delle regole e della legalitร โฆ stiamo presentando? A proposito di scuola, lascia perplessi che si invochi lโesempio dellโEuropa per molte cose, non sempre le migliori, ma poi, circa il sostegno strutturale alle scuole paritarie, si prescinda dallโesempio virtuoso dei Paesi europei che, in questo caso, sono semplicemente giusti.
ร certamente necessario chiedersi quale mondo lasceremo ai nostri giovani, ma รจ altrettanto urgente chiederci quali uomini lasceremo al nostro mondo! I Vescovi italiani si sono dati come meta pastorale del decennio proprio la sfida dellโeducazione: vorremmo che questo ideale venisse percepito assolutamente prioritario, e innervasse la coscienza di tutta la societร per creare un clima educativo alto e sostanzioso che non istilli miti, desolazione, vuoto e noia, ma luciditร di pensiero, passioni nobili, forza dโanimo, spirito di dedizione e sacrificioโฆ consapevoli che โquando non si รจ ben chiusi e saldi nella propria pelle, non si ha nulla da dare, non si puรฒ tendere la mano nรฉ servire dโappoggio e di bastoneโ (E. Mounier, Il personalismo).
Grazie, cari Confratelli, per la vostra benevolenza: ci affidiamo alla Madonna, Regina di Genova dal 1637, a San Giovanni Battista Patrono della Diocesi e della Cittร , a San Giuseppe da cui invochiamo umiltร e saggezza.
