Commento al Vangelo del 2 agosto 2018 – Monastero di Bose

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Al termine del suo insegnamento in parabole sul regno dei cieli, vale a dire su ciรฒ che Dio prepara per la sua creazione, Gesรน sembra cambiare radicalmente di registro. Finora ha paragonato la vicenda del regno a un seme che cresce, al lievito che fa gonfiare la pasta, o a un tesoro la cui scoperta provoca una gioia immensa. Lโ€™avvenire appariva felice e ricco di speranza, anche se non esente da difficoltร  e sofferenze. Ora invece la prospettiva si fa cupa: allโ€™orizzonte si profila la possibilitร  di essere โ€œbuttati viaโ€ e di finire nella โ€œfornace ardenteโ€ in cui vi รจ โ€œpianto e stridore di dentiโ€. La gioiosa notizia sfocia forse in un punto interrogativo? Cosa ci attende: gioia e festa o spavento e pianto?

Per tentare una risposta, che troppo spesso facciamo dipendere solo da noi, forse non รจ inutile il finale del discorso: la parola sullo scriba discepolo che dal suo tesoro โ€œestrae cose nuove e cose anticheโ€, in cui si รจ voluto talvolta vedere la โ€œfirmaโ€ dellโ€™evangelista.

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Fra le โ€œcose anticheโ€ cโ€™รจ lโ€™annuncio del giudizio ultimo, di cui parlarono i profeti. Da loro perรฒ la catastrofe, riassunta nel โ€œgiorno di colleraโ€ di Sofonia 1,15-16 (e di altri), era annunciata e minacciata per evitare che si realizzasse e per provocare il ritorno del popolo a Dio. Cosรฌ pure Giovanni Battista: โ€œRazza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire allโ€™ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione!โ€ (Mt 3,7-8). Anche Gesรน vi allude, ad esempio quando parla degli scandali e dice che รจ preferibile entrare monco o zoppo nella vita, anzichรฉ con due mani o due piedi essere gettato nella Geenna (Mt 18,6-9), o nellโ€™insegnamento sul giudizio finale in Matteo 25. La predicazione cristiana lโ€™ha poi ripreso e sviluppato, troppo spesso perรฒ per incutere paura e cosรฌ meglio esercitare un controllo sulla coscienza dei fedeli.

Invece, fra le โ€œcose nuoveโ€ vi รจ il senso sorprendente che la vita, la morte e la risurrezione di Gesรน danno al giudizio. Gesรน ci ha amati โ€œfino alla fineโ€ (Gv 13,1), fino a diventare, come dice Paolo, maledizione perchรฉ scenda su di noi la benedizione (cf. Gal 3,13-14). Quando Giovanni scrive che sulla croce Gesรน โ€œeffuse, o consegnรฒ lo Spiritoโ€ (Gv 19,30), dice che lร  Gesรน ha preso su di sรฉ le nostre disperazioni e maledizioni per infondere in noi la sua vita (il suo Soffio), contro cui la morte non ha piรน potere.

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Ecco il giudizio: condanna del peccato e della morte e salvezza dei peccatori. Lร  si รจ rivelata la grazia di Dio giร  presente, certo, nel Primo Testamento, ma spesso velata e comunque poco evidenziata, come ricorda lโ€™Apostolo: โ€œLa grazia ci รจ stata data in Cristo Gesรน fin dallโ€™eternitร , ma รจ stata rivelata ora, con la manifestazione del Salvatore nostro Cristo Gesรนโ€ (2Tm 1,9-10).

Cosa allora ci รจ chiesto? Forse solo gratitudine per il dono fattoci dal Cristo, gratitudine che si esprimerร  soprattutto nel non essere di scandalo ai piccoli, agli emarginati, agli stranieri, e nellโ€™essere accoglienti nei loro confronti, cosa che oggi sembra tuttโ€™altro che ovvia.

fratel Daniel della comunitร  monastica di Bose

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Mt 13, 47-53
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซAncora, il regno dei cieli รจ simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando รจ piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Cosรฌ sarร  alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarร  pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?ยป. Gli risposero: ยซSรฌยป. Ed egli disse loro: ยซPer questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, รจ simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose anticheยป.
Terminate queste parabole, Gesรน partรฌ di lร .

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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