Gesรน sta predicando il vangelo del Regno nelle cittร e nei villaggi e la sua parola non รจ accolta, come era accaduto a Giovanni Battista. Giovanni sente parlare delle opere compiute da Gesรน e gli manda a chiedere: โSei tu quello che deve venire?โ. Gesรน risponde: โRiferite a Giovanni ciรฒ che udite e vedete: โฆ ai poveri รจ annunciato il vangeloโ. Egli compie la profezia e i poveri sono beati perchรฉ a loro รจ annunciata la buona notizia.
Lโinizio del capitolo puรฒ aiutarci a comprendere questo autentico grido di esultanza che irrompe sulla scena senza apparente legame con il contesto. Letteralmente il testo dice: โโฆ rispondendo Gesรน disseโ, ma non vโรจ traccia di una domanda precisa nรฉ di interlocutori diretti, sicchรฉ possiamo pensare questa risposta rivolta a ciascuno di noi, a quella domanda, a quella sete di Dio che siamo incapaci di formulare e rimane in fondo al nostro cuore come desiderio inespresso.
Gesรน apre uno squarcio nel mistero della bontร di Dio, un Dio che, sรฌ, รจ Padre e Signore del cielo della terra, ma si rivela ai piccoli e agli ultimi, agli uomini della sua benevolenza per i quali la stessa nascita di Gesรน รจ annuncio di pace (cf. Lc 2,14).
Questa rivelazione privilegiata ai piccoli, ai semplici non implica alcun disprezzo degli studi o dellโintelligenza di quanti si applicano per approfondire la conoscenza. No! Gesรน invita a distinguere quello che รจ uno strumento, pur utile e importante come lo studio, dal fine che รจ la conoscenza del Padre alla quale possiamo giungere in pienezza solo tramite il Figlio. Solo attraverso Gesรน possiamo conoscere il volto del Padre, se ci riconosciamo piccoli, poveri della nostra sola umanitร . ร una rivelazione grande e Luca scrive nella sua versione che Gesรน esultรฒ nello Spirito dicendo queste parole.
Il vangelo annunciato da Gesรน Cristo รจ buona notizia per ogni uomo e donna ovunque sulla terra, perchรฉ ciascuno diviene destinatario di questa promessa non in virtรน di qualitร intellettuali, studi o intelligenza, ma semplicemente della sua povertร in quanto essere umano.
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Chi sono questi piccoli, destinatari della rivelazione? Sono i poveri, gli ultimi, i disprezzati, coloro che non possono avanzare pretese nel mondo, e, piegati dalla sofferenza psichica o fisica, portano ferite profonde nel cuore, nella vita. Essi non possono contare su nulla, nรฉ ricchezze, nรฉ potere, nรฉ fama, ma solo sullโamore di Dio. Chi รจ veramente povero sa che la sua vita puรฒ acquistare senso solo se affidata a un altro, vive nella speranza di una relazione possibile, mendicante di quellโumanitร semplice e quotidiana sola ricchezza che nessuno puรฒ toglierci.
Chi puรฒ porre in Dio la sua speranza se non chi, sapendosi povero, non abbia sperimentato almeno una volta nella sua vita la mano di Gesรน piegato a curare le sue ferite, ad asciugare le sue lacrime, a riempire di calore la sua solitudine.
Tutto รจ stato dato al Figlio dal Padre, ma Gesรน ha svuotato se stesso per essere accanto a noi nella nostra solitudine, luce nel buio delle nostre esistenze e ci chiama a sรฉ per darci il riposo dalla stanchezza e dai pesi della vita. Questa stanchezza a volte รจ frutto del desiderio di realizzare progetti umani, ideali staccati dalla realtร , ma il progetto di Dio รจ altro e possiamo conoscerlo solo se aderiamo al Signore, se impariamo da lui la mitezza e lโumiltร del cuore. Mitezza che non รจ muta rassegnazione o apatica accettazione della realtร , ma piena obbedienza al disegno dโamore di Dio, dietro a Gesรน che mite entrรฒ su un asino a Gerusalemme per compiere la sua passione. Questa mitezza รจ obbedienza alla nostra veritร , alle sofferenze; seguendo il nostro maestro che imparรฒ lโobbedienza dalle cose che patรฌ, in questa piena accettazione noi saremo capaci di levarci contro ogni ingiustizia umana, contro ogni sofferenza. ร una mitezza capace di spostare macigni grandi come la pietra che chiudeva il sepolcro, mitezza dei cuori umili, piccoli perchรฉ semplici e limpidi della trasparenza dello sguardo, mitezza che rende possibile oggi il cammino delle beatitudini.
Con un cuore povero, liberato da pretese arroganti, e dal nostro orgoglio, avanziamo su questo cammino col cuore dilatato dallโinesprimibile dolcezza dellโamore. Dolcezza della croce dโamore che Gesรน pone sulle nostre spalle, mentre lui il Signore si carica dei nostri dolori e delle nostre sofferenze.
fratel Nimal della comunitร monastica di Bose
Mt 11, 28-30
Dal Vangelo secondoย Matteo
In quel tempo, Gesรน disse:
ยซVenite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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