Mons. Nunzio Galantino – Gli occhi giusti davanti al presepe. Incontro a Dio e agli altri

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Anche questโ€™anno, qua e lร , abbiamo letto e sentito dire di pasdaran impegnati a spendersi per il rispetto della cultura e della sensibilitร  altrui. Certo! Un impegno mai sufficiente in una societร  che mostra sempre piรน evidenti i segni dellโ€™intolleranza. Se non fosse che, guarda caso, le sensibilitร  e la cultura altrui verrebbero offese prevalentemente se non esclusivamente da simboli religiosi e non da scelte fatte di piccoli o grandi interessi e che si nutrono di sistematica stupiditร ! In questo periodo in particolare, la sensibilitร  e la cultura altrui verrebbero disturbati dallโ€™allestimento di presepi o dallโ€™esecuzione di canti natalizi tradizionali.

Mi viene voglia di condividere lโ€™osservazione di chi vede in questo modo di fare (ad esempio, attraverso alcune esilaranti โ€œcircolariโ€!) un faticoso modo per coprire lโ€™incapacitร  di abitare la bella e faticosa complessitร  del nostro mondo. Una complessitร  che, mentre sfida lโ€™intelligenza, mette alla prova la capacitร  di dare senso e contenuti alla propria identitร . Con questo non voglio dire che mi entusiasmino iniziative nelle quali, ancora una volta e per motivi opposti, viene strumentalizzato il presepe e, in genere, la religione per farne un simbolo meramente identitario. Culturale o nazionale. Fatte le dovute precisazioni, puรฒ esserci anche questo. Ma non basta!

E se provassimo a liberarci da sguardi biecamente interessati per fermarci davanti al presepe, guardandolo con gli occhi della folla di personaggi che lo popolano e, come ci invita a fare papa Francesco, facendo unโ€™utile verifica del nostro modo di stare di fronte (per chi crede) a Cristo e, per tutti, per chiederci una buona volta qual รจ il tasso di partecipazione e di responsabilitร  col quale abitiamo questo nostro mondo, a cominciare dalla nostra casa, dal nostro posto di lavoro, dalla nostra stessa cittร ?

Quanti personaggi hanno popolato e si sono mossi intorno al โ€œprimoโ€ presepe! Quanti occhi ne sono stati interessati! A cominciare dagli occhi โ€œlontaniโ€ dei potenti. Lโ€™evangelista Luca (2, 1-5) racconta del censimento ordinato da Augusto. Uomo dei grandi numeri e delle grandi analisi. Maโ€ฆ si perde il meglio! Il male infatti sta nel perdere il senso delle proporzioni e nel non saper ridere di se stessi.

sono anche gli occhi โ€œdistrattiโ€ del mondo (Lc 2, 6-7). Immaginate, lโ€™evento che ha segnato la storia dellโ€™umanitร  non ha spettatori, non ha cronisti! E che dire degli occhi โ€œmalatiโ€, voraci e omicidi di Erode (Mt. 2, 1-3. 16-18)? รˆ proprio vero: chi รจ cieco vede buio anche dove cโ€™รจ luce. Chi ha occhi accecati dallโ€™orgoglio del cuore vede un pericolo per se stesso anche nella mano tesa che vorrebbe aiutarlo. Non solo rifiuta lโ€™aiuto, ma colpisce chi cerca di aiutarlo. E vuol convincersi di averlo fatto per il bene, per una giusta causa, magari โ€œper legittima difesaโ€. Per fortuna ci sono anche gli occhi โ€œentusiastiโ€ dei Magi (Mt 2, 1- 12).

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Lโ€™entusiasmo non ha etร  e non cresce in un terreno privilegiato. Per crescere perรฒ ha bisogno di uomini e donne che amano la vita ed hanno voglia di scommettere e di mettersi continuamente in viaggio.
Il primo presepe e gli occhi โ€œprofondiโ€ degli anziani (Lc 2, 25-38). Cโ€™รจ una sapienza umana che si impara faticando sui libri e ce nโ€™รจ una che nessun libro puรฒ insegnare. La vita รจ una lunga pedagogia allโ€™incontro con Dio e con gli altri, un lungo cammino di purificazione degli occhi e del cuoreโ€ฆ per incontrare e โ€œvivere nella veritร โ€.ยซGloria in excelsis Deoยป! I Vangeli che raccontano del primo presepe ci parlano anche degli occhi โ€œpuriโ€ degli angeli (Lc 2, 8-14) e di quelli โ€œsempliciโ€ dei pastori (Lc 2, 15-18): i primi ad accorgersi della nascita di Gesรน scelgono di comunicarlo agli ultimi tra gli uomini. Chi lavora poco o lavora solo per sรฉ non avrร  mai gli occhi semplici dei pastori. Si puรฒ lavorare tanto, ma per sรฉ. Per essere riconosciuti, ringraziati, apprezzati. E, appena questi mancanoโ€ฆ si perde la testa! Il pastore, purificato dalla durezza della sua vita e dai lunghi tempi di solitudine che essa gli impone, รจ stato sempre preso dalla Bibbia a modello di chi si carica della responsabilitร  dei fratelli. Non รจ un caso se Gesรน si presenta come il ยซPastore buono e belloยป.

Completano e contemplano il presepe gli occhi โ€œumiliโ€ e disponibili di Giuseppe (Osea 11, 3-4) e gli occhi grandi di Maria (Lc 2, 19-20). Noi siamo ciรฒ che contempliamo. Noi siamo ciรฒ che amiamo. Come ogni mamma, quegli occhi Maria li ha trasmessi a Gesรน. Occhi che hanno fissato il volto severo e coerente di Giovanni Battista, gli occhi pieni di lacrime di Pietro e quelli spauriti degli Apostoli. Occhi pieni di compassione con cui Gesรน ha guardato la folla, il paralitico, il cieco, la Maddalena. Occhi che gli hanno permesso di partecipare alla gioia di tutti coloro cui ha ridonato vita, salute, perdono e speranza. Gli stessi occhi con i quali ha pianto lโ€™amico Lazzaro ed ha pianto su Gerusalemme. Quando davanti al presepe stiamo con gli occhi giusti, la furia โ€œiconoclastaโ€ dei pasdaran dei quali ho parlato in apertura mostra tutto, ma proprio tutto il suo tasso di ridicolo.

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