Lc 1,39-45 (Lezionario feriale di Bose
39In quei giorni Maria si alzรฒ e andรฒ in fretta verso la regione montuosa, in una cittร di Giuda.ย 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutรฒ Elisabetta.ย 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultรฒ nel suo grembo.ย Elisabetta fu colmata di Spirito Santoย 42ed esclamรฒ a gran voce: ยซBenedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!ย 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?ย 44Ecco, appena il tuo saluto รจ giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciรฒ che il Signore le ha dettoยป.
Quanto ci viene presentato di Maria in questa pagina evangelica รจ innanzitutto il suo viaggio. Non sappiamo altro se non che รจ stato un viaggio in fretta e tutto in salita: un viaggio faticoso come faticoso รจ del resto il cammino di ogni vita che voglia definirsi umana. Ma cosa muove la promessa sposa di Giuseppe, cosa la spinge ad alzarsi e a recarsi verso la regione montuosa della Giudea? Da dove il coraggio di affrontare da sola un cammino cosรฌ lungo e faticoso, tutto in salita? Questo di Maria รจ un viaggio compiuto – ci dice lโEvangelo – in fretta (cum festinatione).
[ads2]Nei Vangeli la fretta indica spesso urgenza e gioia insieme: รจ in fretta che Zaccheo scenderร dallโalbero per accogliere pieno di gioia Gesรน nella sua casa (Lc 19,16); รจ in fretta che Marta, afflitta per la morte del fratello Lazzaro, andrร incontro a Gesรน (Gv 11,29; 11,31) รจ – ancora una volta – in fretta che le donne correranno a dare lโannuncio della risurrezione ai discepoli (Mt 28,8). Anche per Maria, urgenza e gioia sono i moventi del suo viaggio. Urgenza della Serva del Signore, che esprime tutta la sua disponibilitร al disegno di Dio, gioia della Figlia di Sion, che vede finalmente il compiersi della promessa tanto attesa: la venuta del Messia. Ciรฒ che sorprende รจ che delle parole ascoltate in quei giorni dallโangelo (Rallegrati piena di grazia … Concepirai un Figlio โฆ Lo Spirito santo scenderร su di teโฆ), la Vergine daโ prioritร a quello che in realtร era solo un segno: Elisabetta – detta sterile – nella sua vecchiaia ha concepito anchโessa un figlio. Maria non rimane ad ammirarsi, nรฉ sembra preoccupata di custodire gelosamente la sua gravidanza, perchรฉ comprende che ciรฒ che le viene chiesto – essere madre del Signore – inizia giร ora e si mette subito in cammino.
Colei che si รจ appena dichiarata serva del Signore diviene la serva degli uomini. Donna intelligente! Capisce che mettersi al servizio del Signore, nientโaltro significa che mettersi al servizio dei fratelli, delle sorelle, che amare Dio significa essere strumento della sua Salvezza e dunque amare il prossimo. E quale altro fine potrร mai avere lโamore dellโaltro, se non quello di cercare di migliorarne la vita? Completamente decentrata da sรฉ, non cercando il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri (cf. Fil 2,4), senza che nessuno glielo avesse comandato, intuisce ciรฒ di cui puรฒ aver bisogno una donna al sesto mese di gravidanza e corre al suo servizio, anticipando cosรฌ nella sua carne, quella che sarร la missione di suo Figlio, che non sarebbe venuto per farsi servire ma per servire. Essere madre del Signore non sarร dunque un compito futuro, semplicemente โbiologicoโ, bensรฌ la missione di mettersi fin dโora in viaggio portando Cristo agli altri, generandolo negli altri. La sua maternitร dunque non costituisce un privilegio bensรฌ una missione che la chiamerร a soffrire per il Figlio e con il Figlio, una spada che le trafiggerร il cuore (cf. Lc 2,35).
E questo viaggio diviene incontro attraverso – prima di tutto – un saluto. Leggiamo che a quel saluto Elisabetta ha una reazione sorprendente: fu piena di Spirito santo e il bambino fece un balzo di gioia nel suo grembo. Al suo saluto: lโamore fraterno non รจ un fatto intimistico, ma deve essere manifestato concretamente, a partire dallo sguardo, dal saluto โฆEd รจ con quel saluto carico di amore che Maria porta Cristo ad Elisabetta: il suo saluto รจ il saluto del Figlio, la sua voce รจ la voce del Signore. E Giovanni, Lโamico dello sposo, che รจ presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo (Gv 3,29). Ascoltare Cristo – attraverso la madre che ne รจ portavoce – รจ per Giovanni una gioia fin dal grembo materno. E qui esplode il grido profetico di Elisabetta: Maria รจ la piรน benedetta tra tutte le donne e la credente. La Parola non tollera indolenze e indugi: se la Parola ascoltata, meditata e pregata non si fa carne in noi, ovvero non ci smuove, non ci mette in viaggio, non ci conduce verso lโaltro – con urgenza e gioia insieme – allora si tratta di un ascolto sterile; diversamente, essa non ci lascerร mai dove siamo: ci scomoderร , ci smuoverร , spingendoci a intraprendere un cammino. E avrร portato il suo frutto solo se ci avrร avvicinato allโaltro, per servirlo.
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Fratel Roberto della comunitร monastica di Bose
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